
Tullio, di Camigliano, era ospite della Rsa “La Perla†da circa un mese e mezzo: lascia la moglie Marcella
LUCCA. Il bollettino dell’Asl Toscana nord ovest parla di sei nuovi contagiati dal coronavirus, ieri: quattro a Lucca (due uomini e due donne), uno ad Altopascio e un altro a Capannori. Un leggero aumento rispetto all’unico caso – registrato a Pescaglia – nella giornata di martedì scorso.
Ma c’è, purtroppo, un’altra vittima, uccisa dal Covid-19: si tratta di Tullio Nutini, 88 anni, di Camigliano, ospite della Rsa “La Perla†di Capannori. Il virus, però, non gli ha lasciato scampo e Nutini è morto proprio nel giorno di Pasqua, lasciando un grande vuoto nei suoi familiari.
Lui, uomo mite e generoso, proveniva da una famiglia di artigiani che lavorava nel settore delle calzature, a Camigliano. «Nostro zio – raccontano, commosse, le nipoti Iliana e Ines Nutini – ha cominciato a lavorare nella fabbrica di zoccoli di famiglia. Con il tempo, poi, ha avviato la sua attività , che realizzava componenti per le calzature, con la moglie, nostra zia Marcella Michelini, 80 anni, e un socio, a Segromigno in Piano. Lì nostro zio è stato in prima linea, con tutta la sua passione e dedizione, fino a una quindicina di anni fa». Poi, però, con l’avanzare del tempo, sono cominciati i primi acciacchi. «Una cosa piuttosto normale, vista anche l’età – raccontano le nipoti – Da un mese e mezzo era ospite della Rsaâ€La Perla†e, con la diffusione del coronavirus, purtroppo non abbiamo più potuto vederlo. E questo ci ha fatto soffrire tantissimo».
Anche perché le sorelle Nutini sono sempre state molto legate al loro zio. «Era un uomo sempre allegro e generoso – ricordano – una figura che ha accompagnato tutta la nostra vita. Lui, fratello minore di nostro padre, è sempre stato per noi un punto di riferimento. E, soprattutto dopo la scomparsa di nostro padre, zio Tullio è stato un genitore, per noi. Lui e la zia Marcella non hanno avuto figli e tutte le loro attenzioni le hanno concentrate su di noi».
Una famiglia unita, conosciuta e stimata sia a Camigliano e Segromigno, la cui tranquillità è stata spezzata, all’improvviso, da un mostro subdolo e senza volto chiamato coronavirus.
«Prima è arrivata la febbre – raccontano Iliana e Ines Nutini – ma poi è scomparsa. Il tampone, però, non ha lasciato spazi ai dubbi: mio zio aveva contratto il Covid-19, pur essendo asintomatico. Lo ha attaccato e, alla fine, lo ha ucciso». Resta, adesso, la tristezza per non avergli potuto dare un addio come Tullio Nutini avrebbe meritato. «Martedì scorso c’è stata la benedizione del feretro al cimitero di Camigliano – concludono le nipoti di Tullio Nutini – Vorremmo far riflettere su quanto questo maledetto virus tolga la dignità alle persone, privandole anche di un ultimo saluto. Quando nostro zio era ospite della Rsa “La Perla†lo sentivamo ogni giorno. Non era come abbracciarlo, ma la sua voce ci riempiva il cuore di gioia con la speranza che guarisse presto. Ora, a casa, non tornerà più».Â
Fonte: Il Tirreno