Ormai è risaputo anche dai cani. E ovviamente anche dai porci. Che se gli stupidi volassero, il cielo sarebbe pieno di uccelli. Ma poiché non hanno le ali, non si preoccupano nemmeno di camminare o di correre, ma aprono la bocca e parlano. Producono suoni che sfiorano l’incomprensibilità e la provocazione inutile e dannosa. Quanto sta accadendo a Roberto Vannacci in questi giorni è scandaloso, nonché il risultato di una ignoranza collettiva distorta che stravolge tutto in nome di un falso altruismo e una manipolazione politica decisamente ridicole, per non dire anzi, disgustose. L’intervista sul quotidiano La Stampa ha dimostrato nuovamente che, oltre al contenuto, basta un titolo per scatenare la folla di pazzi di cui questa classe politica, sempre e indipendentemente dal colore politico di appartenenza, è un esempio classico.
Roberto Vannacci sarà a Lucca domani, alle 18, alla Casa del Boia – diretta sulla pagina Facebook della Gazzetta di Lucca a partire dalle 18 – grazie all’ospitalità dell’amico Tony Lazzaroni, per presentare il suo secondo libro, Il coraggio vince edito da Piemme, che, come il precedente, è stato un successo di vendite. E noi saremo lì ad intervistarlo nuovamente, dopo una breve introduzione di Massimiliano Simoni, promotore di Artitaly e tra i membri del comitato pro-Vannacci. Così come a settembre 2023, domani ci ritroveremo nel bel mezzo della tempesta a spiegare a questi stupidi che continuano a pensare, a dire e a scrivere che l’occhio del ciclone sia il punto peggiore, quando in realtà è il punto più tranquillo. E Roberto Vannacci, in quel punto, ci sta perfettamente; essendo un incursore, si sente a suo agio nei momenti di pericolo, si sente come un pesce nell’acqua durante i momenti di tensione e stress, non sfida la paura, ma la conosce e cerca di affrontarla con coraggio e, soprattutto, dignità.
Probabilmente alcuni si chiederanno perché la Gazzetta di Lucca e altre Gazzette abbiano adottato, se così si può dire, la figura di questo generale che, per primo e da solo, ha avuto il coraggio e l’audacia di scrivere ciò che la maggior parte degli italiani, quelli buoni per intenderci, sostiene da tempo, non da pensionato, ma ancora in servizio. Ebbene, il motivo è semplice: noi sosteniamo Roberto Vannacci fin dal primo momento in cui abbiamo visto la prima pagina del suo Mondo al Contrario, un mondo che non ci piace né ci è mai piaciuto e che abbiamo sempre definito, se non al contrario, sicuramente rovesciato.
Abbiamo incontrato e conosciuto Roberto Vannacci, abbiamo letto il suo primo libro e per chiarire, anche il secondo, e se prima eravamo entusiasti, ora lo siamo ancor più in quanto siamo convinti di non aver sbagliato la scelta; attenzione, è facile adesso fare la claque, ma un anno fa, appena uscito il libro, nessuno osava invitare il generale, e in particolare organizzare presentazioni. Siamo stati noi i primi a farlo, a Marina di Pietrasanta, e ne siamo orgogliosi. Da allora, è stato un susseguirsi di adesioni convinte e di assalti privi di senso e logica a quest’uomo, che in altri Paesi ci invidiano, mentre qui da noi lo infangano un giorno sì e l’altro pure.
È vero, ha accettato di candidarsi per il partito Lega di Matteo Salvini e noi avremmo preferito non scendesse in campo politico, ma avendolo fatto, siamo ancora qui, con lui, perché non si abbandona un amico, ma soprattutto non lo si abbandona quando si è fermamente convinti delle sue ragioni e si condividono, in gran parte, le sue convinzioni. Perché è importante sottolineare che Vannacci non ha opinioni, ha convinzioni e c’è una bella differenza.
