ALTOPASCIO. Rimanere nei locali attuali, garantendo l’impiego di almeno 20 lavoratori o trasferirsi altrove, con la garanzia di portarsi dietro soltanto cinque dipendenti. Sono i corni dell’alternativa posta di fronte a chi presenterà offerte per rilevare la Toscana Pane di Altopascio, dichiarata fallita a inizio anno e che andrà all’asta il prossimo 7 aprile.
Sull’azienda grava lo sfratto per morosità dai capannoni attualmente occupati in via Pertini. Sfratto la cui esecuzione (se non ci saranno proroghe o rinvii) è fissata al prossimo 9 aprile. E proprio questo passaggio rende complicata la cessione dell’azienda e, soprattutto, la posizione dei 53 dipendenti.
Il bando di gara distingue due possibilità , che portano a loro volta a imboccare due strade diverse. La prima è quella che prevede di continuare a panificare nella sede attuale, ovviamente trovando un accordo e firmando un nuovo contratto con il proprietario dei fondi. In questo caso la base d’asta è stata fissata a 773.600 euro, con un’offerta minima di 580.200 euro. Se questa sarà la strada scelta, il nuovo proprietario dovrà garantire la permanenza al lavoro di almeno venti persone attualmente dipendenti.
Il secondo percorso prevede invece di lasciare gli spazi di via Pertini entro 45 giorni dalla data di aggiudicazione dell’azienda, con una penale di 1.100 euro per ogni giorno di ritardo. C’è un’altra condizione: obbligarsi per due anni a non utilizzare «nemmeno per interposta persona» i locali di via Pertini per lo svolgimento dell’attività della Toscana Pane. Una precisazione doversoa per evitare che l’aggiudicatario esca dai capannoni per poi rientrarvi affittando ad altri l’attività , sfruttando lo sconto sulla base d’asta previsto in questo caso: si parte infatti da 359.700 euro. Se si adotterò questa soluzione, ci saranno dei problemi anche dal punto di vista occupazionale: il bado di gara prevede infatti che solo per cinque lavoratori sia garantito il passaggio nella nuova azienda.
Una partita molto complicata, dunque. Che ha origine nel 2010, quando la Toscana Pane rileva la Toscopan, finita in concordato. Sette anni dopo quel concordato si trasforma in un crac milionario: quando il 22 giugno 2017 la Toscana Pane ha proposto istanza di pre concordato il bilancio al 31 dicembre 2016 vedeva un attivo circolante di 2,8 milioni e debiti per 6,7 milioni. Quattro mesi dopo l’attivo circolante era di 1,8 milioni e i debiti 6 milioni. Il 4 luglio il tribunale fallimentare ha concesso 60 giorni per elaborare un piano concorsuale, ma allo scadere la società ha rinunciato alla procedura. È emerso dall’istruttoria che il 31 ottobre 2017 l’attivo circolante era ridotto a 1,6 milioni mentre il totale
del passivo era di 8,7 milioni con una perdita di esercizio di 784mila euro. Ergo: l’insolvenza si era aggravata con un’evidente incapacità di far fronte alle obbligazioni. Così al tribunale non era rimasta altra possibilità che dichiarare il fallimento dell’azienda. (l.c.)
Fonte: Il Tirreno