Porcari (LUCCA) –
PORCARI. Accordo non rispettato da parte di Snaitech. Questa l’accisa che arriva da Massimo Rossi coordinatore nazionale Fiom Cgil per Snaitech.
«L’azienda Snaitech – scrive Rossi – si era dichiarata disponibile a riprendere il confronto con la Fiom sul rinnovo del contratto aziendale, ma mancano 300 euro di premio che dovevano essere riconosciuti a tutti i lavoratori delle sedi di Roma, Porcari e Milano. L’accordo del 28 settembre 2017 è chiaro, per l’anno 2017 doveva essere riconosciuto un premio aggiuntivo di 300 euro, somma mai arrivata. Ci hanno risposto che la nostra richiesta è strumentale, invece è sostanziale. Abbiamo l’abitudine di scrivere accordi chiari e questo non da adito a interpretazioni, la Snaitech doveva riconoscere un premio a tutti i 650 dipendenti e non l’ha fatto. Rivendichiamo pertanto la piena applicazione di questo accordo, saremmo costretti, altrimenti, a intraprendere nuovamente le vie legali. Riteniamo grave che un’azienda condannata da pochi mesi per attività antisindacale continui con questi comportamenti».
Ma Rossi va all’attacco anche del governo: «La nuova proprietà Playtech ha probabilmente tutto l’interesse a mantenere uno stato di caos e di gestione paternalistica in modo da non presentare nessun piano di prospettiva. A nostro avviso le sedi italiane di Snaitech, all’interno di un gruppo internazionale come Playtech, rischiano un pesante ridimensionamento e la messa in discussione dei livelli occupazionali, mentre il governo del cambiamento è latitante. Su queste aziende il governo ha competenza diretta per intervenire, stante che le concessioni legate al gioco sono di loro competenza attraverso i Monopoli, ma nonostante le numerose richieste e un’interrogazione parlamentare, non è stato concesso un incontro. Il governo a nostro avviso ha il dovere di chiamare la Snaitech
a rendere conto dei suoi comportamenti, delle mancanza di un piano industriale e, se del caso, rivedere il rilascio delle concessioni pubbliche in modo che siano davvero rilasciate nel maggior interesse della collettività e dei lavoratori, e non del profitto privato». —
Fonte: Il Tirreno