“Dalle immediate reazioni alle proteste della gente contro l’impianto dei pannoloni sporchi che dovrebbe sorgere a Salanetti, noi abbiamo la conferma che stiamo ostacolando forti interessi e le risposte del “fuoco nemico” non si sono fatte attendere. In testa Legambiente regionale che ha scomodato addirittura il “suo comitato scientifico nazionale” per convincere le popolazioni locali a subirlo e magari anche a non ostacolare l’amministrazione di Capannori che lo sta promuovendo”. Questo è quanto afferma Liano Picchi, rappresentante dei comitati ambiente della Piana.
“Le promesse di sicurezza del responsabile nazionale dottor Minutolo, onestamente ci sembrano piuttosto superficiali e approssimative (la grande lavatrice) – dice – ma ciò lo scusiamo in quanto da geologo non è specificamente formato sui temi legati alle emissioni, mentre ci sorprende molto il fatto che non abbia menzionato la elevata pericolosità idraulica del sito scelto, cosa che invece dovrebbe cadere nel suo campo di competenza professional.”.
“Sicuri della validità dei nostri argomenti – continua la nota – dichiariamo fin da ora la nostra disponibilità a discuterne in un dibattito pubblico, con chiunque Legambiente desideri inviare. Ma qui, la nostra obiezione all’associazione è ben diversa. Inizialmente pensavamo che la difesa strenua dell’impianto da parte di Legambiente fosse unicamente motivata dalla collaborazione di Ciacci con l’associazione e del candidato Del Chiaro (ex presidente della sezione Piana). Tuttavia, facendo ricerche online, abbiamo scoperto che la Fater, l’azienda che possiede il brevetto acquistato da Retiambiente e Ascit, è una joint venture di proprietà congiunta della multinazionale americana Procter & Gamble, che da anni finanzia vari progetti di Legambiente”.
“Ci chiediamo – conclude – è eticamente corretto accettare finanziamenti da multinazionali e poi sforzarsi di sostenere la validità tecnica dei loro progetti? Anche noi, dei nostri comitati, siamo stati contattati molte volte da aziende (e possiamo dimostrarlo) che volevano “aiutarci”, ma abbiamo prontamente rifiutato per mantenere la nostra totale indipendenza. E anche in questo caso abbiamo preferito attingere dalle nostre tasche per presentare un ricorso al Tar autotassandoci. Per quanto riguarda Legambiente, può fare la politica che ritiene opportuna, ma sarebbe meglio evitare di entrare prepotentemente in progetti che, quanto più li approfondiamo, tanto più ci lasciano perplessi”.
2024-05-23 18:05:24