ALTOPASCIO. Impiegare il proprio tempo per il paese, per la cura del bene comune e degli altri, in cambio di un lavoro vero, retribuito e contrattualizzato. È quello che sta succedendo ad Altopascio, dove da un paio di settimane è partito il progetto sperimentale “Diamoci una manoâ€, promosso da Misericordia (che ha partecipato al bando della Regione) e amministrazione D’Ambrosio, che ha compartecipato alle spese. Un modo per far crescere ulteriormente il baratto sociale ed estenderlo all’intero anno. Divisi in gruppi di 3/4 persone, i partecipanti, disoccupati, iscritti al centro per l’impiego e selezionati in base a una serie di requisiti, sono impegnati 12 ore a settimana con rotazione ogni tre mesi, per 500 euro netti al mese.
«Abbiamo avuto un vero e proprio boom di domande – spiega il presidente della Misericordia Salvatore Bono – Ne sono arrivate 74: di queste, 30 avevano i requisiti per accedere ai colloqui. Le persone più idonee sono 13 e sono già al lavoro. I requisiti previsti sono semplici: abbiamo stabilito un punto a chi ha fino a due figli minori; due punti a chi ha più di due figli minori; a chi è nato prima del 1969, persone cioè più difficilmente ricollocabili nel mondo del lavoro e a chi ha in famiglia una persona invalida. Con questo intervento andiamo a offrire una nuova possibilità di inserimento sociale e lavorativo, il tutto sotto il segno della solidarietà , che è l’ingrediente più importante per la Misericordia».
Le persone che stanno partecipando a “Diamoci una mano†sono già all’opera per curare, sistemare e riqualificare intere aree pubbliche del territorio comunale: c’è chi si occupa del centro storico e chi dei parchi; chi sta intervenendo nella zona industriale e chi rimuove dalla strada interi sacchi di immondizia. E ancora ci sono i gruppi per le frazioni e chi invece impiega il proprio tempo per attività di assistenza agli anziani o alle persone in difficoltà , il tutto con l’obiettivo di migliorare il vivere comune e ricavare uno stipendio vero.
«Con questo progetto riusciamo a coprire tutto l’anno – spiegano il sindaco Sara D’Ambrosio e l’assessore Ilaria Sorini – diamoci una mano, infatti, si affianca e integra il progetto di baratto sociale: quest’ultimo continuerà a interessare le persone che fanno domanda per il fondo anticrisi o individuate dai servizi sociali comunali. Il fatto che ci siano state così tante domande dimostra che le situazioni di difficoltà economica e di fragilità sono considerevoli, e che la disoccupazione è ancora purtroppo molto presente: tutte queste persone, nel momento in cui hanno saputo della possibilità di un lavoro e di uno stipendio, si sono presentate immediatamente, guidate anche dalla volontà di fare del bene per il proprio paese. Tra reddito e stipendio c’è molta differenza:
noi puntiamo sullo stipendio, cioè sulla retribuzione a fronte di un lavoro svolto. In questo modo usciamo dalla logica assistenzialistica. Ci attiveremo per trovare risorse, tra bandi regionali e fondi europei, per confermare il progetto anche l’anno prossimo». —
Fonte: Il Tirreno