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[Lucca] LA STORIA DI MINUCCIANO | Verde Azzurro – Notizie

Lucca –

Geografia fisica

Il territorio del comune di Minucciano è racchiuso tra le cime più alte delle Alpi Apuane, il monte Sella, il Pizzo d’Uccello, il monte Pisanino, la Tambura e il monte Grondilice. La superficie è prevalentemente coperta da boschidelle tipologie più varie, dagli arbusti della macchia mediterranea ai boschi di quercia e carpino nero, dalla faggeta alla prateria d’alta quota, dai secolari castagni da frutto alle più diverse specie di fiori, che danno ai boschi minuccianesi un’ampia gamma di colori diversa in ogni periodo dell’anno.

Non da meno è la fauna che vede distribuirsi sul territorio diverse specie tra cui:

  • Uccelli: l’aquila reale, il gheppio, il falco pellegrino, il gufo, il barbagianni, la civetta, l’allocco, il corvo imperiale, il gracchio alpino, il raro gracchio corallino, il sordone, il codirosso spazzacamino, la pernice rossa, il torcicollo, il cuculo, il picchio muraiolo, la rondine montana, i fringillidi, le cince, il picchio verde e rosso maggiore.
  • Mammiferi: alcune specie di pipistrelli, il ghiro, lo scoiattolo, il moscardino, la lepre, il capriolo, il cinghiale, la volpe, la faina, la donnola, la puzzola, la martora, il tasso.
  • Rettili: la vipera, il biacco, la biscia dal collare, il colubro di Esculapio, la biscia tassellata.

Storia

Di origini antichissime (esistono reperti archeologici risalenti all’età del bronzo ritrovate nelle vicinanze dell’eremo della Beata Vergine del Soccorso) in queste terre si collocarono per primi gli apuani, assoggettati e cacciati poi dai romani, che fondarono il “castrum“. Il paese prende il nome dal console romano Quinto Minucio Termo, (in precedenza il luogo si chiamava Saltus) incaricato all’epoca della difesa del confine dalle invasioni barbariche (testimonianza degli insediamenti d’epoca romana sono alcuni reperti archeologici ed il toponimo che rileva un Fundus Minuccianus). Sembra che nel borgo di Minucciano nel II secolo a.C. si sia verificata la leggendaria battaglia nella quale il console Quinto Minucio Termo rischiò di vedere distruggere le sue legioni contro gli apuani, anche se i romani ebbero la meglio, al punto tale da fare derivare il nome del borgo proprio dal console romano che riuscì nell’impresa.

All’epoca delle invasioni barbariche il territorio di Minucciano venne attraversato da goti, franchi e longobardi. A causa di questi eventi l’intera zona si spopolò.

In epoca altomedievale il borgo si consolidò e diventò infine un feudo dei Malaspina, potenti signori della Lunigiana i quali vi dominarono fino al secolo XI.

Dopo il Mille il centro entrò nei possedimenti lucchesi, attraversando la sua fase di massimo splendore. Durante questo periodo alla città venne concesso il potere di battere moneta, entrò così in circolo il Barbone minuccianese. È un privilegio, questo, che venne conferito in genere a borghi e comunitas particolarmente ricche e tenute in grande considerazione dalle autorità per la loro importanza strategica ed economica. Minucciano era infatti diventato uno dei centri più importanti della zona.

Per via della sua posizione strategica, al confine tra la Garfagnana e la Lunigiana, il borgo di Minucciano fu a lungo conteso tra Pisa, Firenze, il casato dei Visconti di Milano e gli Estensi di Ferrara.

Nei secoli Minucciano vide alternarsi al potere dapprima la Repubblica di Pisa, successivamente quella di Firenze, che vi governò per un breve periodo, quindi i Visconti che persero poi il borgo a vantaggio di Lucca. Successivamente il borgo di Minucciano venne riconquistato dai Malaspina, alleati per l’occasione con gli Estensi, i quali vi dominarono per un breve periodo prima che il borgo venisse annesso definitivamente nel 1447 ai possedimenti della Repubblica di Lucca.

