Lucca –
OLTRE mille delegati Cgil, Cisl e Uil, pensionati, lavoratori e giovani, si sono dati appuntamento stamattina al Polo Fiere e Congressi di Lucca, a Sorbano del Giudice. Una mobilitazione unitaria lanciata a livello nazionale dalle tre sigle per chiedere a Governo e Parlamento di cambiare la legge di bilancio, dedicando più attenzione e risorse per giovani, pensioni, occupazione, sanità , sociale e contratti e che ha visto simultaneamente altri due appuntamenti toscani, a Firenze e a Siena.
NODO centrale: la pensione che arriva solo all’età di 66 anni e 7 mesi, indipendentemente dal tipo di lavoro – usurante o meno –, dall’essere uomo o donna, e dal fatto che i giovani, intanto, attendono fuori dalla porta. «Abbiamo due primati – ha detto il segretario nazionale Cisl Maurizio Petriccioli –: uno è il requisito pensionistico tra i più alti di Europa. L’altro è che le aumentate aspettative di vita, che ritardano l’ingresso nella pensione, riducono i coefficienti di calcolo e quindi fanno guadagnare meno. Un meccanismo diabolico che deve essere azzerato e questo chiederemo al Governo Gentiloni». «L’iniquità è anche il trattamento pensionistico per le donne, che discende da stipendi mediamente più bassi di un terzo rispetto a quelli degli uomini e proprio su questo occorre incidere al più presto – e qui è partito l’applauso per Petriccioli – : alle donne è stato chiesto di andare sull’Everest in ciabatte. Nessuno ha considerato il valore sociale del lavoro di cura agli anziani e di maternità , che oltretutto crea anche minor spese nel servizio sanitario nazionale. Per le donne devono essere varati contributi figurativi per i periodi di assenza dal lavoro, non basta la timida apertura sulla legge di bilancio che fa scendere il requisito pensionistico da 30 a 28 anni. Per i giovani invece occorrono pensioni di garanzia, altrimenti domani rischiano di trovarsi un pugno di mosche in mano».
«NON è possibile – ha rincarato la dose Massimo Bani, segretario generale Cisl Toscana Nord – che si continui a posticipare la pensione indipendentemente dal tipo di lavoro. Ci sono settori in cui attendere 67 anni di età è improponibile: penso agli edili, ai turnisti solo per fare alcuni esempi. Ritardare la pensione vuol dire poi ritardare l’ingresso dei giovani sul lavoro, e questo è uno degli effetti negativi del meccanismo che deve essere cambiatoâ€. Era presente anche Federico Fontanini, segretario regionale di Fistel Cisl, cartiere e cartotecniche: “Stiamo continuando a pagare dazio per i gravi problemi irrisolti del settore: tra questi il costo dell’energia e quello dello smaltimento dei fanghi – dichiara Fontanini – . Occorre una svolta coraggiosa, per un settore che, per fortuna, è riuscito a reagire di fronte ai colpi della crisiâ€.
Fonte Verde Azzurro