Molte differenze fra i vari impianti della Lucchesia, che rimane comunque più economica della Versilia
LUCCA. Se volete risparmiare qualcosa sul prezzo della benzina e su quello del diesel, il vostro posto ideale è Altopascio. Qui si trovano infatti due dei tre distributori che – secondo le rilevazioni dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello sviluppo economico – hanno i costi al litro più bassi (al self service) sia per quanto riguarda la super, sia per il gasolio in tutta la provincia Versilia esclusa.. Per la precisione, il più economico è uno “senza marchio†in via Roma ad Altopascio, seguito dalla Tamoil sulla Pesciatina (qui siamo a Lucca) e dalla Giap di Spianate (di nuovo ad Altopascio). Quest’ultima compagnia ha cominciato a prendere piede nel nostro territorio: si tratta di un’azienda originaria di Modica, nel ragusano, che nel corso del tempo si è espansa anche al di fuori dei confini della Sicilia.
Scorrendo la tabella qui a fianco – che è stata realizzata considerando soltanto gli impianti che hanno comunicato i propri prezzi al ministero dopo il 19 settembre scorso – si vede una grande presenza di compagnie non “tradizionaliâ€. A partire dai tre punti vendita a marchio Conad, che praticano (esclusivamente con il self service) prezzi fotocopia negli impianti di Gallicano (quello “storicoâ€, legato al Leclerc), Lucca e Altopascio, all’uscita dell’autostrada. C’è poi il celebre Masini sul viale Europa a Lammari e il Fast fuel a Montecarlo, oltre alla Europam sulla via del Brennero. Come si può vedere, le differenze a parità di carburante e di modo di erogazione, ci sono e sono anche sensibili, nell’ordine di qualche decina di centesimo di euro al litro. Ad esempio, per il self alla benzina fra la pompa più economica e quella più cara c’è una differenza di oltre 12 decimi di euro al litro. Fra le altre curiosità che si possono trovare spulciando nelle tabelle dell’osservatorio ministeriale, la conferma di una tendenza ormai consolidata: il fatto, cioè, che fare il pieno in Versilia costi assai di più rispetto a fare rifornimento al di qua del monte di Quiesa.
I prezzi dei carburanti non sono stati tranquilli negli ultimi giorni. Anzi, hanno subito un rialzo a causa delle tensioni in Medio Oriente. È il 14 settembre quando i guerriglieri yemeniti Houti, alleati dell’Iran, mettono nel mirino gli impianti petroliferi di Abqaiq e Kharais in Arabia Saudita; impiegando droni aerei, colpiscono «il secondo giacimento del Paese, Khurais, capace di produrre 1 milione e mezzo di barili al giorno – dettaglia Il Sole 24 ore nell’edizione del 15 settembre – e il maximpianto di Abqaiq, il più grande del mondo, in cui gran parte del greggio saudita viene pre-trattato prima dell’esportazione». Gli effetti vengono calcolati da lì a breve: la produzione di Riad è dimezzata e per un periodo di tempo non determinabile il mondo dovrà andare avanti con circa 6 milioni di barili al giorno di greggio in meno. Il che comporta un aumento a catena, fino alla pompa. Che però – secondo diversi esperti – non dovrebbe andare oltre qualche centesimo al litro. —
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Fonte: Il Tirreno