Questa mattina (23 aprile) si è tenuto un convegno sui rischi del microclima nei luoghi di lavoro presso l’Usl di Capannori. L’evento, organizzato da Asl Pissl, sindacati territoriali e Confindustria, ha affrontato in particolare i rischi legati ai lavori in ambienti chiusi.
“Il motivo è che discutere di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro implica anche l’analisi di vari fattori, tra cui l’invecchiamento dei lavoratori e l’incremento delle temperature – sottolinea Massimiliano Bindocci, segretario Uil Nord Toscana -. Il convegno era rivolto a rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, medici competenti, referenti aziendali (Rspp) e altri attori interessati. Si è registrata un’alta partecipazione, con circa 200 presenze in loco (circa 150 persone) e collegamenti online. Ciò dimostra quanto questi temi siano di grande interesse. Dai vari interventi, in particolare da quelli del dottor Stacchini e del dottor Bogi venuti appositamente da Siena, emerge chiaramente che il rischio microclimatico, sia in termini di calore che di freddo, è previsto dalla legge, esiste ed è cruciale. È implicito che questo debba essere adeguatamente valutato ed affrontato in ogni ambiente di lavoro, e che ogni azienda con figure Rspp e Rls debba prevedere un piano di miglioramento”.
“È emerso inoltre che le conseguenze di una cattiva gestione di questo rischio possono essere gravi per la salute dei lavoratori e che le aziende inadempienti possono subire sanzioni- prosegue Bindocci -. Sono state fornite varie indicazioni per valutare questo tipo di rischio e individuare possibili soluzioni. È evidente che questo rischio è spesso stimato in modo non adeguato, spesso sottovalutato; anche nelle fabbriche più importanti, la risposta delle aziende è spesso che l’installazione di condizionatori è troppo costosa e quindi non si può fare molto. Pertanto, la risposta è spesso assente o marginale, limitandosi al vestiario e a qualche altro piccolo accorgimento. La Uilcom ritiene che il benessere dei lavoratori sul luogo di lavoro debba diventare una priorità nei settori industriali, come parte della battaglia per la sicurezza. Riteniamo che, dopo il momento di riflessione avuto durante il convegno sulle regole, le pratiche, l’individuazione e la misurazione del rischio microclimatico e la sua gestione, sia necessario proseguire nel territorio lucchese per settore, per definire dei protocolli – tra le parti sociali e l’Asl – a cui le aziende dovranno attenersi”.
“Le aziende devono comprendere che sono necessari adeguati investimenti in sistemi di riscaldamento e raffreddamento, interventi sulle correnti d’aria, distribuzione dell’acqua e previsione di pause ripetute. Ci sono ambienti – come nei settori della carta, chimico, tessile e metalmeccanico, ma anche altri (ad esempio le lavanderie) – in cui il caldo estivo è insopportabile, e altri in cui l’unico rimedio contro il freddo è l’abbigliamento – conclude Bindocci-. Molti capannoni non sono dotati di alcun dispositivo per gestire il rischio microclimatico, assolutamente nessuno. Nel 2024, ciò è semplicemente inaccettabile. Gli investimenti nel benessere del personale sono sempre modesti. Ciò che si può fare deve essere fatto, come prevede la legge. La Uil ha sicuramente svolto un ruolo primario nel sollevare queste questioni, e continuerà ad agire e a vigilare – in maniera unitaria – affinché il percorso intrapreso prosegua e si traduca in iniziative e comportamenti concreti. L’idea che ‘si debba soffrire per lavorare’ è superata, ma ancora diffusa. È ora di investire anche nel benessere di chi lavora e non permettere che certe normative rimangano inapplicate”.
2024-04-23 17:50:13