“Altra tegola sulla vicenda del recupero di Sant’Orsola dopo l’arresto di Paolini per bancarotta fraudolenta e il coinvolgimento della società bch nell’inchiesta stessa che vede un sistema di costruzioni di scatole cinesi che fallivano a breve facendo perdere ingenti somme ai creditori. Un modello – prosegue il capogruppo di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi – che anche se pare dalla lettura degli articoli di stampa, non coinvolge l’operazione di recupero di Sant’Orsola si sarebbe potuto ripetere anche in questo caso. Si annulli in autotutela l’aggiudicazione provvisoria di Sant’Orsola e si parta con un reale progetto di riqualificazione di un’area che attende da fin troppi anni delle risposte: se non ci sono proposte concrete e fattibili dai privati riteniamo giusto che sia coinvolto direttamente l’ente pubblico proprietario per dare un futuro a quel contenitore vuotoâ€.
“Ditte coinvolte in indagini e amministratori arrestati, dopo l’indagine sulla società Sire il cui presidente è stato accusato di corruzione, adesso – aggiunge Tommaso Grassi – queste altre novità : pensiamo che si possa anche questa volta far finta di nulla e procedere in un progetto che rischia di rivelarsi un “pacco†dannoso per la Città e che i lavori una volta partiti non vedano mai la fine. Basta tutto ciò al Pd per capire che il progetto di Sant’Orsola è un castello in aria?â€.
“Quando a metà agosto sollevai dubbi sull’operazione fui tacciato dall’amministrazione della Città Metropolitana come un gufo e accusato di inconcludenza e di vedere mostri dove non c’erano: penso che adesso si possa dire che avevamo solo anticipato conclusioni che adesso stanno venendo a galla e che difficilmente potranno non incidere sul futuro di quel progetto. Fermiamoci finché siamo in tempo: limitiamo i danni adesso – conclude Tommaso Grassi – piuttosto che andare verso un baratro molto probabileâ€. (s.spa.)Â
Fonte: Comune di Firenze