LUCCA – Luci accese, presepi fatti e alberi addobbati: Lucca si avvia verso il Natale, con il suo turbinio di regali, acquisti, polemiche e auguri. Ma più che aria d’Avvento nella nostra provincia si respira aria di elezioni: e mentre a destra le acque sembrano per ora calme, a sinistra si assiste all’avvio delle ‘grandi manovre’, fra scontri e paci fatte, a fase alterne, tra renziani “assoluti†e bersaniani più o meno di ritorno che giurano eterna fedeltà allo smacchiatore di giaguari più famoso d’Italia.
Â
Così, tra una cena, un post sui social e un articolo di giornale, i nomi papabili per questa sinistra che si gioca il tutto per tutto alle prossime politiche sono più o meno sempre gli stessi: Marcucci e Granaiola.
Â
Da giorni poi si fa il nome di Stefano Baccelli come candidato alla Camera. Baccelli ex presidente della Provincia, attualmente consigliere regionale, ha nei mesi scorsi sacrificato sull’altare del Pd, a favore di Tambellini, le aspirazioni a diventare sindaco di Lucca. Adesso godrebbe a quanto pare di tutto l’appoggio di Marcucci per un’eventuale corsa alla Camera, condizione che sembra imprescindibile per essere eletti in questa Provincia.
Â
Tutto già scritto quindi? Sembrerebbe … Ma. C’è un ma. E grosso come un collegio elettorale.
Â
Infatti la legge con la quale con tutta probabilità andremo a votare, (per ora passata solo dalla Comissione Affari Istituzionali delle Camera, ndr) disegna i collegi elettorali in modo del tutto particolare.
Â
Per quel che riguarda il Senato, collegio che ha bisogno di almeno 500mila persone, vede accorpate le province di Lucca e Massa Carrara. Per quanto riguarda invece la Camera, 250mila persone, il collegio divide la Versilia in due: nello specifico da una parte si perde Camaiore che, insieme agli altri 3 comuni della Versilia storica passa a Massa, mentre sulla piana entrano sia Capannori che Porcari (Montecarlo e Altopascio invece restano con Pistoia).
Â
Per farla breve Il collegio nel quale andremo a votare comprende i territori di Capannori, Lucca, Massarosa, Viareggio e la Garfagnana.
Â
Â
Intanto dalla Garfagnana: bacino storico di voti per la sinistra lucchese, che vede una presenza importante di Marcucci ma anche parecchi malpancisti del Pd che mal sopportano l’esuberanza del senatore. E poi un dato di fatto: l’intera popolazione della Garfagnana è numericamente inferiore agli abitanti di Viareggio.
Â
Restano in questo collegio i tre comuni più importanti della provincia, due dei quali hanno visto e vedono eletto un sindaco con uno spessore elettorale importante che pesa sui comuni che da soli detengono i ¾ del collegio stesso.
Â
Stiamo parlando di Giorgio Del Ghingaro, sindaco per 10 anni di Capannori, attualmente primo cittadino di Viareggio, richiesto trasversalmente anche come candidato di Lucca alle amministrative di quest’anno se il Consiglio di Stato non l’avesse rimesso sul seggio viareggino dopo i mesi di sospensione del Tar.
Â
Del Ghingaro, insolitamente silenzioso sull’argomento, stando ai rumors pare sia protagonista in queste ultime settimane di vari incontri più o meno istituzionali con i vertici regionali e nazionali sia del Pd che di Mdp, e sarebbe tirato dalla giacca da più parti da quelle che sembrerebbero qualcosa di più che vane sirene romane.
Â
I più attenti ai giochi della politica obietteranno che un sindaco per candidarsi dovrebbe dimettersi almeno 180 giorni prima delle elezioni: tutt’altro. Il Tuel prevede comunque la possibilità di candidarsi.
Â
Esistono infatti varie opzioni, senza scendere in noiosi tecnicismi, che garantirebbero a Viareggio la presenza del sindaco fino alla sua elezione alla Camera (o al Senato) e anche dopo, con il vicesindaco reggente fino a nuove elezioni nel 2019, quindi solo un anno prima della naturale scadenza del mandato e, quel che più conta, senza alcun commissariamento.
Â
Abbiamo provato a contattare il sindaco Del Ghingaro ma per ora di là dal Quiesa tutto tace. Ma se è vero che il cane morde solo quando non abbaia c’è da scommetterci che il Libeccio viareggino porterà novità in questa tornata delle Politiche. Che sia un “Vento-Buono†o una “sburianata†senza conseguenze, sarà il tempo a dirlo.
Â
Di certo quella di Del Ghingaro sarebbe una candidatura che potrebbe essere giocata sia al Senato che alla Camera e che potrebbe essere vincente in caso di accordo ma che comunque romperebbe tutti gli equilibri, nel caso di un accordo mancante.
Fonte: Lo Schermo