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Lucca, il commercio piange: scompaiono 200 attività in undici anni, aumentano ristoranti e alberghi

LUCCA. Da città commerciale a città di alberghi e ristoranti. Lucca si è trasformata e i dati della Camera di Commercio lo dimostrano: 200 negozi in meno, sempre più ristoranti e servizi turistici (+50). La città però appare ormai al limite della saturazione e si prevede un rallentamento di questa tendenza nel 2023. Se vogliamo approfondire, dobbiamo fare un viaggio indietro nel tempo.
Dalla seta al desco
Fin dal Medioevo, Lucca era nota per le sue attività: la Corte dei Mercanti era simbolo di quest’effervescenza economica legata alla produzione di seta, attività che rendeva Lucca famosa a livello internazionale. I secoli passano e la città del cerchio boschivo ha profondamente riplasmato la sua struttura economica e produttiva. Sempre meno attività tradizionali (giocattoli, mobili e ferramenta, carburanti) e sempre più servizi e tecnologia (farmacie, computer e telefonia), ma soprattutto servizi di alloggio e ristorazione. Questa tendenza non riguarda solo Lucca, ma la maggior parte delle città capoluogo, almeno secondo l’indagine “Demografia d’Impresa”. La peculiarità di Lucca sembra essere l’aver scoperto tardi l’affare del turismo: «Per anni Lucca è stata come un’elegante signora un po’ burbera che non valorizzava le sue bellezze. Oggi, invece, è una città che sta crescendo nell’immagine culturale e nel turismo», parole e note di Eugenio Giani, presidente della Regione, che durante una recente visita in città ha ben riassunto la trasformazione avvenuta negli ultimi 15-20 anni.
La moria di negozi
Ma torniamo ai numeri: dal 2012 ad oggi, il centro storico ha perso 66 negozi al dettaglio e 134 in periferia. Soffrono soprattutto le attività storiche, in particolare a causa dell’esplosione del commercio online ma anche per i costi degli affitti che nel centro storico hanno raggiunto livelli insostenibili. Di conseguenza, molte attività storiche hanno chiuso, a volte rimpiazzate dalle grandi catene, le uniche che possono permettersi certi affitti nonostante anche per loro l’epoca d’oro sembri finita a causa del fenomeno Amazon.
Tutti a tavola
Altro effetto di questo cambiamento è l’aumento di attività legate al turismo: affitti brevi, b&b, ristoranti ma anche servizi. Bar e ristoranti dal 2012 sono aumentati di 10 unità nel centro storico e di 40 unità in periferia. Tuttavia, rispetto ai dati del 2022, si nota una diminuzione: -13 in periferia e -15 nel centro. Segno che Lucca forse ha raggiunto un punto di saturazione. La conseguenza di questo stato di cose è che anche nel centro cominciano a vedersi diversi locali sfitti, soprattutto nelle vie più lontane dal circuito turistico (via Elisa, via Santa Croce), come pure in via San Paolino e piazzetta San Carlo. Anche in via Fillungo si intravedono i primi segnali di crisi: di recente c’è stata la chiusura dell’ottica Fiellman mentre è tuttora in corso la vicenda riguardante il negozio della Thun, che ha deciso di chiudere il punto vendita mettendo a casa le quattro dipendenti. Non dimentichiamo, poi, la profumeria Arena a Porta dei Borghi.
Crescita contenuta
I dati riguardanti un rallentamento del commercio sono confermati anche dai dati sulla natalità e mortalità delle imprese nel 2023 nella provincia: il tessuto imprenditoriale di Lucca ha mostrato una crescita contenuta, con una diminuzione delle nuove iscrizioni rispetto al 2022 (-34 imprese), fermandosi a 2.120 unità, ancora sottostanti ai livelli pre-covid, mentre le cessazioni non d’ufficio sono aumentate per il secondo anno consecutivo (+109 unità) arrivando a 2.052.

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2024-02-18 18:47:01