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(Acs) Perugia, 31 luglio 2017 – Con quattro voti favorevoli dei commissari della maggioranza (Smacchi, Leonelli, Chiacchieroni-Pd, Rometti-Ser), l’astensione di Solinas (Misto-Mdp) e tre voti contrari (Carbonari-M5S, Mancini-Ln, Nevi-FI) la Prima Commissione, presieduta da Andrea Smacchi ha dato il via libera al disegno di legge della Giunta regionale che prevede “ulteriori modificazioni ed integrazioni della legge regionale ‘2/2005’ (Azione amministrativa regionale e struttura organizzativa e dirigenza della Presidenza della Giunta regionale e della Giunta regionale).
Sono stati approvati numerosi emendamenti firmati dall’assessore Bartolini, nella quasi totalità di ordine tecnico, che hanno recepito le osservazioni emerse dagli uffici legislativi di Palazzo Cesaroni.
La modifica legislativa punta alla ridefinizione complessiva del sistema organizzativo e dell’assetto delle figure amministrative di vertice della Presidenza e della Giunta regionale. Prevede sostanzialmente l’introduzione della figura del Direttore generale; la conseguente ridefinizione della figura e del ruolo dei Direttori regionali; la collocazione della dirigenza nel nuovo assetto dei ruoli organizzativi di vertice, mentre viene rimessa al regolamento la collocazione delle posizioni organizzative.
L’intervento legislativo, come lo stesso assessore Antonio Bartolini ha tenuto a sottolineare, si rende necessario per ridisegnare una struttura ed un modello organizzativo che sia coerente e funzionale al nuovo ruolo che la Regione è chiamata ad esercitare dopo la riforma ‘Delrio’ per cui la Regione è un ente di amministrazione attiva, che ha riacquisito tutte le funzioni delle Province. Relatori in Aula saranno: per la maggioranza il presidente della Commissione, Andrea Smacchi; l’opposizione ha indicato Raffaele Nevi. Ad inizio riunione si è svolta l’audizione del dirigente regionale Marina Balsamo delegata del Direr-Direu (Federazione nazionale dei dirigenti e dei quadri direttivi delle Regioni) in cui è emersa una “posizione critica†rispetto alle modifiche previste dal documento legislativo. “Negli ultimi 15 anni – ha detto Balsamo – abbiamo assistito ad un arretramento del ruolo del dirigente che mal si concilia con la funzione di apicalità che gli dovrebbe essere invece propria. Con questa proposta legislativa viene introdotto un direttore generale che è sovraordinato rispetto ai direttori. Si fa fatica a capire il confine tra gli uni e l’altro, andando verso una tendenza, sempre maggiore di allungamento della catena del comando. Questo comporta un appesantimento dell’azione amministrativa ed una confusione rispetto a ruoli e competenze. Quindi sotto il profilo dell’efficienza e semplificazione dei procedimenti qualche dubbio è legittimo porseloâ€.
Attilio SOLINAS (Misto-Mdp): “Questo progetto di legge non lo reputo assolutamente necessario per una questione di principio. Apprezzo il lavoro fatto dall’assessorato e dagli uffici dell’Assemblea legislativa a cui è stato dato un chiaro mandato politico per mettere mano ad una modifica rispetto alla dirigenza regionale e per trovare, di fatto, una soluzione plausibile ad un vulnus politico chiaro, che si è manifestato molti mesi fa. Si va a modificare il regolamento dirigenziale che, storicamente, non ha mai visto una figura di direzione generale, basandosi invece sul principio di collegialità tra i direttori regionali. Non c’è quindi la necessità di creare una nuova figura se non per uno scopo preciso: quello di rimuovere dall’Assessorato regionale alla sanità una figura tecnica che per motivi esclusivamente politici va rimossa. Andare a ‘sguarnire’ l’Assessorato, progressivamente indebolitosi negli organici delle figure dirigenziali tecniche, in una fase delicata come quella di oggi in cui si va a delineare il Piano sanitario regionale, non ha senso. L’Umbria in questo momento ha altri vulnus, altre priorità per le quali l’attenzione e l’azione di governo vanno potenziate, quali il rilancio dell’economia, il lavoro e la ricostruzione post sismaâ€. Giacomo LEONELLI (Pd): “Mi pare che il tema sia tutti contro il Partito democratico, anche da parte del consigliere Solinas, contro un disegno di legge partorito dalla Giunta. Quello che emerge è un posizionamento politico, come i teoremi dell’opposizione, ripresi in toto dal consigliere Solinas. Da quanto emerso nell’illustrazione dell’atto si può invece sgombrare il campo da ogni dubbio, e cioè che non è vero che in Umbria stiamo facendo un’acrobazia mai vista nel resto delle regioni italiane. Oggi sappiamo che la figura apicale di coordinamento della struttura tecnica è presente in 18 regioni. Magari non c’è la sovrapposizione tra il direttore ed i direttori, ma la figura apicale del direttore generale c’è ovunque. L’assetto politico della Giunta e del Consiglio l’abbiamo semplicemente recepito passivamente. Ma