LUCCA. Arriva la Befana e porta i voti ai marchi della grande distribuzione. È il “giochino†della Uiltucs, che però mette anche il dito in un tema importante: i rapporti sindacali, non sempre buoni, nei supermercati. Che – come ricordano Massimiliano Bindocci e Giovanni Sgrò si dividono i tre categorie: quelli Coop applicano il contratto della distribuzione cooperativa (non rinnovato da anni); quelli Carrefour, Esselunga, Pam e Penny aderiscono a Federdistribuzione, per la quale non esiste un contratto nazionale (viene applicato in parte il penultimo del commercio); infine, le altre insegne sono sotto il contratto del commercio regolarmente rinnovato. Inoltre, ogni punto Conad fò “parrocchia a séâ€, visto che ha un socio diverso. “Il filo rosso che lega tutta la grande distribuzione è che la capacità di acquisto della clientela non è aumentata con la possibilità di acquistare di più, per cui le maggiori aperture ed i nuovi punt vendita hanno portato ad una aumento dei carichi di lavoro, ad un peggioramento degli orari, a più problemi di sicurezza ma non ad un aumento dei salari e dell’occupazioneâ€.
Detto questo, tutti ricevono il carbone, anche se a diverse dosi. Tre balle vanno al Conad di viale Einaudi per ail clima interno fino a qualche mese fa, e per l’utilizzo delle contestazioni disciplinari e dei licenziamentiâ€. Ci sono poi due negozi Unicoop Tirreno (Pieve Fosciana e Fornoli) “per la gestone mediocre (una ristrutturazione e la chiusura del punto vendita di Barga) e per la mancanza di un confronto aperto con il personaleA. Poi ci sono i punti Dico: aLa crisi della azienda è principalmente colpa della proprietà . E il futuro è incertoA. Infine, ma non per importanza, il Carrefour: «È un concentrato di tutti i problemi: contratto nazionale, gestione della crisi aziendale e della ristrutturazione che è passata da una procedura di mobilità che anche su Lucca aveva dichiarato esuberi che non esistevano, orari e aperture festive indiscriminate, gestione discrezionale di orari e ferie e nei reparti, problemi organizzativi e di sicurezza, gestione commerciale discutibile e problemi grossi di gestone del punto vendita».
Ci sono poi due balle di carbone che vanno, innanzitutto, a Conad, con tre negozi di Lucca e quelli di San Leonardo, Castelnuovo, Barga e Bagni di Lucca. In questo caso, spiegano i sindacalisti, ci sono dei soci «molto permalosi» e alle richieste sindacali sorgono problemi. Stessa “votazione†per il Penny, per l’utilizzo del lavoro festivo, e i carichi di lavoro pesanti. Discorso simile anche per Lidl, mentre per le Esselunga ci sono «buone politiche commerciali, dignitose le relazioni sindacali. Restano aperti i problemi del contratto nazionale e una gestone dei negozi che vede una differenza di trattamento tra part time e precari da una parte e i full time dall’altra».
Infine, il risultato migliore, quello di una balla di carbone. È il caso di Unicoop Firenze per i due grandi supermercati di Sant’Anna e di San Filippo: «Le relazioni sindacali sono dignitose, si è rinnovata con miglioramenti la proroga del contratto aziendale, resta una rigidità nel punto vendita rispetto ai problemi delle singole persone». Poi la Pam del Turchetto: «Il negozio migliora le vendite, non vengono attaccati più i diritti del personale storico, ma le politiche commerciali dell’azienda sono assenti».
Infine, i Conad Ladis di Altopascio e Gallicano e la Conad di Fornaci. La prima, concludono i sindacalisti, «accetta il confronto
sindacale pur restando i problemi e le contrapposizioni della gestione, legata soprattuto ad una scelta di aprire per una serie di festività . Nel caso di Fornaci crediamo che la ripresa del negozio più che l’accordo integrativo rinnovato abbia migliorato le relazioni interne».
Fonte: Il Tirreno