ALTOPASCIO. Si va verso la revoca dell’affitto di ramo d’azienda alla Industria Panificazione Toscana srl di San Miniato stipulato il primo gennaio 2018, poco più di quindici giorni dopo la declaratoria fallimentare della «Toscana Pane srl» – fondata dal molino Rossi di Ripafratta e dal molino di San Pietro a Vico del gruppo Maionchi – legata anche alla rinuncia alla domanda di concordato preventivo e allo stato d’insolvenza. Il curatore fallimentare Renzo Regoli – che si è trovato di fronte quel contratto d’affitto d’azienda stipulato fuori tempo massimo (durata cinque anni al canone di 12.500 euro) – proprio in virtù della sentenza di fallimento con ogni probabilità invaliderà il contratto e passerà all’esercizio provvisorio attraverso altre imprese e molitorie che si sono fatte avanti in queste settimane. Una in particolare – con sede a Firenze e in un’altra provincia della costa toscana – pare seriamente intenzionata all’affitto aziendale sotto il controllo della curatela. Per quanto riguarda eventuali aspetti di natura penale è decisamente prematuro fare ipotesi in quanto le carte sono state trasmesse all’ufficio requirente per valutare se l’operato dei vertici della «Toscana Pane srl» sia stato improntato a correttezza e probità o invece siano state commesse come minimo gravi leggerezza gestionali. Resta un dato certo: sette anni dopo la costituzione di «Toscana Pane» nata per rilevare «Toscopan» e capace di rilevare la vecchia azienda per 2,5 milioni riassumendo la metà dei dipendenti (53 su 110)il tribunale ha sancito la fine del
primo esempio di filiera del pane in Italia a causa di una massa debitoria di circa 8 milioni accumulata in gran parte con contratti non troppo vantaggiosi con la grande distribuzione. Adesso per capire cosa accadrà dell’ex Toscana Pane bisognerà attendere ancora dai 30 ai 60 giorni.
Fonte: Il Tirreno