Lucca, 27 settembre 2024 – “Lucca è come Venezia: è misteriosa e sospesa, puoi perderti in essa, in quelle stradine, dove cammini e ritorni al punto di partenza. Ma questo è ciò che la rende bellissima”. È bello così, è bello perdersi. A Lucca, così come nelle parole. Paul Schrader ha vissuto una vita di smarrimenti e di parole. Cresciuto in una famiglia di rigida osservanza cristiana, nel seminario della Chiesa cristiana riformata, in Michigan, non ha visto un film fino all’età di diciassette anni – perché era considerato uno spettacolo “frivolo” – ma poi ha recuperato il tempo perduto, con interesse. Ha studiato cinema a Los Angeles, è diventato critico, poi sceneggiatore, poi regista. Ed è uno degli autori che hanno cambiato l’immagine di Hollywood con i loro film.
Paul Schrader è lo sceneggiatore di “Taxi Driver”, quel film indimenticabile in cui Robert De Niro si perde nelle notti di una New York piovosa, livida, drammatica. Quel film che ha definito un’epoca. Ora, intorno a lui non c’è New York, ma Lucca. “Non vedo l’ora di perdermi nelle sue strade”, dice. Lucca è come New York, ma più affascinante, senza il fumo che esce dai tombini, senza quella solitudine che avvolge Robert De Niro, un veterano del Vietnam, che alimenta in lui quella solitudine e quella rabbia esplosiva. Qui a Lucca, stasera alle 21 al cinema Astra Paul Schrader riceverà il premio alla carriera del Lucca Film Festival.
Dopo una conversazione con il critico Giona A. Nazzaro, Schrader presenterà la proiezione di uno dei suoi film più recenti, “First Reformed”. Un film del 2017 che ha come protagonista Ethan Hawke, un altro grande ospite internazionale del Lucca Film Festival. “Ethan è come un genio del Rinascimento: scrive film, li dirige, scrive romanzi e poesie, suona, canta, recita. Non so se c’è qualcosa che Ethan non possa fare, forse il cardiochirurgo…”.
Chirurgo del cuore dell’anima, ieri Paul Schrader ha raccontato la sua arte, il suo cinema e la sua storia ai ragazzi che hanno riempito una masterclass al mattino. Poi ha parlato con i giornalisti. “L’Italia e il suo cinema sono stati fondamentali per me”, dice. “Senza Rossellini, Fellini, Antonioni non sarei chi sono. Ho avuto il privilegio di conoscere Bernardo Bertolucci, e sono stato a Firenze, dove ho ambientato uno dei primi film che ho scritto, ‘Dressed to Kill’ di Brian De Palma. L’Italia è uno di quei luoghi dove vorrei sempre tornare, come quel ristorante italiano che continua a tentarmi, che continua a farmi venire l’acquolina in bocca”.
Pagine di cinema indimenticabili sono nate dalla sua penna, dalla sua macchina da scrivere. “Raging Bull” è un altro dei film che ha scritto per Martin Scorsese, così come “The Last Temptation of Christ”. Ciò che accomuna i suoi film? “La contraddizione. Mi piace raccontare personaggi che fanno cose giuste per motivi sbagliati, e cose sbagliate per motivi giusti. Mi piacciono personaggi che non sono completamente bianchi o neri, personaggi che non vivono di certezze”.
Un po’ come uno dei suoi personaggi, Schrader si confronta spesso con l’idea della morte: “Ogni volta che mi sento di morire, chiedo a Dio un altro anno di vita, o un altro film. Per il momento mi ha accontentato”, dice. E riguardo al suo futuro come regista, dice: “Quando ho iniziato, ho scritto ‘Taxi Driver’ di mia iniziativa, senza avere ancora un produttore dietro, nel 1972: era una sorta di grido esistenziale, una cosa intima. E sto ancora scrivendo, oggi, in questo modo. Prima scrivo, poi mi preoccupo di trovare i finanziamenti. Ho scritto quattro film negli ultimi due anni senza committenti. E spero che questo possa ispirare i giovani, che possa dare loro l’idea che si può fare. Basta provare”.
2024-09-27 04:15:15