LUCCA – Un Patto per le politiche urbane, affinché la sostenibilità ambientale sia sempre più reale: questo è quanto è stato siglato questa mattina (11 maggio) in Provincia dal presidente e sindaco di Capannori, Luca Menesini, e dal sindaco di Lucca Alessandro Tambellini.
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I tre enti infatti, hanno deciso di aderire al “Patto per le politiche urbane per il ciboâ€, che nasce direttamente dalla Carta di Milano e alla firma ha presenziato anche Gianluca Brunori, docente esperto di Politiche del cibo e Bioeconomia all’Università di Pisa al Dipartimento di Scienze agrarie, Alimentari e Agroforestali.
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Se la Carta di Milano rappresenta un documento partecipato e condiviso che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo, ecco che le istituzioni locali hanno un ruolo fondamentale per favorire il raggiungimento di questi obiettivi: promuovendo iniziative (i Comuni), inserendosi all’interno di percorsi ed esperienze a livello europeo (la Provincia) per valorizzare maggiormente quanto viene realizzato sul territorio.
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La Provincia di Lucca, infatti, è partner del progetto europeo ‘Robust’ finanziato nell’ambito del Programma ‘Horizon 2020’ che vede la partecipazione di oltre 15 territori europei dislocati da nord a sud, da est ad ovest. Il progetto analizza le interrelazioni tra le aree urbane e periurbane rispetto alla pianificazione territoriale (protezione della risorsa contro consumo di suolo), alla cultura, alla valorizzazione delle produzioni e ai servizi. ROBUST consentirà quindi di tradurre in proposte politiche e programmatorie, attraverso un processo partecipativo che sarà avviato a fine 2018 per 4 anni, i princìpi della Carta di Milano.
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Nel frattempo sul territorio provinciale sono già state avviate iniziative di vario tipo da parte dei due Comuni principali della piana: i Comune di Lucca e Capannori: rispettivamente “Orto in condotta†con le scuole, e “Circulary Food†progetto vinto dal Comune di Capannori nell’ambito dei fondi dell’Autorità toscana per la Partecipazione che coinvolge i Comune di Lucca, Altopascio e Porcari. Queste iniziative, tra le altre, costituiranno le best practice del progetto ROBUST e saranno diffuse a livello europeo.
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La Carta di Milano, da cui discende il Patto per le politiche urbane per il cibo (ll Milan Urban Food Policy Pact), rappresenta l’eredità culturale di Expo Milano 2015, definita attraverso un dialogo promosso dal Comune di Milano che si è sviluppato tra il 2014 e il 2015 con circa trenta grandi città del mondo e con altrettante istituzioni europee e internazionali e sul quale il Comune di Milano ha esercitato un ruolo di promozione e leadership.
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Per la prima volta nella storia delle Esposizioni Universali, il grande Evento internazionale è stato preceduto da un ampio dibattito nel mondo scientifico, nella società civile e nelle istituzioni sul Tema di Expo “Nutrire il Pianeta, energia per la vitaâ€. Questo profondo processo ha portato per volontà del Governo italiano alla definizione della Carta: un documento partecipato e condiviso che richiama ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo.
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Attraverso un percorso partecipato, infatti, i maggiori esperti italiani e internazionali hanno contribuito a identificare le principali questioni che interessano l’utilizzo sostenibile delle risorse del Pianeta. In particolare, i grandi temi affrontati dalla Carta di Milano sono quattro, tutti inseriti all’interno della cornice del diritto al cibo: quali modelli economici e produttivi possano garantire uno sviluppo sostenibile in ambito economico e sociale; quali tra i diversi tipi di agricoltura esistenti riusciranno a produrre una quantità sufficiente di cibo sano senza danneggiare le risorse idriche e la biodiversità ; quali siano le migliori pratiche e tecnologie per ridurre le disuguaglianza all’interno delle città , dove si sta concentrando la maggior parte della popolazione umana; come riuscire a considerare il cibo non solo come mera fonte di nutrizione, ma anche come identità socio-culturale.
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«La politica alimentare è l’atteggiamento che guida il modo in cui una comunità coltiva il cibo, lo consuma, lo studia, ne discute, ne legifera – commenta il presidente e sindaco Luca Menesini -. La politica alimentare è multidisciplinare, multisettoriale nonché intergenerazionale e affronta questioni sociali, politiche, economiche e ambientali. La sottoscrizione del Patto per il cibo ci impegna quindi ad essere vigili sia sulle politiche urbanistiche in relazione al consumo di suolo sia ad essere attenti a quello che il suolo produce. L’assunzione di queste responsabilità , si tratti di singoli cittadini, associazioni o imprese, si traduce in precise abitudini e obiettivi di azione e sensibilizzazione che puntano ad un futuro più equo e sostenibile».
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«La firma del Patto per le politiche urbane per il cibo è un impegno forte su un tema che è sempre di più all’ordine del giorno delle agende politiche locali e internazionali – spiega il sindaco del Comune di Lucca Alessandro Tambellini – e sul quale è necessario svolgere un’azione sempre più coordinata. Le politiche alimentari e le buon pratiche correlate coinvolgono infatti più aspetti: dai risvolti economici immediati, al rilancio dell’agricoltura, non solo per la produzione del cibo locale, ma anche come tutela della bellezza e salubrità del territorio, alla distribuzione e trasformazione, fino ai temi dello spreco alimentare. Con la sottoscrizione del Patto entriamo dunque in una rete internazionale di politiche virtuose, di amministrazioni che in più parti del mondo si assumono gli stessi impegni nei confronti dei propri cittadini, presenti e futuri, e del pianeta nel suo insieme».
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Il prossimo passo, dopo la sottoscrizione del “Patto per le politiche urbane per il ciboâ€, potrebbe essere, come annuncia il presidente Menesini, la creazione di un Consiglio del Cibo (food council) chiamato ad esaminare il funzionamento del sistema alimentare (dal livello locale a quello regionale e statale), sviluppando strategie per migliorarlo ma soprattutto favorendo la condivisione di una politica alimentare (food policy) con le amministrazioni di riferimento.
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I Consigli del cibo raggruppano persone che sono in qualche modo legate al sistema alimentare e sono prima di tutto dei luoghi di discussione pubblicamente riconosciuti che operano per definire delle arene pubbliche nelle quali possono avere voce diversi soggetti (rappresentanze socioeconomiche, membri della società civile, referenti istituzionali, esperti varie discipline, lavoratori, ecc).
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Il livello istituzionale ottimale al quale attivare questo strumento di governance sarà oggetto di confronto con altri territori europei nell’ambito del progetto europeo ROBUST.
Fonte: Lo Schermo