Il suo lascito archivistico donato allÂ’Archivio Storico cittadino.
I “Prati del Talvera” cadenzano il fluire del tempo e il cambio
delle stagioni da pi di quarant’anni. Era l’autunno del
1970 quando il via vai di mezzi pesanti del Genio militare
d l’avvio alla trasformazione del greto sassoso di un
torrente nel “Central Park” bolzanino, un polmone verde che
probabilmente non avrebbe mai visto la luce senza la
caparbiet di Michele Lettieri, professore
all’Istituto per geometri “Delai”.
Nato a Solofra (Avellino) nel 1924, trasferitosi con la famiglia a
Bolzano, dove completa il suo intero percorso scolastico, Misha
Lettieri si laurea in ingegneria a Napoli e, tornato a Bolzano,
esercita la professione affiancando ad essa l’insegnamento. E’
proprio dalla sua cattedra di topografia che nasce il progetto di
risistemazione del Talvera, realizzato coinvolgendo uffici statali
e provinciali, l’amministrazione cittadina, le Forze armate e
anche, e per lui soprattutto, i suoi studenti geometri.
Lettieri mancato l’11 novembre 2016 all’et di 92
anni, lasciando alla citt di Bolzano un ultimo regalo:
stata infatti formalizzata in queste settimane la
donazione del piccolo, ma significativo corpus documentale che il
nipote, Raffaele Vistocco, ha donato all’Archivio Storico.
Relazioni, rilievi, progetti, corrispondenze, registri, articoli di
giornale, documenti che, dopo il riordino, saranno fruibili
continuando a raccontarci non solo del Talvera, ma delle
trasformazioni e della vita della citt.
Ai ricordi biografici del libro “Un torrente di ricordi. Racconti
conviviali della vecchia Bolzano”, curato da Carlo Romeo e Alfonso
Lettieri e presentato ancora dall’autore stesso un anno prima della
sua scomparsa, si aggiungeranno cos nuovi, preziosi
capitoli.
Ringraziando la famiglia per questo generoso lascito, cos
lo ricorda l’assessore alla Cultura Sandro Repetto
che di Michele Lettieri stato alunno: “Al di l
delle poligonali aperte e chiuse, impossibile dimenticare il
Professor Lettieri, il suo interpretare l’insegnamento con
tantissima pratica a fianco della teoria, facendo della scuola una
vera palestra di vita. La visita all’IGM di Firenze che ha
organizzato per noi studenti resta per me una delle pagine
pi interessanti di quegli anni“.