Press ESC to close

Lucca, Comune condannato per lo schianto mortale

LUCCA. Il conducente aveva bevuto. La donna seduta sul sedile posteriore non indossava la cintura di sicurezza. Il bambino e l’autista erano allacciati.

Nella macchina finita fuori strada in via del Tiro a Segno, padre e figlio sono sopravvissuti. Non la mamma. Il suo corpo senza vita è stato trovato sul pendio dopo essere stato scagliato fuori dall’abitacolo in una serie di ribaltamenti mortali. L’autista è risultato positivo all’etilometro, la passeggera si è rivelata vulnerabile per non aver allacciato la cintura di sicurezza. Ma se l’incidente dell’Opel Zafira la sera del 19 settembre 2019 si è concluso con la morte di una donna di 35 anni, una parte di responsabilità è attribuibile anche al Comune che non ha fornito adeguata protezione sulla strada.

Il risarcimento

Secondo la sentenza del tribunale – giudice Anna Martelli – marito della vittima (che ha patteggiato una condanna di 18 mesi con sospensione condizionale, ndr) e il Comune (coperti dall’assicurazione) devono risarcire i due bambini (di 6 e 9 anni all’epoca) rimasti orfani di madre con una somma che supera i 600.000 euro. La cifra si riduce a 420.000 euro dopo la detrazione degli 180.000 euro già anticipati dall’assicurazione. Il giudice ha riconosciuto che la donna è colpevole per un terzo e quindi ha ridotto il risarcimento di un terzo. Nel corso degli anni, almeno dieci auto sono precipitate in quel tratto di strada che va dal parco fluviale al quartiere di Sant’Anna. Pochi giorni dopo l’incidente, il Comune ha installato dei segnali di pericolo vicino alla curva.

Lo scontro

Quella sera, la coppia, con uno dei figli in macchina, stava tornando dai festeggiamenti per il compleanno del padre. Mentre percorrevano la stretta strada di campagna, l’Opel Zafira è finita fuori strada invece di curvare a destra. La donna è morta sul colpo. La polizia municipale ha rilevato che l’autista aveva 1,46 g/l di alcol nel sangue e che la donna non indossava la cintura di sicurezza.

“Non ero ubriaco, avevo brindato al mio compleanno, quella strada era pericolosa, senza guardrail né segnali”, ha sostenuto il marito in tribunale. Ma il tasso alcolemico rivela solo un numero, non spiega le circostanze. L’assicurazione voleva esercitare il diritto di rivalsa per la guida in stato di ebbrezza, ma le “Garanzie complementari Rca Gold” stabiliscono esplicitamente la rinuncia al diritto di rivalsa se il tasso alcolemico del conducente è inferiore o pari a 1,5 g/l.

Strada non protetta

Secondo l’esperto nominato dal tribunale, la mancanza di barriere protettive e di segnaletica adeguata ha avuto un impatto diretto e unico sulle conseguenze dell’incidente. Se ci fossero state barriere protettive, l’auto non sarebbe finita fuori strada ribaltandosi.

Concorso di colpa

Il giudice non ha pienamente accolto le conclusioni del consulente tecnico, ma ha riconosciuto le carenze del Comune per quanto riguarda la sicurezza della strada. “Questa responsabilità, tuttavia, non può essere considerata esclusiva, come invece sostenuto dal consulente, in quanto si possono riscontrare atteggiamenti negligenti nelle azioni del conducente dell’auto, capaci di interrompere parzialmente il nesso causale tra res in custodia e l’evento dannoso”, scrive. “Non si può ignorare il comportamento dell’autista dell’auto, che si è messo alla guida in stato di ebbrezza “grave”.

Vittima senza cintura

Nell’esaminare i fatti, il giudice ha preso in considerazione anche il comportamento della donna che è morta. Un passaggio doloroso, ma necessario per fornire un quadro chiaro di ciò che è accaduto quella sera.«Vale la pena notare che anche i comportamenti della vittima – che aveva imprudentemente affidato la sua auto a una persona chiaramente ubriaca e non aveva indossato la cintura di sicurezza – hanno contribuito a causare l’incidente mortale». Secondo il tribunale, il fatto che la vittima non indossasse la cintura di sicurezza ha “sicuramente contribuito a causare la morte, considerata la dinamica dell’incidente e il fatto che l’autista e il figlio, che indossavano correttamente la cintura, sono praticamente illesi”.

2024-07-21 16:22:39