La mostra fotografica “È colpa mia” affascina e emoziona tutto e tutti: durante il weekend pasquale, non solo i lucchesi ma anche molti turisti hanno ammirato i oltre 30 scatti del fotografo Marco Pignatelli (marcopignatelli.com) nella Sala Tobino del Palazzo Ducale di Lucca. Grande successo presso i più di mille visitatori che nei primi tre giorni hanno potuto immergersi nella suggestiva installazione che offre spunti di riflessione originali.
Dopo giorni di riserbo, con l’inaugurazione della mostra sono stati rivelati i volti dei protagonisti: figure pubbliche locali, uomini e donne di spicco a livello nazionale e internazionale, e semplici cittadini che hanno accettato l’invito a mettersi in gioco sul tema sempre più urgente del contrasto alla violenza contro le donne.
Dal settore socio-culturale a quello imprenditoriale (dal design all’enogastronomia), personalità della politica comunale, provinciale e regionale, e rappresentanti delle associazioni locali hanno tutti preso parte, si sono fidati e hanno prestato i loro volti per i ritratti in formato maxi in bianco e nero.
Una mostra che, secondo gli ideatori Samuele Cosentino e Paola Marchini, deve risultare “scomoda”: “La mostra rappresenta un terreno accidentato su cui camminare. È stimolo per cambiare punto di vista. Di chi è la colpa? Sempre di qualcun altro, sempre in un luogo fuori da noi, un luogo che possiamo vedere e giudicare, ma dal quale siamo distanti. Non esiste solo la colpa di chi picchia e uccide, esiste la colpa di chi usa parole sbagliate, gesti sbagliati, di chi evade, di chi scherza e deride le donne, senza dare importanza alle conseguenze. “È colpa mia” ci disturba, ci fa riflettere, ci fornisce gli strumenti per diventare il motore del cambiamento nella società in cui viviamo”.
“La parola ‘scomoda’ è quella che è emersa più spesso durante i nostri incontri preparatori per la mostra – aggiunge il fotografo Marco Pignatelli – . Le foto sono scomode perché nel forte contrasto tra luce e ombra e nel grande formato in bianco e nero, tutti i dettagli dei volti vengono enfatizzati, dettagli che forse neanche i protagonisti sanno di avere, senza filtri, dove i soggetti si mettono alla prova, e ci mettono letteralmente la faccia” .
Una mostra dal grande impatto scenico che sta coinvolgendo centinaia di visitatori che, al termine del percorso espositivo, scelgono liberamente di sedersi sulla panchina rossa per scattare la propria foto e lasciarla in mostra come segnale di impegno condiviso.
“Non è stato facile scegliere il titolo della mostra – ricorda Domenico Raimondi, designer e curatore dell’esposizione/installazione – . Abbiamo prestato molta attenzione e preoccupazione a un tema così delicato e urgente. Dopo tante riflessioni, ci è sembrato che l’unico punto di vista fosse guardare a noi stessi e riconoscere quante volte ci siamo sentiti estranei, distanti e lontani dalla violenza verbale e fisica che colpisce, sfregia, uccide. È sempre colpa di qualcun altro. Mai la nostra. Eppure quanti di noi non sono stati attenti, non hanno ascoltato, non se ne sono accorti. Quante volte abbiamo sorriso a una battuta sessista, abbiamo giudicato eccessivo l’uso della declinazione femminile o maschile dei termini, abbiamo guardato con distacco a una violenza che riteniamo sempre e comunque lontana da noi. “È colpa mia” ci interroga, ci ricorda che non è sufficiente attribuire le colpe agli altri e giudicare le loro azioni. Contrastare la violenza di genere richiede il coraggio di riconoscere le proprie responsabilità e la volontà di cambiare. È una questione personale. È il primo passo necessario per costruire un’azione condivisa”.
L’esperienza è arricchita dal sound design creato ad hoc dagli studenti della Jam Academy con il supporto e il coordinamento di Luigi Agosti, che ha creato un audio immersivo tutto da ascoltare.
L’affluenza di visitatori e il passaparola sui social network dimostrano quanto il tema sia avvertito, così come gli inviti a portare avanti il progetto, le nuove disponibilità a collaborare e le proposte per nuove mostre in altre città italiane.
La mostra rimarrà aperta e visitabile fino al 7 aprile con accesso gratuito, dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 19.00 e la domenica dalle 16.00 alle 19.00. Il progetto può essere consultato attraverso la pagina Facebook https://www.facebook.com/ecolpamiamostra
2024-04-02 19:46:48