Porcari (LUCCA) –
PORCARI. Il caso Snaitech continua ad alimentare un doppio fronte di polemica: quello tra la Fiom e l’azienda (per la scelta contestata di modificare il contratto dei dipendenti dal metalmeccanico al terziario), ma anche quello all’interno dello stesso fronte sindacale.
«Non c’è discussione – esordisce Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom per il Gruppo Snaitech – la Snaitech non può disapplicare dal primo novembre il contratto collettivo nazionale dell’industria metalmeccanica. La diffida (inviata da Fiom all’azienda attraverso i suoi legali ndr) è un atto dovuto, in quanto si cerca di ledere un diritto e, ovviamente, se l’azienda non recede dalla sua decisione unilaterale, ci riserviamo ogni azione nelle competenti sedi. La Fiom agisce nel rispetto del diritto, della democrazia di mandato, della rappresentanza e rappresentatività ».
Quindi la replica alla Uil che aveva invitato a evitare un muro contro muro in questa fase della trattativa, ventilando anche il rischio di far perdere ai dipendenti il premio di risultato di 2.800 euro. «Non ci sembra che la Uil – replica Braccini – tra i lavoratori a cui viene applicato il contratto dei metalmeccanici a Roma, Milano o Porcari, abbia delegati eletti o sia un sindacato rappresentativo. Come poi la Uilm possa parlare di cifre su premi, soggetti a raggiungimenti di risultati ancora da definire in un’azienda in via di trasformazione, è tutto da scoprire. Oltremodo, senza la Fiom, non esisteva proprio nessun coordinamento o tavolo di negoziazione nazionale. L’azienda sa bene che non può disapplicare il contratto nazionale metalmeccanico, ma vorrebbe dimostrare la regola della forza e che il potere di scegliere lo ha in mano solo l’impresa. Fortunatamente siamo ancora in un paese di diritto e abbiamo il dovere di far si che la negoziazione sia sempre all’ombra della legge. La Snaitech vuole mettere fuori dalla discussione il sindacato più rappresentativo, la Fiom. Noi non abbandoniamo nessun tavolo, anzi, vogliamo capire bene la vendita e l’operazione pubblica di acquisto in corso da parte di Playtech, perché il futuro dell’azienda ed i rischi che si mettano in discussione i siti produttivi e venga spostato il baricentro a Londra sono concreti».
«Nel nuovo Decreto dignità – riprende l’esponente della Fiom – sono previsti la fine degli aiuti per le aziende che spostano all’estero gli impianti, e in questo caso vi è più facilità a verificare l’operazione di vendita aziendale a Playtech visto che il settore è subordinato al rilascio di concessioni pubbliche. Di fronte a una cessione a un colosso del settore presente in tutto il mondo, la Snaitech
non è stata in grado di accennare a un piano industriale sul futuro dell’azienda in Italia, è questa la priorità e il ministero dello Sviluppo Economico verrà interessato a esaminare questa operazione, che a noi appare poco chiara e presenta molti rischi ed incognite». —
Fonte: Il Tirreno