“Una recentissima decisione del giudice del lavoro di Lucca, oltre a riconoscere il diritto dei docenti precari alla carta docenti, condanna per la prima volta il ministero al pagamento delle spese legali”. Così hanno reso noto i Cobas.
“Dal 15 gennaio 2024, il Tribunale di Lucca ha sempre accolto i ricorsi organizzati dai Cobas scuola, con l’assistenza legale dell’avvocato Giorgio Leoncini, per garantire la Carta docenti anche ai docenti precari con incarico fino al 31 agosto o fino alla fine delle attività didattiche, come previsto dal principio di ‘non discriminazione’ della normativa europea – spiegano -. Ma, a differenza delle decisioni di molti altri tribunali, quello di Lucca compensava le spese, cioè non condannava il ministero al pagamento delle spese della controparte, come stabilito dal principio generale del diritto civile secondo il quale ‘chi perde paga’. Questo si traduceva in un ulteriore danno per i ricorrenti perché non avevano diritto, come di solito, a ricevere una somma di denaro da cui sottrarre l’importo delle spese legali, ma solo a un bonus da spendere nel tempo in beni o servizi formativi e contemporaneamente dovevano sostenere una spesa in denaro”.
“Ora finalmente con la sentenza n. 236 del 9 ottobre, il giudice del lavoro ‘condanna il ministero convenuto al pagamento in favore dei procuratori di parte ricorrente antistatari delle spese di lite’, dato che ‘si tratta di un ricorso introdotto successivamente alle pronunce richiamate (in particolare la sentenza della Cassazione n. 29961/2023) e la parte ha inutilmente intimato al ministero di adempiere’, come sostenuto efficacemente dall’avvocato Leoncini in sede dibattimentale. Questa sentenza potrebbe rappresentare un cambio di rotta del Tribunale di Lucca riguardo alle spese legali – continuano dal sindacato -. Ma rimane un problema serio: nonostante le molte decisioni definitive, il ministero spesso non ottempera, cioè non accredita la Carta docenti a molti ricorrenti, come è stato confermato dalla recente riapertura dell’operatività della Carta del 14 ottobre. In pratica, il Ministero che impone ai docenti il compito importante dell’Educazione alla legalità, viola la legge che prevede il rispetto delle sentenze dei giudici”.
“Pertanto, molti ricorrenti saranno costretti a presentare un ulteriore ricorso al Tar per il giudizio di ottemperanza, sostenendo ulteriori costi, per garantire che il giudice amministrativo assicuri l’attuazione della sentenza definitiva, esercitando il potere sostitutivo nei confronti del ministero inadempiente anche attraverso l’adozione dei relativi provvedimenti: concludono. Il paradosso è che passeranno degli anni e i precari dovranno affrontare le spese di formazione con i loro scarsi stipendi che, come noto, sono tra i più bassi in Europa anche perché lo Stato non riconosce loro gli scatti di anzianità, un’altra forma odiosa di discriminazione oggetto di ulteriori ricorsi vittoriosi”.
2024-10-19 11:37:00