Lucca –
CHIUSURA IN SICUREZZA DELLA DISCARICA DI CAVA FORNACE, IMMEDIATO AVVIO DELLA BONIFICA, ISTITUZIONE DI UN TAVOLO PERMANENTE DI SORVEGLIANZA: LE RICHIESTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SERAVEZZA ALLA REGIONE TOSCANA
Approvando all’unanimità un documento condiviso e sottoscritto da tutti i capigruppo, il Consiglio Comunale di Seravezza chiede alla Regione Toscana di emanare un provvedimento di chiusura in sicurezza e di avviare un’immediata bonifica della discarica di Cava Fornace, nel Comune di Montignoso. In caso di diniego da parte della Regione, il Consiglio comunale chiede la riattivazione dei procedimenti di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) e di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) valutando l’intero impianto allo stato attuale, adeguandolo alle direttive europee in materia di discariche e valutando nel contempo anche tutti gli aggiornamenti delle direttive europee e delle leggi nazionali e regionali sempre in materia di discariche. Il Comune di Seravezza chiede infine la convocazione di un Tavolo tecnico permanente che coinvolga i Comuni interessati e la Regione Toscana “per avviare e seguire le pratiche che portano alla gestione della chiusura dell’attività di discarica e successiva bonifica del sito ed elabori un piano di monitoraggio del sito e delle aree di potenziale influenza per le principali matrici ambientali: acqua, aria, suoloâ€.
Il documento approvato dal consiglio comunale nasce dalla consapevolezza che il problema costituito dalla discarica di Cava Fornace riguardi tutto il comprensorio versiliese. Alla base della decisa presa di posizione una serie di carenze evidenziate dall’impianto – che si trova proprio sul confine tra le province di Lucca e Massa Carrara nei pressi dell’area naturale protetta del Lago di Porta – e documentate da un cospicuo numero di atti, studi e rapporti ufficiali: il parere negativo, dal punto di vista della caratterizzazione geologica, espresso dal Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Pisa sulla fattibilità del progetto di discarica; i rapporti ARPAT che documentano il pericoloso sforamento di alcuni parametri e il mancato rispetto da parte dei gestori del rapporto tra i vari rifiuti conferibili (eccessiva presenza in discarica di materiali speciali, tra cui l’amianto); il carente monitoraggio delle emissioni acustiche; le sanzioni amministrative e le segnalazioni all’autorità giudiziaria seguite pressoché ad ogni controllo annuale effettuato da ARPAT; i risultati dell’inchiesta pubblica svoltasi sulla discarica che hanno fatto emergere la necessità di una valutazione complessiva sull’impatto dell’opera in relazione alla specificità del sito e alla luce di una Valutazione d’Impatto Ambientale mai effettuata.
Fonte Verde Azzurro