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[ALTOPASCIO] Torna a compiere rapine non appena esce di carcere

ALTOPASCIO. Era uscito dal carcere nell’ottobre 2017 e di recente obblighi e misure erano cessati. Ma la redenzione tanto auspicata dal legislatore non c’è stata per Stefano Tangari, 33 anni, residente ad Altopascio, arrestato dai carabinieri poche ore dopo le rapine in una tabaccheria di Chiesina Uzzanese e in una farmacia di Fucecchio. Formalmente la custodia cautelare in carcere è legata alla detenzione illegale di una pistola che i militari hanno trovato nella sua abitazione. Per le rapine – contestate dal sostituto procuratore Salvatore Giannino – era trascorsa la flagranza di reato e quindi non poteva essere emessa una misura detentiva. A giorni il malvivente verrà interrogato dal gip per la convalida.

A VOLTE RITORNANO

Stefano Tangari e il fratello Rito erano stati condannati a 4 anni di reclusione per rapine messe a segno alle farmacie e ai supermercati della Piana e della Val di Nievole. Da gennaio a settembre 2013 avevano terrorizzato la Lucchesia. Poi erano stati arrestati dalla squadra mobile dopo un colpo commesso al supermercato Ekom di Ponte all’Abate. Per compiere le rapine usavano la pistola del babbo, la 357 magnum con matricola abrasa. L’arma apparteneva a Maciste Tangari, 47 anni, inchiodato in coma in un letto a causa di una pallottola che lo aveva raggiunto alla testa durante una colluttazione mentre stava compiendo una rapina alla Match Point.

IL NUOVO ARRESTO

Dopo la seconda rapina di mercoledì – quella della farmacia di Fucecchio, avvenuta alla presenza di una bambina di pochi anni in compagnia della mamma, il malvivente armato di pistola automatica si è allontanato a bordo di una moto e con il volto travisato dal casco in direzione di Altopascio. E proprio un maresciallo, attraverso le immagini del sistema di videosorveglianza della farmacia, si è accorto che quella fisionomia gli era congegnale. I sospetti si sono indirizzati verso Stefano Tangari. Da lì la decisione di effettuare una perquisizione domiciliare, condotta con l’ausilio dell’unità cinofila di San Rossore, che ha consentito di recuperare i vestiti indosso al malvivente nelle due rapine, la moto, il casco e l’arma: una Beretta automatica calibro 9×21 con 14 cartucce. Il casco e la moto erano già stati riverniciati con una bomboletta spray, ma in modo grossolano. Mentre l’arma è stata rubata in una casa a Livorno nel luglio 2017. Occhiali da sole e maschera di gomma sotto il casco integrale – proprio

come era accaduto nelle rapine del 2013 – completavano il travisamento con guanti, sciarpa e un piumino nero. Tangari avrebbe negato ogni addebito per poi aiutare i militari a recuperare il materiale delle due rapine e a consegnare 57 cartucce calibro 6,35 illegalmente detenute.

Fonte: Il Tirreno