LUCCA. Due condanne per tentato omicidio in concorso e un rinvio a giudizio per tre protagonisti della feroce rissa tra romeni e albanesi avvenuta nel centro di Altopascio il 7 febbraio 2016. Ad avere la peggio fu un ragazzo di 23 anni, ridotto in fin di vita da calci, pungi e da un cacciavite conficcatogli in testa. Il tutto per uno scambio di battute fuori luogo su WhatsApp. Per quell’episodio il nucleo investigativo dei carabinieri arrestò nel giugno 2016 due fratelli albanesi: Oltian Cepa, 25 anni, nullafacente, senza fissa dimora, ed il fratello Landir Cepa, 34 anni, nullafacente, residente a Montecatini, successivamente condannati rispettivamente a 5 e 4 anni di reclusione per tentato omicidio.
Le condanne. Ieri mattina, invece, davanti al giudice dell’udienza preliminare Riccardo Nerucci sono finiti gli altri membri del commando: Giordano Bogdan, 25enne di origini slave ma con cittadinanza italiana e residente ad Altopascio, è stato rinviato a giudizio e il processo si aprirà a marzo; Xemaili Baha, 21enne albanese della Valdinievole, ha optato per il rito abbreviato ed è stato condannato a 4 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione per tentato omicidio in concorso; con lo stesso capo di imputazione, Rasmi Meta, 20enne albanese anch’egli residente in Valdinievole, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi. In aula il sostituto procuratore Antonio Mariotti aveva chiesto 6 anni. Nel corso delle indagini portate avanti con sagacia dal nucleo investigativo dei carabinieri emerse che alla spedizione punitiva aveva preso parte un quarto uomo, all’epoca dei fatti non ancora maggiorenne. È stato anch’egli denunciato per tentato omicidio in concorso e porto di armi improprie, ma di lui si occupa il tribunale dei minori.
Macelleria a cielo aperto. La violenta aggressione avvenuta il 7 febbraio 2016 nella centralissima via Cavour era scaturita da una lite cominciata qualche tempo prima su WhatsApp, tra un ragazzo romeno all’epoca 17enne e Oltian Cepa. Quest’ultimo aveva postato delle espressioni “particolari” nei confronti di una ragazza e per questo era stato escluso dal gruppo. Da qui il risentimento dell’albanese che si indirizza verso il giovane romeno amministratore del gruppo. Un risentimento che pian piano è cresciuto arrivando dapprima alle minacce e poi al fatidico scontro. Oltian Cepa e il 17enne romeno si erano dati appuntamento ad Altopascio, nella centralissima via Cavour, alle 18,30 del 7 febbraio, per “chiarire” la vicenda. Ma in realtà il progetto era un altro: Oltian, con il fratello Landir e gli altri quattro giovani finiti a giudizio, organizzò una vera spedizione punitiva. Il gruppo degli albanesi si presentò all’appuntamento equipaggiato di tirapugni cacciaviti e forse un coltello. Non appena videro il 17enne, accompagnato dal padre e dal cugino, li aggredirono violentemente. Tutti e tre i rumeni rimasero feriti, coperti di calci e pugni, ma il più grave fu il cugino 23enne, Giorgian Horeica, il quale venne colpito più volte dopo essere caduto in terra, anche con un calcio alla testa e con un’arma da punta (presumibilmente un cacciavite) che penetrò nel cranio per diversi centimetri. Lo stesso, venne quindi portato all’ospedale “Cisanello” di Pisa e rimase a lungo in stato di coma a seguito della frattura dell’osso
frontale, con conseguente emorragia ed edema cerebrale, oltre a riportare anche la frattura delle ossa del naso.
Nella rissa rimase ferito anche Landir Cepa, colpito in modo lieve da un fendente alla coscia, che venne ricoverato, invece, al nosocomio di Pescia.
Fonte: Il Tirreno