ABETONE. «Ho visto il ragazzo venire dalla nostra parte, e gl’ho chiesto cosa faceva: “Non sciare fuori pistaâ€, l’ho redarguito. Ma lui mi ha risposto che cercava suo babbo, e ho capito».
Giampiero Danti, titolare dell’ovovia Saf, stava aiutando i soccorritori di quello sciatore caduto rovinosamente mentre sciava fuori pista. I poliziotti delle nevi, coordinati dall’ispettore capo Ruggero Pierconti, erano intervenuti dopo la telefonata di un altro sciatore che, dall’impianto di risalita, aveva assistito all’incidente.
Pegaso aveva calato con il verricello il medico del 118 nella porzione di bosco tra le piste Zeno 1 e Zeno 2. Sono stati lunghi minuti di tentativi disperati, con i volontari Avssat a scaricare il defibrillatore automatico alla ricerca di segni vitali, ma la morte di Daniele Monti è stata probabilmente immediata. Dall’alto, il testimone l’ha visto perdere il controllo degli sci sul manto ghiacciato e sbattere la testa (non protetta dal casco, a quanto risulta) contro un faggio, per poi proseguire, ormai esanime, la caduta in discesa.
«È tutto così assurdo – dirà alcune ore dopo il fratello Massimiliano, che ha raggiunto la madre, la cognata e i nipoti all’ospedale di San Marcello, dove si trova il corpo dell’uomo – aveva preso un giorno di ferie per stare col figlio. Lo vede poco, lui va all’università … Era l’occasione per passare una giornata insieme. E a mezzogiorno abbiamo ricevuto questa telefonata…». S’interrompe, si volta verso i nipoti, due gemelli di vent’anni. Da oggi la salma sarà esposta nella casa dei genitori, a Ponte Buggianese. Il magistrato di turno, Giuseppe Grieco, ha disposto già nella tarda mattinata il rilascio della salma ai familiari. Evidente la causa accidentale del decesso.
Daniele Monti, 52 anni, abitava a Montecatini con la moglie Simona Vannini e due figli, Niccolò e Mattia. Lavorava come impiegato alla Tarabori Agricoltura di Altopascio.
Ieri mattina lui e Mattia si erano diretti di buon ora all’Abetone. La loro giornata sulle piste iniziava dalla Zeno 1, all’Ovovia. Dopo il muro, nel punto in cui la pista ha una compressione, il giovane ha visto il padre tagliare verso sinistra. Finita la discesa, a fondo pista, ha atteso lunghi minuti prima di rendersi conto che il padre non sopraggiungeva. Ha preso l’impianto di risalita e ha ripercorso parte della pista. «Alla radio – spiega Giampiero Danti – avevo sentito che erano stati allertati i soccorsi per un incidente fuori pista. Uno sciatore, dall’impianto, aveva dato l’allarme. Abbiamo capito subito che la situazione era gravissima, a mio avviso la morte è stata istantanea. Mentre eravamo lì, nel bosco tra la Zeno 1 e la Zeno 2, è arrivato questo ragazzo. Ho capito che era il figlio e ho cercato delicatamente di non farlo avvicinare. Era molto scosso. Sembra che il padre gli avesse detto che passava per la Zeno 2». «La Zeno 1 – aggiunge Danti – oggi (ieri, ndr) era chiusa. Era agibile, ma volevamo fresarla ancora meglio col battipista. Fuoripista non è consentito andare, ci sono cartelli un po’ dappertutto che lo segnalano. Inoltre le condizioni di questi giorni – prima umidità , poi sereno – hanno creato le condizioni ideali per le ghiacciate».
«Ho espresso il mio cordoglio alla famiglia – afferma il sindaco Diego Petrucci – Non è il momento di dire altro, ricordo solo che è attiva l’ordinanza sul divieto di fuoripista, e consiglio l’utilizzo del casco. Sulle piste italiane questo è il terzo incidente mortale in pochi giorni.
«Mio fratello sapeva sciare – dice Massimiliano Monti – Sciava da quando aveva 15-16 anni. Non credo fosse stato molte volte all’Abetone, comunque tutto questo è assurdo. Aveva preso un giorno di ferie per stare un po’ con suo figlio». «Non abbiamo più lacrime, siamo svuotati», aggiunge la madre, che esce fuori in cerca dei nipoti. Il
corpo dello sfortunato sciatore è stato trasportato a valle col toboga dai poliziotti, e poi trasferito dalla Prisma (le onoranze funebri di Montecatini) all’ospedale Pacini di San Marcello. Oggi sarà fissata la data del funerale.
Tiziana Gori
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Fonte: Il Tirreno