Entrata definitivamente nell’orbita della repubblica lucchese, la località venne eretta a sede vicariale (vicarìa montana nel 1463), seguendo le sorti di Lucca fino all’annessione di entrambe al Regno d’Italia, avvenuta nel 1861. Tra la fine del XV secolo e la metà del XIX Minucciano fu un’exclave lucchese circondata da ogni parte da comunità appartenenti agli Stati Estensi, ai Malaspina o alla Toscana. Proprio in virtù di questa particolare condizione vi furono frequenti questioni di confine con gli stati vicini; ciò portò la Repubblica di Lucca a far realizzare una serie di bellissime carte del territorio di Minucciano, ancor oggi conservate presso l’Archivio di Stato di Lucca.

Minucciano, saccheggiato dalle truppe spagnole condotte da Francesco III d’Este, duca di Modena (1745), è stato nella storia colpito da due violenti terremoti nel 1837 e nel 1920 dai quali si è risollevato con tenacia grazie ad una solida economia e al carattere forte del suo popolo. Il terremoto del 1837 determinò anche il crollo dell’antica torre difensiva che sormontava il castello e che la popolazione volle ricostruire immediatamente. Il terremoto del 1920 avvenne il 7 settembre alle ore 8 circa. Fu molto violento ed i danni ingenti e fu stimato ad un’intensità pari al 9°-10° della scala Mercalli. Minucciano ebbe 16 morti. I soccorsi furono a quanto pare sufficientemente veloci, non lo stesso si può dire della ricostruzione che si protrasse per diversi anni[3]. Il 21 giugno 2013 è la data dell’ultimo forte terremoto con epicentro proprio nel comune di Minucciano; è stata rilevata una scossa di 4.4 gradi della scala Richter.

Monumenti e luoghi d’interesse[

Architetture religiose

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[4]

Cultura

Istruzione

Musei

Cucina

  • Castagnaccio
  • Ciacci o necci
  • Polenta di castagne con gli ossi
  • Padelletti (frittelle fatte con acqua, latte e farina di castagne)
  • Tubdoni (polenta di castagne e latte)
  • Focaccia (torta pasquale)
  • Befanotti (biscotti da appendere all’albero di Natale e da mangiare il giorno dell’epifania)
  • Biroldo
  • Lardo garfagnino
  • Pecorino della Garfagnana

Eventi

  • Fiera commerciale di Pieve San Lorenzo: prima domenica di maggio.
  • Festa religiosa del Santuario di Minucciano: seconda domenica di maggio e di settembre.
  • Fiera “Sotto il Pisanino” a Gorfigliano: terza domenica di maggio.
  • Campionato Nazionale e Toscana di moto d’acqua sul lago di Gramolazzo (giugno o luglio)
  • Motoraduno nazionale dei laghi della Garfagnana a Gramolazzo (luglio).
  • Festa della Madonnina del Cavatore: a Minucciano ultima domenica di luglio.
  • Festa della Madonnina del Cavatore a Gorfigliano prima domenica di agosto (con fuochi d’artificio).
  • Sagra Del Cinghiale a Metra: ultima domenica di agosto.
  • Campionato regionale di canoa kayak: si svolge sul lago di Gramolazzo in agosto.
  • Sagra della nutella e corsa dei micci: a Pugliano 15 e 16 agosto.
  • Festa al Santuario di monte Argegna: ultima domenica di agosto.
  • Accensione dei Natalecci (falò) la vigilia di Natale ore 18:00 (A Gorfigliano e nelle località intorno al lago di Gramolazzo)
  • Presepe vivente a Castagnola: nel periodo natalizio.

Persone legate a Minucciano

La devozione popolare vuole che san Guglielmo di Malavalle in veste di mendicante si sia fermato a chiedere ospitalità presso una famiglia nel paese di Minucciano: i Sarteschi. Questi lo accolsero dandogli rifugio nella stalla che chiusero a chiave, con il santo dentro, per sicurezza. Al risveglio i padroni di casa aprirono la stalla ma non trovarono più l’uomo; al suo posto una lettera scritta in oro lasciata come ringraziamento dal santo che svelava la sua identità.

San Guglielmo di Malavalle – Chiesa di San Michele Arcangelo

Pare inoltre che il santo abbia tramandato alla famiglia Sarteschi il privilegio di curare alcune malattie (foruncolosi, vespai, paterecci) grazie a quella che chiamarono l’erba di San Guglielmo (Agrimunda eupaterica). Da molti paesi della Toscana vennero a farsi curare dai Sarteschi tanto che alcuni dotti dell’università di Pisa definirono queste malattie curate dall’erba Morbus Minuccianensis (con questo nome venne definita in alcuni testi di medicina del XVII e XVIII secolo).

