Resterà in carcere il capo della gang dell’Est Europa che la scorsa primavera assieme a tre complici mise a segno nove furti in case ed appartamenti a Capannori, Montecarlo, Cascina, Altopascio, Pescia e una rapina ai danni di una coppia del Capannorese. Flori Sejdini, 27 anni da compiere tra due mesi, residente a Montecatini, attualmente detenuto alla casa circondariale di La Spezia, ha patteggiato tre anni e sei mesi di reclusione davanti al gup Riccardo Nerucci. Tra le pene accessorie l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Ma niente risarcimento danni alle vittime dei furti perché nessuna di loro si è costituita parte civile. La sua posizione è stata stralciata da quella dei complici della rapina e dei furti che verranno giudicati separatamente.
GIORNATA PARTICOLARE
Il 30 marzo 2018 la banda dell’Est che terrorizza la Piana finisce in trappola al termine di una scorribanda tra le abitazioni del Capannorese. Dapprima Sejdini e soci, previo danneggiamento di parte del sistema d’allarme e dell’illuminazione esterna, provano ad entrare in una casa a Segromigno desistendo soltanto dopo che scatta l’allarme collegato con la centrale operativa dei carabinieri. Subito dopo eccoli, utilizzando lo stesso sistema, in una villetta a Zone. Lì, ha farli desistere dopo aver messo ko l’impianto elettrico, è la padrona di casa che li scopre e li costringe a fuggire a bordo di una Renault Clio rubata a Pescia cinque giorni prima. A quel punto si fiondano in una casa del Capannorese forzando la porta d’ingresso e impossessandosi di gioielli. Ma anche quel colpo finisce male: i proprietari, una giovane coppia, rientrano e li colgono sul fatto. Per guadagnarsi la fuga Sejdini e i suoi complici minacciano e aggrediscono con un bastone i coniugi causando loro lesioni giudicate guaribili in tre giorni. La reazione del padrone di casa consente ai carabinieri di individuare l’auto e al termine di un inseguimento in località Salita del Gallo la gang per sfuggire alla cattura provoca un incidente con i militari che restano contusi e i banditi che fuggono a piedi attraverso i campi. Alla guida della vettura rubata e abbandonata incidentata in mezzo alla Pesciatina c’è Flori Sejdini. Nell’abitacolo viene rinvenuta merce di provenienza illecita e il sostituto procuratore Aldo Ingangi può incriminare Sejdini anche per ricettazione.
REFURTIVA RECUPERATA
Nella Clio vengono rinvenuti il portatile Toshiba, un hard disk e accessori provento del furto commesso il 25 marzo nella casa della proprietaria dell’utilitaria. E poi ancora un tablet Apple IPad, un IPhone, un’ascia e una macchina fotografica reflex rubate da una villetta a Pescia il 24 marzo 2018; un IPhone Apple provento di furto commesso in un’abitazione a Cascina 24 ore prima dell’inseguimento dei carabinieri a Gragnano; due portatili (Samsung, Compaq Hp) rubati il 27 marzo in una casa ad Altopascio e nello stesso giorno, sempre nello stesso Comune, un portatile Acer trovato dentro una villetta messa a soqquadro. Rinvenuto pure un portafoglio rubato all’interno di un’autovettura a Pescia.
LA PISTOLA E LA RAPINA
Tra la refurtiva c’è pure la pistola scacciacani con 4 bossoli provento della rapina commessa alle 21 del 25 marzo nell’abitazione di un pensionato di 84 anni di Tassignano. Venne tenuto in ostaggio da tre banditi incappucciati che lo tennero sotto sequestro per oltre un’ora portandosi via i gioielli della moglie defunta del valore di
5mila euro. Dei monili nessuna traccia. E, al momento, nessuna certezza che la banda di Sejdini possa aver messo a segno la rapina. Nella notte tra il 30 e il 31 dal cortile di un’abitazione di Gragnano la banda dell’Est s’impossessò di un Toyota Land Cruiser. —
Fonte: Il Tirreno