Porcari (LUCCA) –
L’anatomopatologo Bonuccelli ha eseguito gli esami necroscopici escludendo l’ipotesi dell’infarto. Prelievi ematici e tossicologici per capire le ragioni della morte
LUCCA. Un riscontro diagnostico eseguito con grandissimo scrupolo e che ha richiesto praticamente l’intera giornata compresi i prelievi ematici e tossicologici. Al termine dell’autopsia, eseguita dall’anatomopatologa Diana Bonuccelli, è stata esclusa l’ipotesi dell’infarto. Il cuore di Antonio Baldassarri, 51 anni, operaio deceduto la sera di sabato 15 giugno dopo che la moglie gli aveva praticato un’iniezione di antidolorifico per placare una fastidiosa sciatalgia, era sano. Quindi, allo stato degli atti e in attesa (60 giorni) delle conclusioni degli esami tossicologici, la morte dell’operaio, sposato e padre di tre figli, è da attribuirsi ad uno choc anafilattico causato proprio dal farmaco.
Sul banco degli imputati sale quindi il Dicloreum, una molecola utilizzata come principi attivo per combattere il dolore. Un prodotto che, la vittima – operaio cartario alla ST, la ex Sca di Porcari – aveva già utilizzato in passato e che gli era stato consigliato da un medico. Il sostituto procuratore Elena Leone – che stamani darà il nullaosta alla sepoltura (la salma sarà esposta un giorno prima di dar luogo alla cremazione) – attende adesso la relazione del medico legale e i riscontri dei prelievi per poi prendere le sue decisioni. Ma una cosa è certa: il magistrato vuole andare fino in fondo. Vuole capire, una persona di mezza età che non soffriva di disturbi particolari, possa morire in seguito alla somministrazione di un antidolorifico o antinfiammatorio.
La scorsa settimana, l’autorità giudiziaria, aveva delegato i carabinieri di Castelnuovo Garfagnana ad acquisire il farmaco che si trovava sul comodino della camera da letto mentre la siringa è stata, logicamente, gettata dopo aver praticato l’iniezione rivelatasi fatale. Alla confezione di Dicloreum mancavano almeno due fiale. Iniezioni, evidentemente già eseguite, e che non avevano dato l’esito letale accaduto la sera del 15 giugno. Per conto della procura i militari avevano ascoltato, nella sua abitazione di Vitiana, il racconto della compagna della vittima, Elisa Giusti, 44 anni, ultima a vedere in vita il coniuge. La donna ha fatto il possibile per salvargli la vita senza riuscire ad impedire che morisse tra le sue braccia vittima del soffocamento provocato dallo choc anafilattico.
Sono molti gli interrogativi da sciogliere e tra questi anche la farmacia e il periodo in cui è stato comprato il Dicloreum. E soprattutto il magistrato vuol capire se ci può essere un nesso causale tra la somministrazione di quel farmaco e precedenti ricoveri ospedalieri per una fastidiosa forma di broncopolmonite. Da cui, probabilmente, Baldassarri non era del tutto guarito. Prima della scomparsa alcuni amici lo avevano visto un «po’ gonfio». Forse proprio per i farmaci e gli antibiotici usati per combattere la broncopolmonite. —
Â
Fonte: Il Tirreno