Il 2023 che emerge dall’analisi dell’andamento del credito concesso al sistema imprenditoriale delle province di Lucca (-0,5%), Massa-Carrara (-8,8%) e Pisa (-5,7%) si presenta con un segno meno. Questi numeri sono complessivamente in linea con le evoluzioni registrate a livello regionale e nazionale, entrambe in calo di circa il 5%. La causa principale di queste contrazioni è l’aumento del costo del denaro da parte della BCE, iniziato a metà 2022 e proseguito fino a settembre 2023, e l’implementazione delle nuove linee guida sulla valutazione del merito creditizio. Inoltre, l’aumento dei crediti in sofferenza, legato al rallentamento dell’economia e all’aumento dei tassi, ha rafforzato l’avversione al rischio nel sistema bancario, rendendo le istituzioni finanziarie più circospette nell’erogazione di finanziamenti alle imprese.Nel frattempo, i prestiti alle famiglie sono rimasti stabili, con un calo dei mutui per l’acquisto di abitazioni a causa dei tassi più alti, compensato però dall’incremento del credito al consumo (per prestiti personali e carte di credito rateali) e dei finanziamenti per l’acquisto di beni durevoli, legato anche all’aumento delle immatricolazioni di auto. Un aspetto positivo è l’aumento del risparmio nelle tre province, sostenuto dalla raccolta indiretta come titoli a custodia o in gestione. Questo aumento è il risultato della ricerca di rendimenti migliori da parte degli investitori, soprattutto sui titoli pubblici, e dell’aumento del loro valore nel periodo considerato. Continua in tutte le province la riorganizzazione della rete degli sportelli. Questo, in sintesi, è quanto emerge dall’analisi dei dati della Base Dati Statistica della Banca d’Italia condotta dall’Istituto di Studi e Ricerche e dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest.
“Le informazioni sul credito – afferma Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – sono indicative di una situazione complessa che accomuna le nostre imprese, soprattutto le più piccole, a quelle della Toscana e dell’Italia. Nonostante non abbiamo competenze specifiche in materia di credito, come Camera di Commercio siamo pienamente impegnati nel promuovere la competitività del nostro tessuto produttivo. Attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto tramite specifici bandi e l’offerta di programmi formativi manageriali, focalizzati sull’internazionalizzazione e la digitalizzazione, forniamo alle imprese gli strumenti necessari per affrontare con determinazione le sfide che si presentano.”
In provincia di Lucca, nel 2023 i prestiti alle imprese sono diminuiti del -0,5%: una variazione che segue quella dell’anno precedente (-4,1%) e che ha portato gli impieghi vivi (prestiti al netto di quelli in sofferenza) a 4,7 miliardi di euro. La riduzione è stata più consistente tra le imprese di minore dimensione (-8,8%) e tra quelle del settore edile (-16,8%). I prestiti erogati alle imprese più grandi, in calo nel triennio 20-22, hanno invece segnato una ripresa nel 2023 del +1,5%, ripresa riscontrabile anche nel settore manifatturiero (+0,6%) e nei servizi (+0,8%). Negli ultimi dodici mesi, i finanziamenti destinati agli investimenti produttivi (macchinari, attrezzature, ecc) sono diminuiti del 4,9%. La solvibilità del sistema economico lucchese rimane buona anche nel 2023 (con l’1,37% di nuovi prestiti deteriorati), seppur in aumento rispetto a fine 2022 quando era 0,92%. Migliora la qualità del credito delle piccole imprese (tasso di deterioramento dall’1,51% all’1,43%), mentre peggiora sensibilmente quella delle imprese grandi (dall’1,16% all’1,81%).
In provincia di Massa-Carrara, il credito alle imprese nel 2023 si è contratto dell’8,8%, arrivando a 1,5 miliardi. Questa è la prima significativa riduzione, dopo un periodo di crescita iniziato con la pandemia e proseguito fino al 2022 (+1,8%). I prestiti erogati alle piccole imprese registrano una contrazione consistente (-12%) che, sommata a quella del 2022, ha comportato una perdita di circa 73 milioni di euro in due anni. Se nel 2022 il credito era sostenuto dalle aziende più grandi, nel 2023 anche queste mostrano un rallentamento, con una riduzione dei prestiti dell’8%. Tutti i settori economici registrano cali: manifatturiero -13,8%, costruzioni -5,4%, servizi -6,5%. Tuttavia, i finanziamenti destinati agli investimenti produttivi (macchinari, attrezzature, ecc.) sono aumentati del +1,9%, consolidando un trend di crescita iniziato nel 2021. Peggiora, nel sistema economico apuano, la qualità del credito: il tasso di deterioramento è salito all’1,85% (dall’1,08% del 2022), soprattutto nelle imprese più grandi (dall’1,18% al 2,88%), mentre diminuisce in quelle più piccole (dal 2,85% al 2,35%).
In provincia di Pisa, nel 2023 i prestiti alle imprese sono diminuiti del -5,7% (-245 milioni), un dato che si aggiunge alla riduzione già registrata nell’anno precedente (-1,1%), portando lo stock di impieghi vivi a 4 miliardi. I segni più evidenti di tensione arrivano dalle piccole imprese, ampiamente sostenute durante la pandemia da sostegni e moratorie, che nel 2023 hanno subito un taglio al credito del -9,8%. Tuttavia, anche i prestiti alle grandi aziende si sono indeboliti, scendendo per la prima volta dallo scoppio della pandemia, proprio nel 2023, in territorio negativo: -4,6%. Tutti i settori segnalano un calo: manifatturiero -5,7%, costruzioni -2,6%, servizi -6,5%. Da segnalare, invece, che i finanziamenti destinati agli investimenti produttivi (macchinari, attrezzature, ecc) nell’ultimo anno sono cresciuti del +5,4%. Peggiora la qualità del credito del sistema economico pisano: il tasso di deterioramento nel 2023 sale all’1,97% (dall’1,42% del 2022), superando la media toscana di circa 6 decimi di punto. Questo indicatore peggiora per le imprese più grandi (dal 2,35% al 3,37%), mentre migliora nelle piccole (dal 2,01% all’1,83%).
La nota completa di grafici e tabelle per ciascuna delle tre province è allegata a questo comunicato stampa, o è scaricabile dal sito www.isr-ms.it.
2024-05-01 00:15:57