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Tra me ed Elton John basta una stretta di mano, Eric Clapton la ciliegina. Tutti i record del Lucca Summer. Ma la musica non dovrebbe essere solo per i ricchi

Potrebbe forse essere «il momento più bello» dei suoi 36 anni come organizzatore di concerti, 26 dei quali a Lucca. Perché nel 2024 Mimmo D’Alessandro, titolare di D’Alessandro & Galli, ha stabilito un record di biglietti venduti: 200 mila. E di incassi: 16 milioni. «Con la ciliegina sulla torta Eric Clapton, la leggenda della musica».

Anche per questo motivo, all’inizio «mi sono sentito male» nel leggere sul Corriere Fiorentino le parole del mio principale concorrente, Roberto De Luca di Live Nation. Ho persino richiesto una rettifica per ciò che mi era sembrato un «conflitto». Ma poi «ho capito che non era così». Anzi, ribalta tutto: «De Luca ha ragione: il nostro Lucca Summer Festival è un festival solo di nome, in realtà è una rassegna. Ed è vero che in questo modo è più facile programmare le date degli artisti, mentre in un festival come Firenze Rocks queste sono fisse e le difficoltà enormi. Ma a Bussoladomani al Lido di Camaiore organizziamo La Prima Estate che è un vero festival come Coachella o Primavera Sound: sono filosofie diverse, ma resta il fatto che Lucca Summer è un brand enorme». Ma c’è di più, D’Alessandro si è ricordato che pur essendo «concorrenti», lui e De Luca sono «dalla stessa parte» in una battaglia che potrebbe determinare il futuro della musica in Italia.

Qual è questa questione chiave per il futuro della musica dal vivo, Mimmo D’Alessandro?

«Stiamo subendo una sorta di paradosso: l’Italia è il paese dove i prezzi dei biglietti per i concerti sono i più bassi di tutto il mondo occidentale, eppure la musica sta diventando un privilegio per i ricchi. Questa è una tendenza che dobbiamo fermare».

Parlando di questo: il Summer è elogiato per la qualità artistica ma criticato per un allestimento spesso orientato verso le fasce di prezzo più alte, tanto che spesso chi aveva posti a prezzi popolari ha lamentato difficoltà nello godere appieno dei concerti: Dylan nel 2009, Steve Wonder nel 2014, i Rolling Stones nel 2017.

«Non considerano che sono un imprenditore che deve pagare 30 stipendi. E se non vendo i biglietti non sopravvivo. Queste critiche sono in parte vere, perché abbiamo biglietti che variano dai 30 ai 300 euro e nell’anno dei Stones, che erano in tour in Europa, il nostro concerto aveva i prezzi più bassi di tutto il continente. Comunque, anche se c’è gente che vive di polemiche, in 26 anni non abbiamo mai avuto un ferito, un arresto, un incidente. Il Summer è il posto più sicuro al mondo».

Dato che fate fronte comune, Live Nation chiede una maggiore reciprocità nello scambio tra artisti: negli ultimi 8 anni al Summer si sono esibiti 10 artisti della loro scuderia, nomi importanti come Sting, Kiss, Robbie Williams.

«Gli artisti sono come i calciatori: oggi giocano nella tua squadra, domani nella mia… Ad esempio, i Maroon 5 li abbiamo ospitati noi per primi e poi sono andati al Firenze Rocks. Ed Sheeran ha fatto il percorso inverso. Ho lavorato per 35 anni con Elton John che è venuto a Lucca 6 volte ma non l’ho mai definito un “mio artista”. Lavoriamo basandoci su un rapporto di fiducia, così come con Paul McCartney, senza contratto: tra me ed Elton basta una stretta di mano. I cantanti non danno procura, un promoter fa un’offerta al management, e loro scelgono. Gli artisti vengono volentieri qui».

Qual è il maggior pregio e il maggior difetto del Summer Festival?

«Senza voler sembrare presuntuoso, non abbiamo mai avuto momenti di flessione. Ogni anno mi chiedo se e come sia possibile alzare il livello ancora e ogni anno ci riesco. Il 2024 è stato l’anno di maggior successo, un record assoluto: i 80 mila spettatori per Ed Sheeran parlano da soli. E poi quando ho visto Eric Clapton… un momento impagabile, non ci sono soldi al mondo che mi possono ripagare di tanta emozione».

E devono ancora arrivare Smashing Pumpkins, Rod Stewart, John Fogerty dei Creedence. Ma parliamo anche di soldi: quanto avete investito nel Summer? E quale è stato il ritorno?

«Nel 2024 abbiamo investito oltre 10 milioni di euro, creando lavoro per 4 mila persone. Il ritorno economico nel 2023 è stato superiore ai 15 milioni, non solo per Lucca ma anche per Pisa, Viareggio, Montecatini: riempiamo gli hotel anche a Firenze. Questa è una città di 90 mila abitanti e non ha la capacità ricettiva necessaria per un evento di queste dimensioni».

Stato, Regione e Comune vi aiutano?

«Riceviamo un minimo aiuto, ma va bene così perché credo che la musica debba sostenersi da sola. Ma è vero che la Regione è un po’ assente, e noi in fondo rappresentiamo la Toscana. Con maggiori aiuti potremmo calmierare i costi dei biglietti: pago 6 ingegneri per ogni concerto, 3 avvocati, eccetera… La burocrazia è molto pesante e costosa, e se i soldi provengono solo dai biglietti, il conto è presto fatto. Quindi, se vogliamo evitare che la musica diventi un bene di lusso…».

«Per me i soldi non contano, conta solo una passione sfrenata per la musica».

22 giugno 2024

2024-06-22 17:36:11