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La moglie del pensionato picchiato a sangue: “Chi mi ha strappato Luigi così deve passare il resto della vita in carcere”

E’ un continuo via vai di parenti, amici e conoscenti. Chi arriva nella casa di Spianate di Sandra Baldi ha già il volto stravolto ma quando ne esce gli occhi lucidi brillano anche da lontano per il sole rovente, quasi a sottolineare ancora di più le conseguenze di un “dramma assurdo”. Nessuno ha voglia di parlare e nessuno è riuscito, del resto, a trovarle le parole più necessarie: quelle adeguate a consolare la vedova di Luigi Pulcini. Ma ricucire quella ferita aperta dal gesto folle di uno sconosciuto è impossibile. La morte dell’ex commerciante, massacrato davanti al bar dove si recava ogni mattina, nel centro di Altopascio, resta per tutti qualcosa di lancinante e, soprattutto, inspiegabile. “Una morte assurda” è la definizione che trova la moglie della vittima della barbara aggressione avvenuta la mattina del 6 agosto scorso davanti al bar Il buon caffè, a due passi da piazza Umberto. Circondata dai congiunti, accorsi a Spianate, Sandra Baldi è piegata dal dolore ma non è disposta a perdonare: “Non so cosa mai potrei dire all’uomo che ha ridotto in fin di vita e ha ucciso mio marito se me lo dovessi trovare davanti. Probabilmente riuscirei a dirgli solo che è un delinquente. Chi ha compiuto un gesto simile deve trascorrere il resto della sua vita in carcere”.

Muore dopo 10 giorni di agonia l’ex commerciante massacrato a calci e pugni davanti ad un locale di Altopascio

E’ una donna provata, sconvolta e soprattutto delusa Sandra Baldi ma non ha perso la fiducia nella giustizia: “Sono sicura che i carabinieri e gli inquirenti della procura faranno piena luce su quanto accaduto a mio marito – osserva -, ma non riesco a smettere di pensare che il mio Luigi non c’è più e che è morto per il pugno di un criminale lo ha massacrato e lo ha lasciato a terra. Da quel momento non ha più ripreso conoscenza, nessuno ha potuto più parlarci. E’ questa la cosa peggiore: non averlo potuto salutare. Non si può morire in questo modo. Un conto è essere strappati via da una malattia, da qualcosa che non è in nostro potere evitare. Ma dalla violenza cieca di uno sconosciuto no, non è possibile”.

Negli ultimi dieci giorni Sandra ha fatto la spola tra Spianate, dove ha la sua casa e le sue radici – “mia madre – dice -, è nata qui” -, e l’ospedale di Cisanello dove era ricoverato il marito. “I medici non ci avevano lasciato speranze – ricorda -, purtroppo sapevamo che sarebbe andata a finire così. Ma ora come farò senza Luigi?”. La domanda rimbalza davanti agli occhi dei parenti e amici e resta senza risposta. Il silenzio è rotto da un sospiro amaro: “Vivo a Roma da una vita, una città complicata, difficile e per certi versi anche pericolosa. Luigi ed io fuggivamo qua appena potevamo. Da quando abbiamo venduto la nostra attività nella Capitale, passavamo qui tutta l’estate e l’inizio dell’autunno, fino ad ottobre. Non abbiamo mai avuto problemi, ma sono rimasta molto amareggiata nello scoprire che anche nella mia cittadina di origine possono accadere cose simili. Lo spaccio della droga è una piaga per Altopascio e porta a episodi di microcriminalità diffusa: purtroppo in giro c’è brutta gente, che non capisce la gravità delle proprie azioni e non concepisce soprattutto quali possono essere le conseguenze. E’ spiacevole vedere come anche la vita in questi piccoli paesi non sia più tranquilla come una volta”. Ma nonostante l’amarezza Sandra Baldi non lascerà Spianate. L’intenzione della famiglia è quella di celebrare il funerale di Luigi proprio in paese, ma non prima della prossima settimana. Sulla salma, infatti, dovranno essere svolti gli accertamenti autoptici, una prassi in casi come questo.

Sandra Baldi in tv
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“Resterò qui, forse non fino ad ottobre come sempre me. Sto bene qua, ma dopo quello che ho accaduto non dormo più da sola: ogni sera vado da amici, che mi ospitano e cercano di farmi forza”, confessa Sandra Baldi. “Ad Altopascio però non sono voluta andare – ha detto -: non sono più voluta tornare nel posto dove hanno aggredito mio marito. La sua colpa quale sarebbe stata? Aver guardato una ragazza? Per me non è credibile. Quella mattina come sempre era uscito indossando gli occhiali da sole: era una persona di quelle a cui la luce troppo forte dava fastidio. Sono sicura che li aveva con sé anche al tavolo del bar, dove poi sono stati recuperati. Ma poi mi dico anche – aggiunge -: e se anche fosse andata così? Questo potrebbe mai giustificare una reazione tanto disumana? Chi ha commesso un atto simile deve passare il resto della vita in galera”.

Non usa mezzi termini la moglie di Pulcini per raccontare la sua angoscia, il dramma che così inaspettatamente e brutalmente le ha strappato il marito. Fino a sei anni fa, entrambi gestivano una pizzeria tra via del Corso e via Condotti, nel cuore più esclusivo di Roma. Dopo la vendita dell’attività, marito e moglie pensavano di potersi godere con serenità la pensione. Con questo spirito venivano ogni anno a Spianate. Stavolta un atroce destino si è presentato senza alcun preavviso.

2023-08-16 16:13:43