Gli hanno chiesto cosa pensasse di Mussolini. La solita domanda che a sinistra considerano un attestato di democrazia in base alla risposta. Lui ha risposto dicendo ciò che tutti dovrebbero sapere: uno statista. Scusate, ma cos’altro è stato? Certo, ha portato l’Italia alla distruzione, ha sposato la causa di Hitler e ha contribuito in maniera significativa all’approvazione delle leggi razziali in Italia nel 1938. Aveva colpe, manie di grandezza, ha rovinato il Paese che tanto amava, ha mandato a morire sui fronti di mezza Europa e dell’Africa centinaia di migliaia di giovani soldati. Solo per questo dovrebbe essere criticato e considerato al di sotto dello zero, ma che sia stato uno statista è innegabile. E, perdonate, era anche un ottimo giornalista. Poi l’hanno appeso a testa in giù insieme a Claretta Petacci che non c’entrava nulla, una pagina vergognosa come tante altre sia da una parte che dall’altra, ma quando la rabbia popolare esplode, il dittatore finisce sempre ammazzato. In un modo o nell’altro. E non si può certo piangere per la sua morte come, invece, molti ancora fanno andando in pellegrinaggio a Predappio come se fosse Lourdes.
Dopo questa ulteriore premessa, i posti a sedere alla Casa del Boia saranno 180 grazie all’organizzazione di Tony Lazzaroni, che ha anche organizzato una cena al termine della presentazione al costo di 30 euro. Chiunque voglia rimanere e mostrare solidarietà e vicinanza a questo generale incursore è il benvenuto.
Ogni volta che fa una dichiarazione, è massacrato; se non parla, gli fanno dire per forza qualcosa, e poi giù critiche e sberleffi. Poveri idioti. Più lo attaccano e più lo fanno emergere. È tutta pubblicità gratuita. Ha detto la verità sui disabili senza offenderli, anzi, e coloro che frequentano le scuole sanno bene le difficoltà che esistono nel garantire un apprendimento ottimale sia a chi ha difficoltà sia a chi non ne ha. Che cosa ha detto di male? È possibile che in un mondo in cui per forza dobbiamo essere tutti uguali, ogni volta che qualcuno dice che non lo siamo per evidenza pura, debba essere impiccato al pennone più alto?
Anche la CEI, la conferenza episcopale italiana, è intervenuta per condannare le parole di Vannacci. Proprio loro, i vescovi, che, secondo la nostra modesta ma comunque decisa opinione, avrebbero il diritto di dire qualcosa solo dopo aver spiegato a questo popolo di ignoranti che ancora li considerano rilevanti, cosa sia successo a Emanuela Orlandi a 40 anni dalla sua scomparsa. La Chiesa mostra il suo mancato senso del pudore quando si tratta di nascondere la verità. Da quasi mezzo secolo nasconde la verità su una povera ragazzina divorata dalle figure fameliche che hanno sempre vissuto Oltretevere e osa perfino criticare chi invece ha dignità e serietà da vendere. Ma i vescovi fanno meglio a tacere.
Roberto Vannacci non è effettivamente un uomo solo al comando. Un po’ perché non ha ancora raggiunto il comando – se solo avessimo più Vannacci al posto di questa repubblica di invertebrati – e un po’ perché non è solo. Sono molti quelli che lo sostengono e in lui credono, soprattutto quelli che hanno scoperto di non essere soli a considerare questo mondo rovesciato o al contrario un mondo in cui non vogliono vivere né costringere i propri figli a farlo. E sono presenti anche nei partiti di governo, come Fratelli d’Italia in primo luogo, ma anche nella Lega e in Forza Italia.
Noi accogliamo Roberto Vannacci con simpatia e complicità anche se, da sempre, i partiti ci danno la nausea, con i soliti effetti collaterali, dalla nausea al vomito a seconda dei casi. A Lucca, città di tolleranza, di intelligenza, di arguzia, di egoismo, perché no?, di ipocrisia, c’è bisogno di gente che distrugga gli schemi, che mostri che la silenziosa maggioranza, pur essendo silenziosa, è pur sempre maggioranza, è stufa di dover accontentare le richieste, a volte demenziali e illogiche, di qualsiasi minoranza che si svegli un mattino con un’idea nuova in testa.
Noi saremo alla Casa del Boia per la seconda volta e il 6 maggio all’Hotel Esplanade saremo anche a Viareggio a partire dalle 18.
2024-04-28 23:11:28