Il gruppo criminale si muoveva sull’asse Treviso-Lucca con auto potenti, targhe false e scanner per evitare controlli
LUCCA. Finisce in trappola la gang dei sinti specializzata nei colpi ai bancomat della Toscana. Sono 6 gli sportelli fatti saltare in aria, soprattutto nel febbraio scorso, riconosciuti alla gang che operava sull’asse Lucca-Treviso. Mentre sono ancora in corso accertamenti per attribuire allo stesso gruppo il furto del primo febbraio all’ATM della Cassa di Risparmio di Carrara, filiale di Querceta, il tentato furto del 29 febbraio all’ATM dell’ufficio postale di Via Nottolini a Lucca, il colpo nella notte tra il 14 e il 15 dicembre 2019 allo sportello bancomat della Cassa di Risparmio di Volterra in viale San Concordio e quello del 6 gennaio 2020 al Postamat di Pontetetto.
GLI ARRESTATI
In carcere sono finite sei persone. Cinque perchè ritenute elementi chiave nell’inchiesta sui colpo ai bancomat. Si tratta di Liliano Ferri, 48 anni, di Altopascio; Guido Dejan Negro, 25 anni, di Viareggio che gli investigatori hanno fermato a Prato; Janco Major, 46 anni, residente a Treviso; Naika Gabrieli, 40 anni, nomade di Istrana (Treviso) e Laki Grisetti, 26 anni, residente a Castelfranco Veneto (Treviso).
Durante le perquisizioni dei carabinieri e le esecuzioni delle ordinanze di custodia cautelare è stata rintracciata e arrestata, poiché destinataria di un ordine di carcerazione, Chiara Colombo, latitante e compagna di uno dei componenti della gang. Deve scontare una precedente condanna a 5 anni e 10 mesi di reclusione.
GLI INDAGATI
Oltre alle persone finite in carcere ci sono almeno altri nove indagati. Tutti nomadi di etnia sinti: un trentenne residente a Massa, un altro che vive in provincia di Grosseto e altri che risiedono nel trevigiano, nel bresciano e nella provincia di La Spezia. Tutti sono stati soggetti a perquisizione domiciliare da parte dei carabinieri di Lucca e Treviso con la collaborazione di Pistoia, Prato, Massa, Grosseto, La Spezia.
LE ACCUSE
A vario titolo gli indagati devono rispondere dei reati di furto aggravato continuato, detenzione e porto abusivo di armi, esplosivo, riciclaggio e favoreggiamento personale. Le perquisizioni sono avvenute in campi nomadi e abitazioni di Altopascio, Prato, Viareggio, Sarzana, Grosseto, Chiesina Uzzanese, Massa, Carrara, Brescia e Treviso. Un centinaio i militari impiegati di diversi reparti (Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria) con l’ausilio di unità cinofile anti esplosivo, nucleo elicotteri e mezzi dei vigili del fuoco.
I COLPI E I SEQUESTRI
Attraverso intercettazioni e pedinamenti i carabinieri sono arrivati a identificare i componenti della banda dei giostrai che utilizzava esplosivi per compiere furti ai danni di sportelli ATM di istituti bancari e postali nelle province di Firenze, Pisa, Lucca, La Spezia e Massa Carrara. Colpi che avrebbero fruttato un bottino di 250.000 euro. La banda, per gli spostamenti e le fughe durante i colpi notturni, utilizzava auto di grossa cilindrata, provento di rapina o furto, dotate di targhe rubate e clonate, che venivano poi occultate in garage e immobili messi a disposizione da persone compiacenti. La gang era entrata in possesso di sostanze esplosive per il confezionamento degli ordigni introdotti all’interno degli sportelli da forzare, di una pistola semiautomatica e di strumenti di effrazione per scardinare le porte di accesso degli erogatori di banconote. E i nomadi possedevano scanner per captare le comunicazioni delle forze dell’ordine rinvenuti nel corso dei blitz assieme a numeri e lettere per la falsificazione delle targhe delle auto e a denaro contante per diverse migliaia di euro.
Sono attribuiti al gruppo criminale i colpi della notte del 29 febbraio ai bancomat dell’Istituto di Credito Monte dei Paschi di Siena nella COOP di Empoli, all’ufficio Postale di San Miniato e alla Banca Carige di Ameglia (Spezia) oltre ad altri tre assalti, per cui sono indagati in stato di libertà , compiuti il 22 febbraio a Fosdinovo, Montignoso e Pontasserchio.
Fonte: Il Tirreno