FIRENZE – Terzo giorno all’Internet Festival di Pisa, la città dove da giovedì 5 ottobre si discute della rete, di mondi digitali e delle nuove tecnologie che oramai sono parte della vita di tutti i giorni (anche quando neppure ce ne accorgiamo). L’evento – www.internetfestival.it, giunto alla settimana edizione – proseguirà anche domani. Ma l’assessore ai sistemi innovativi della Toscana, Vittorio Bugli, già guarda avanti. “Penso che alcune delle prossime iniziative sia giusto farle organizzare dai ragazzi” annuncia.
Tutto si svolge durante una delle sessioni di stamani, un panel nelle stanze della Normale su internet e diritti digitali: un focus duplice e per molti aspetti molto tecnicistico, da una lato sicurezza e riservatezza e dall’altro uno sguardo da qui a cinque o dieci anni sul futuro e su possibili nuovi servizi per i cittadini. Un evento organizzato direttamente dalla Regione. Sul palco, oltre l’assessore, ci sono Vincenzo Gervasi, Fabrizio Sestini, Nicola Landucci, Deborah Bianchi e Laura Castellani, ma soprattutto in platea c’è una classe delle scuole superiori di Pisa.
“Ne è nato un confronto” racconta Bugli, interessante sopratutto perché si è creata una piccola “comunità temporanea” che ha discusso di tecnologie e mondo digitale con intelligenza e sentimento. “Alla fine – annota – ci siamo resi conto che le domande e gli interventi dei ragazzi sono più avanti. Cioè la tecnologia va così veloce che il politico rischia di essere sempre in ritardo, mentre i ragazzi sono sempre sul pezzo”. Da qui l’idea, per il futuro: quella di coinvolgerli direttamente, ancora di più.
“L’innovazione è il cuore del progresso della nostra società – conclude l’assessore -, i ragazzi lo sanno, noi un po’ meno”.
In fondo l’aveva accennato anche ieri l’assessore, in un incontro dedicato all’agenda digitale. Sempre alla Normale. “La politica ha bisogno di pensare in modo diverso – aveva più volte ripetuto - Se l’agenda digitale e il rispetto del suo cronoprogramma rimane solo burocrazia, magari otterremo qualche risultato ma non produrremo innovazioni nelle istituzioni e nella vita di tutti i giorni di cittadini e imprese. “Non esiste più oramai una pubblica amministrazione solo da sportello – concludeva -. Le istituzioni devono lavorare in cooperazione con con cittadini e aziende. Serve integrazione ma serve anche fare comunità “. Con i ragazzi appunto, e con i giovani innovatori.Â
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Fonte: Regione Toscana