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PORCARI Muoiono contro il Tir – Cronaca

Porcari (LUCCA) –

LUCCA. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, all’altezza del vecchio casello di Carraia, ciò che si vedeva era solo un tir parcheggiato. Dell’auto che si era andata a schiantare contro poco prima sporgeva solo la targa: tutto il resto della Nissan Micra era incastrato sotto al rimorchio, ormai invisibile.

Un groviglio di lamiere nel quale ieri notte sono rimaste intrappolate anche le vite di due uomini di cinquant’anni, due operai che dalla Campania, dove abitavano, erano diretti sul loro posto di lavoro, uno fra i tanti cantieri navali nel bacino di La Spezia. Per Salvatore Abbate e Luigi Balzano, il primo nato a Napoli e residente a San Giorgio a Cremano, il secondo nato a Torre del Greco e residente a Pisciotta, in provincia di Salerno, non c’è stato nulla da fare: sono morti sul colpo, intorno alle 23.30, imprigionati tra airbag e sedili sull’autostrada A11, all’altezza del chilometro 60.

A tradire Salvatore Abbate, che si trovava alla guida dell’auto che procedeva in direzione Pisa, potrebbe essere stato un colpo di sonno o un malore improvviso; sull’asfalto infatti, stando anche ai rilievi effettuati dalla polizia stradale di Montecatini, non c’è traccia nemmeno di un tentativo di frenata, segno che l’uomo non si è accorto di quanto stava per accadere.

Un impatto terribile e improvviso: in un attimo l’auto che sbanda, Salvatore che non la controlla più, quel volante che gira a vuoto. Poi lo schianto a tutta velocità sulla parte posteriore del Tir. L’autotrasportatore, che al momento del terribile urto si trovava all’interno del mezzo, fermo sullo slargo che una volta altro non era che la corsia di accelerazione del casello di Capannori per riposare prima di rimettersi in viaggio, si è accorto subito che era accaduto qualcosa di grave. E una volta sceso dal Tir si è trovato davanti a una scena alla quale non avrebbe mai voluto assistere.

Immediata la sua richiesta d’aiuto ma a nulla purtroppo è valsa la tempestività dei soccorsi. Sul posto sono arrivate due ambulanze, una dal Turchetto e una della Croce Verde di Porcari col medico a bordo. Ai vigili del fuoco di Lucca è toccato l’infausto compito di liberare i due corpi dalle lamiere.

Un intervento durato oltre tre ore durante il quale è stato anche necessario utilizzare l’autogru per sollevare il Tir da terra e riuscire quindi a estrarre ciò che rimaneva dell’abitacolo dell’auto. Per far sì che i mezzi di soccorso e della polizia stradale potessero operare è stato anche necessario chiudere temporaneamente il tratto autostradale tra il casello di Capannori e quello di Lucca est, riaperto poi verso l’una di notte. Vista l’ora tarda non si sono comunque registreati grandi problemi per la viabilità.

Abbate e Balzano erano entrambi operai di una ditta campana ed erano diretti in Liguria dove lavoravano in un cantiere navale. Un lungo viaggio, sicuramente stancante, quello che avevano intrapreso i due a bordo della piccola utilitaria. E ciò rende ancora più plausibile l’ipotesi che a causare l’incidente sia stato un fatale colpo di sonno.

Le salme delle vittime sono state portate all’obitorio dell’ospedale Campo di Marte di Lucca a disposizione del magistrato di turno, che sul terribile schianto ha aperto un fascicolo. Da chiarire, fra l’altro la possibilità per il mezzo pesante di sostare proprio in quyel punto dell’autostra e se quello spiazzo non si configuri in realtà come una corsia di emergenza.

Nel portabagagli dell’auto c’è ancora un trolley preparato prima di partire, sul sedile del passeggero cd e documenti, la targa ora è adagiata su quello posteriore. Del volante ne è rimasta solo metà, il motore è accartocciato su se stesso. Quando si fa giorno tutto il resto della Nissan Micra grigia non c’è più, è dentro al cassone di un furgoncino.

Sconvolta la comunità di Pisciotta dove Luigi Balzano viveva con la sua compagna,con la quale conviveva da qualche tempo e dalla quale aveva avuto un figlio che da poco ha compiuto tre anni. Il 50enne lascia inoltre altri due figli, maschio e femmina, che erano nati da una precedente relazione. Tornava nella cittadina del Salernitano solo qualche volta al mese in quanto ha sempre svolto la sua attività di operaio addetto alla messa in opera e manutenzione di quadri elettrici delle imbarcazioni, tra Genova e dintorni: l’ultimo lavoro, per l’appunto, nel cantiere

dello spezzino.

Dopo gli accertamenti del pubblico ministero (che ha disposto un esame sterno dei corpi), le salme saranno liberate per permettere lo svolgimento dei funerali, che avverranno presumibilmente nella giornata di venerdì.

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Fonte: Il Tirreno