Porcari (LUCCA) –
Arpat indica le zone più a rischio sotto il profilo ambientale. Sorvegliata speciale Cava Fornace a Pietrasanta
VIAREGGIO. La Versilia ha il triste record di terreni da bonificare nel territorio della provincia di Lucca. Si parla esattamente di 161,26 ettari di terreno che devono essere sottoposti a procedure specifiche affinché rispondano ai parametri ambientali stabiliti dalla legge. Nel mirino ci sono principalmente distributori di benzina e discariche, che sono ritenute aree particolarmente sensibili sul piano dell’inquinamento.
La parte del leone la fa Pietrasanta con Cava Fornace, l’impianto che si trova al confine tra Pietrasanta e Montignoso. È quanto esposto nell’annuario dei dati ambientali della Toscana relativi alla provincia di Lucca che dà la fotografia della situazione sul nostro territorio. La discarica pietrasantina è il sito più esteso della provincia di Lucca da bonificare. Ci sono circa 1.000.000 metri quadrati di superficie da bonificare corrispondenti a circa 100 ettari. In totale, secondo le statistiche raccolte dall’agenzia regionale per l’ambiente, ci sarebbero 110 siti versiliesi che hanno una questione aperta riguardo all’inquinamento. Di questi però non tutti sono da bonificare: su alcuni il lavoro è già finito e deve essere soltanto certificato. Così soltanto 49 hanno ancora effettivamente bisogno. I siti specifici possono essere rintracciati nella tabella qui a fianco. Come è possibile notare, un’attenzione particolare viene messa su distributori e discariche. La bonifica consiste, in tutti i casi, nell’isolare e rimuovere le sostanze inquinanti dall’ambiente, sia dal suolo che dalle acque. Per la prima categoria, per esempio, la criticità sta proprio nel materiale che viene venduto: le pompe di benzina infatti spesso devono rimuovere oppure sostituire i serbatoi, o ripulire quelli già esistenti ed evitare che ci siano sversamenti sul terreno di liquido inquinante. Il report dà conto di 48 di benzina presenti nei sette comuni che vengono controllati dai tecnici sul piano dell’inquinamento da idrocarburi.
Per le discariche il discorso è diverso. Secondo l’Arpat sono 17 gli impianti che gestiscono o gestivano i rifiuti (di diverso tipo) in Versilia che devono mettersi in regola. Tra queste notiamo le Carbonaie, la Morina, l’ex discarica di Giardo e l’ex discarica di Bernardone a Camaiore, l’ex discarica di Pioppogatto a Massarosa. Per un motivo o per l’altro i tecnici hanno rilevato delle criticità sulle quali è necessario intervenire: non entrando nello specifico dei singoli provvedimenti, la prescrizione generale comporta la messa in sicurezza dei rifiuti presenti in modo che non abbiano contatto con l’ambiente, tramite sistemi di contenimento sul posto. L’isolamento si ottiene generalmente mediante barriere fisiche (come per esempio isolamenti superficiali) oppure idrauliche (come i pozzi di emungimento e trincee drenanti).
Come detto, la parte più consistente riguarda la discarica di Pietrasanta. Interpellato il Comune viene risposto: «Prendiamo atto del dato di Arpat ma non sappiamo a cosa si riferisce: è una cosa che riguarda il nostro territorio ma non abbiamo ricevuto istruzioni su come agire. Chiederemo maggiori informazioni e, una volta avute spiegazioni ulteriori, agiremo di conseguenza». I siti nell’elenco delle bonifiche sul comune di Camaiore sono 24 per 6,5 ettari circa; a Forte dei Marmi sono 10 luoghi per meno di mezzo ettaro; a Massarosa ci sono dieci si nell’elenco delle bonifiche per 6,7 ettari totali; Pietrasanta, come detto, ha venti aree per 119,86 ettari (primo nella provincia di Lucca seguito da Porcari con 70 ettari e Capannori per 48 ettari); a Seravezza ci sono sette siti per 5,8 ettari; a Stazzema soltanto sei aree per poco più di un ettaro ed infine Viareggio che ha più luoghi segnalati (33) con un’estensione totale di 21 ettari circa. —
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Fonte: Il Tirreno