Press ESC to close

PORCARI Anche Altopascio scettico sullo stop agli Euro 3 – Cronaca

Porcari (LUCCA) –

ALTOPASCIO. Anche il Comune di Altopascio è scettico sull’ipotesi di bloccare la circolazione pure alle auto Euro 3. Per l’amministrazione D’Ambrosio il problema dell’aumento delle polveri sottili, schizzate a livelli preoccupanti, non è rappresentato tanto il traffico veicolare, ma da altre fonti inquinanti come i caminetti e i falò utilizzati per smaltire potature e sterpaglie nei campi, abitudine diffusa nella Piana.

«Gli attuali livelli di inquinamento non sono accettabili – dice il vice sindaco con delega all’ambiente Daniel Toci – valuteremo le misure ulteriori da prendere, comprese le eventuali novità, con gli altri comuni della Piana, attraverso anche la definizione del nuovo Piano di azione comunale 2019-2021, che partirà a breve. Dobbiamo lavorare in sinergia con gli altri».

Per Toci è «necessario procedere anche con una diffusa campagna di sensibilizzazione, magari partendo proprio dai più giovani, quindi dalle scuole, attraverso anche strumenti nuovi di intercettare e catalizzare l’attenzione dei ragazzi: il pm10 non si vede, non si tocca, non si percepisce, ma c’è ed è molto pericoloso. La campagna di sensibilizzazione dovrà riguardare anche l’intera cittadinanza, affinché ognuno sia responsabilizzato sui comportamenti corretti da tenere. Bastano anche piccole azioni quotidiane per migliorare, almeno di un po’, l’aria che respiriamo».

Altopascio, come Capannori e Porcari, frena sulla possibilità di restringere anche ai diesel Euro 3 l’ordinanza antismog in vigore fino a domenica: «I dati ci dicono che le fonti principali di concentrazione di polveri sottili sono riconducibili alla combustione della biomassa e al sistema di riscaldamento domestico. La componente del traffico incide, ma non in misura così determinante. La prova è nei dati di domenica 6 quando tutto il traffico pendolare e pesante è stato praticamente

fermo eppure abbiamo avuto i livelli massimo di sforamento. È una battaglia anche culturale, non più rimandabile, che ci deve vedere uniti come amministratori locali e regionali e che necessita anche di investimenti e politiche di livello nazionale». —

N. N.

Fonte: Il Tirreno