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[ALTOPASCIO] Finisce in trappola la gang degli albanesi

LUCCA. Un gruppo di albanesi che si muove tra Lucca, la Piana e Pistoia dedito ai furti in case e appartamenti finisce in trappola grazie alla prontezza di un bimbo di 3 anni che la previdente mamma dota di un dispositivo d’allarme. I ladri entrano in casa e il piccino, che nel dormiveglia sente un rumore, pigia il tasto collegato con la ricetrasmittente della genitrice. Lei, che si trova poco distante, corre verso l’abitazione non prima di aver avvertito il marito. Il coniuge arriva per primo e scorge una Lancia Ypsilon che si allontana riuscendo a prendere i primi numeri di targa. La vettura è nella disponibilità di un albanese che vive a Montecatini Terme e ha precedenti penali specifici in materia di reati contro il patrimonio. Il furto accade la sera del 21 novembre 2017 in via delle Sane Vecchie a Segromigno in Piano. E l’inchiesta dei carabinieri – diretti dai sostituti procuratori Elena Leone e Aldo Ingangi – inizia proprio da quella segnalazione dettagliata. Attraverso le comparazione di una serie di denunce per furto (sei tra i comuni di Capannori, Altopascio e Lucca e quattro tra Pistoia e Pescia), appostamenti e pedinamenti della Lancia Ypsilon in uso al gruppo, agganci di celle telefoniche e soprattutto grazie al Gps montato da militari in borghese sotto la vettura, nel giro di quattro mesi gli inquirenti arrivano ad individuare i quattro componenti la gang: due finiscono in carcere e altrettanti vengono indagati con l’accusa di furto aggravato. Ma l’elemento cardine dell’indagine è sicuramente Flori Sejdini, 26 anni, residente a Montecatini, finito in carcere con l’accusa di aver compiuto 9 furti e già finito in manette perché protagonista nel 2016 di una serie di colpi in abitazioni di Altopascio e Ponte Buggianese.

RAPINA E INSEGUIMENTO

All’albanese il gup Antonia Aracri ha notificato un avviso di garanzia per la rapina avvenuta la sera del 31 marzo scorso nell’abitazione di Pierangelo Maccioni, 47 anni, operaio, aggredito assieme alla moglie. È accusato di aver fatto parte della banda di rapinatori – composta da altri due connazionali – che dopo la rapina fuggì a bordo di una Renault Clio inseguita da una pattuglia dei carabinieri del radiomobile sulla via Pesciatina. Per sfuggire alla cattura la gang inchiodò in mezzo alla strada in località Salita del Gallo a Gragnano causando un incidente con i carabinieri che rimasero contusi mentre i banditi che fuggirono attraverso i campi. Nella notte del 31 marzo i componenti della banda rubarono un Land Cruiser rubato a un uomo di 52 anni residente a Capannori e parcheggiato all’Hotel Country di Fontananuova – a 3-4 chilometri dal luogo dell’incidente con i carabinieri – e fuggirono verso la Valdinievole. Alla guida c’era Flori Sejdini che venne incrociato da una pattuglia del nucleo operativo di Montecatini assieme a un complice non identificato. L’11 aprile i militari della stazione di Montecatini rintracciarono l’albanese in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per ricettazione in concorso. Ma dopo poche settimane aveva già ottenuto un’attenuazione della misura : l’obbligo di presentazione alla stazione dei carabinieri.

L’ALTRO ARRESTATO

Assieme a Sejdini è finito in carcere il connazionale Roland Kolaj, 37 anni, di Montecatini Terme, a cui gli inquirenti imputano 11 furti. Altri due connazionali, tra cui Klodian Ndoj, 20 anni, colpito dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sono indagati in stato di libertà perché ritenuti facenti parte del gruppo specializzato in furti commessi dalle 17 alle 22 nelle abitazioni. L’albanese

di 28 anni, dimorante a San Casciano Val di Pesa (Firenze), è stato sottoposto a perquisizione domiciliare. I militari hanno rinvenuto dei dischi per mola e flessibile usati probabilmente per forzare cassaforti e armadi blindati. Della refurtiva rubata invece nessuna traccia.

Fonte: Il Tirreno