La casa in cui san Guglielmo fu ospitato è situata in via San Guglielmo 11 e fuori è apposta la targa commemorativa che riporta queste parole: “Qui ospitato, qui ebbe oratorio S. Guglielmo. Casa Sarteschi questa memoria pose.”

Fu proprio a ricordo di questo passaggio che la famiglia Sarteschi commissionò 2 quadri che rappresentano il santo: uno presso l’eremo della Madonna del Soccorso, l’altro nella chiesa parrocchiale di Minucciano per il quale fecero erigere anche un altare laterale marmoreo.[5].

Economia

Minucciano è caratterizzato da una forte economia rurale: pastorizia, raccolta delle castagne, (queste risultano particolari in quanto risentendo dell’influsso dell’aria di mare hanno un sapore più dolce), produzione della farina di castagne, raccolta di funghi (in particolare la zona è ricca di funghi porcini di ottima qualità) e piccole coltivazioni.

Inoltre nel comune ricopre una grandissima importanza l’estrazione del pregiato marmo che dà lavoro alla maggior parte degli abitanti.

Le cave di marmo sono di proprietà del comune, che le concede in affitto sulla base del “regolamento comunale per la concessione di cave di marmo e di pietra di proprietà comunale”. È possibile accedervi seguendo le indicazioni per la località Orto di donna dove è presente un rifugio del CAI. La zona delle cave offre uno dei più bei paesaggi delle Alpi Apuane: da qui partono le migliori escursioni della zona per gli amanti della montagna.

Negli ultimi anni si è avuto un sostanziale aumento dell’industria del turismo, portato soprattutto dagli amanti delle passeggiate montane e dagli appassionati nella raccolta dei funghi.

Infrastrutture e trasport

Minucciano è lambita dal percorso della strada regionale 445 della Garfagnana e dalla Strada provinciale 59 “via della Stazione”, sulle quali sono svolte autocorse in servizio pubblico a cura di CTT Nord.

È inoltre presente una stazione ferroviaria, servita dai treni che percorrono la ferrovia Lucca-Aulla.

Amministrazione

Note
2009 2014 Domenico Davini Lista civica Uniti per Minucciano Sindaco
2014 in carica Nicola Poli Lista civica Uniti per Minucciano Sindaco

Curiosità

Soprannomi paesani.

Nel comune di Minucciano fra le tradizioni più radicate e singolari vi è quella dei soprannomi legati ai singoli paesi e che rimandano a peculiari caratteristiche caratteriali, economiche o geografiche degli abitanti dei vari nuclei abitativi. Ecco alcuni esempi:

  • Gorfiglianesi: Can, ovvero “cani”, perché pare siano di carattere litigioso e riottoso come i cani e perché ascoltandoli parlare in dialetto sembra che abbaino.
  • Minuccianesi: Purcelli (leggere “ll” alla spagnola), ovvero “maiali” che può essere ricondotto a due significati: quello attribuito dagli abitanti stessi del paese che si riconduce alla qualità dei maiali di fare “gruppo” di essere quindi molto uniti oppure quello dato dagli abitanti delle frazioni utilizzato pare a causa della puzza che emanavano anticamente per il fatto di essere grandi allevatori di bestiame.
  • Gramolazzini: Gatti, perché pare siano all’apparenza tranquilli e amichevoli ma poi alla prima occasione infidi e meschini.
  • Verruchesi: Pè tondi / Micci, ovvero “asini”, anche qui con due significati: il primo dato dagli stessi abitanti della frazione perché anticamente grandi allevatori di asini il secondo dato dai paesi limitrofi perché pare siano ritenuti stupidi e testoni come Asini.
  • Abitanti di Agliano: Strappa Filegia ovvero “strappa felci”.
  • Abitanti di Castagnola: Gratta Grotta, perché la frazione è situata in una parte alta e rocciosa (in lucchese e garfagnino grotta non significa cavità ma roccia).
  • Abitanti di Pieve San Lorenzo: Licca Brodo ovvero “lecca brodo”.
  • FONTEDa Wikipedia260px-Minucciano-panorama_2013

Fonte Verde Azzurro