dopo il decreto Monti, quello che facevamo in 30 oggi lo facciamo in 20, quello che faceva la Giunta in 8 oggi lo fa in 5. Questa Assemblea legislativa si deve porre il tema rispetto all’organizzazione dei lavori. Oggi facciamo intanto un primo passo, omogeneizzando la struttura tecnica all’assetto di Giunta. Un’azione, tra l’altro, che viene fatta con invarianza di spesaâ€. Maria Grazia CARBONARI (M5S): “Ho apprezzato l’intervento del consigliere Solinas. Mi sembra che la figura di questo direttore generale sia stata studiata a tavolino per sistemare le problematiche interne del Pd, rispetto alla spartizione di poltrone. Prevedo un peggioramento notevole di tutta la struttura di comando, in quanto si restringerà tutto in capo al direttore generale, quando sono i dirigenti a metterci la firma e a rispondere del proprio operato. Non sono assolutamente convinta, poi, che questa operazione si faccia con invarianza finanziaria rispetto al bilancio della Regioneâ€. Raffaele NEVI (FI): “Stiamo chiaramente assistendo alla spartizione partitocratica dei direttori e dei dirigenti.. Questa non è una riorganizzazione, come dice Leonelli, legata ad una anomalia tutta Umbra perché non dispone del direttore generale. In realtà ci sono tonnellate di articoli giornalistici che dicono chiaramente da dove nasce questo meccanismo, conseguente alla crisi di Giunta con l’uscita dell’assessore Barberini e che disse di non rientrare senza la rimozione di Orlandi dall’assessorato. Oggi si capisce dunque che la presidente Marini è sotto ricatto politico. Questo atto deriva dalla forte spinta di una corrente nel partito. Ed anche rispetto al mettersi in linea con le Regioni più avanzate, come ha detto Leonelli, c’è un problema e cioè quello della figura dei direttori. Annuncio un emendamento in Aula per la loro eliminazione. L’allungamento della catena del comando è pura follia, è il contrario della semplificazione. Non si può distruggere tutto per tenere in piedi la maggioranzaâ€. Silvano ROMETTI (SeR): “Nel nostro programma amministrativo c’era la riorganizzazione dell’Ente. La mia esperienza in Giunta mi dice che la politica si coordina. In questi anni l’ufficio di direzione, l’attività di coordinamento è mancata. Il coordinamento deve invece esserci perché è difficile immaginare una situazione fluida in cui ci sono varie responsabilità che difficilmente si coordinano. Le Regioni in cui non ci sono più i direttori è perché questa scelta l’hanno fatta da alcuni anni ed oggi sono andati verso la figura del direttore unico. Dobbiamo andare sempre verso una maggiore semplificazione. Quindi al di là delle legittime letture politiche, se depuriamo da questo quanto stiamo discutendo e ci concentriamo su un assetto funzionale della Regione, capiremo di andare nella giusta direzioneâ€. Claudio RICCI (Rp): “Annuncio il mio voto contrario in Aula, apprezzo però il lavoro tecnico degli uffici di Giunta e Assemblea. Da circa un mese sono usciti studi che riguardavano il settore privatistico, ma anche la pubblica amministrazione. Emergeva che l’organizzazione non deve essere più in serie, ma devono vedere strutture in parallelo, dove i livelli di condivisione sono sempre più ampi, anche nel quadro dirigenziale. Non più dunque una linearità in serie per le leve di realizzazione operativa, ma attività in parallelo. L’assunzione di coordinamento dei dirigenti regionali, in una struttura che vede l’elezione diretta del Presidente, penso che è lo stesso Presidente a dover assumere un quadro di forte coordinamento dei dirigenti regionali. Pertanto le riunioni settimanali vanno promosse da chi è stato votato dai cittadini. Anche in invarianza di costi, ce n’è uno che spesso non consideriamo e cioè l’efficacia e l’efficienza e la velocità delle decisioniâ€. Valerio MANCINI (LN): “Da oggi avremo un disoccupato in meno. È una buona notizia. Rimango deluso dall’illustrazione dell’assessore perché su questo procedimento ci mette la faccia. Quando l’atto, a maggio, approdò in questa Commissione, ci fu un momento in cui si faceva finta di nulla, ma in realtà tutti sapevamo i motivi della riforma, che non è basata su un vero progetto di riorganizzazione, ma legata ad un equilibrio dei ruoli delle forze politiche all’interno del Partito democratico. A proposito delle catene di comando, viene allungata la struttura, senza accorciamento dei livelli inferiori, per questo non ci saranno differenze per i cittadini e con ulteriore imbarazzo per la macchina amministrativaâ€. Gianfranco CHIACCHIERONI (Pd): “Se tra le varie correnti c’è un processo dialettico non c’è niente di male. E se questo è accompagnato da buone scelte come la legge che ci accingiamo ad approvare, ne potranno beneficiare tutti. Se troviamo soluzioni per un miglior governo, ben vengano. L’unità e l’incisività delle forze che governano diventano un valore assoluto per l’intera comunità â€. AS/
Fonte: Regione Umbria