CAPANNORI
Una macchia nera che si vedeva da lontano; una macchia nera dalla quale continuavano a levarsi, qua e là colonne di fumo. Una macchia nera che segna (e continuerà a farlo fino a quando la natura non riprenderà il sopravvento) come una ferita il versante orientale del Monte Serra. È quanto restava dell’incendio che, scoppiato nella notte tra domenica e lunedì, ha devastato il Monte Castellaccio: una collina in realtà , che si alza ai piedi dei Monti Pisani separando tra loro i paesi di Pieve di Compito e San Leonardo in Treponzio. Una trentina di ettari di bosco di pini distrutti e, una volta tanto (magrissima consolazione), pare ormai assodato che a scatenare l’incendio siano state cause naturali. Un fulmine, e non un piromane, come quello che pochi giorni prima aveva creato un deserto sul versante opposto del Monte Serra, o come quello (sempre che non si tratti dello stesso imbecille) che aveva colpito nel Compitese a fine agosto. O come quello che negli ultimi anni e negli utili mesi ha colpito più volte tra Altopascio e Montecarlo.
Spento il fuoco già nel primo pomeriggio di lunedì, il lavoro del personale antincendio però non era finito, e presumibilmente non lo sarà ancora almeno fino alla giornata di oggi.
Il lavoro di bonifica e sorveglianza contro il rischio di eventuali riprese del fuoco è proseguito, per tutta la notte scorsa e la giornata di ieri. Il rischio era (ed è) quello di eventuali braci ardenti rimaste nascoste sotto la cenere. Un pericolo concreto, e lo si è visto anche ieri, con sporadiche colonne di fumo che iniziavano ad alzarsi dalla “macchia neraâ€. Il vento che a folate ha interessato l’area ha contribuito ad asciugare il terreno e, al tempo stesso, ad alimentare piccole combustioni. Ma niente di preoccupante, se opportunamente tenuto sotto controllo.
Ed è quanto hanno fatto ieri sette squadre, tra personale dell’Unione dei Comuni e gruppi dei volontari antincendio, intervenendo di volta in volta là dove si cominciava a vedere alzarsi nuovamente del fumo, mentre sono state fatte intervenire anche delle ruspe per riuscire a ricavare percorsi in mezzo al bosco e arrivare così da terra in quei punti altrimenti irraggiungibili. Così, mentre nell’aria si avvertiva ancora da distanza l’odore acre del fumo, dal luogo dell’incendio si levavano i rumori delle motoseghe e degli escavatori che si facevano largo in mezzo alla boscaglia.
Ieri sera la bonifica poteva dirsi completata, anche se nella notte appena trascorsa sul posto sono rimaste delle squadre a controllare.
Anche ieri sul luogo dell’incendio è tornato il sindaco di Capannori Luca Menesini, che per tutta la giornata di lunedì aveva seguito in prima persona le operazioni di spegnimento. Accompagnato dai direttori operativi del coordinamento delle operazioni Luca Bini e Marco Saviozzi, si è recato sui luoghi dell’incendio,l sottolinenado come il gran lavoro di tutte le persone intervenute sul posto abbia permesso di bloccare
l’incendio prima che lo stesso potesse provocare danni ancora più gravi: «Le squadre lavoreranno tutto il giorno – ha scritto il sindaco sul suo profilo Fb – e, anche stanotte, ci saranno alcune squadre a controllare. Diciamolo tutti insieme: grazie a tutti, grazie, grazie, grazie». —
Fonte: Il Tirreno