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Assi Viari, Pardini Cattani dopo l’assemblea di Capannori: “Un’opera che potrebbe avere conseguenze devastanti”

Nuova discussione sugli assi stradali all’assemblea popolare organizzata dal Forum per la protezione dell’ambiente e la salute dei cittadini, che si è tenuta venerdì scorso (18 ottobre) nella sala consiliare del Comune di Capannori.

A commento del risultato l’architetto Claudio Pardini Cattani, che ha preso parte all’evento: “Il progetto definitivo degli assi stradali lucchesi si è trasformato nel progetto di un semiasse stradale nord-sud – afferma citando Legambiente Toscana – viene meno l’asse est-ovest, che all’inizio era considerato indispensabile per l’efficienza dell’asse nord-sud, è stato eliminato anche il collegamento con l’autostrada, così si perde l’interesse strategico nazionale che è stato dichiarato e che aveva incluso tale viabilità nel contesto della legge obiettivo 443/2001, pensata appositamente per accelerare le procedure e bypassare le limitazioni, dall’allora ministro delle infrastrutture Lunardi, membro del governo Berlusconi II”.

“Con queste modifiche il famigerato asse nord-sud viene declassato a strada a valenza extraurbana – continua – che parte da Ponte a Moriano e finisce nelle vicinanze dell’ospedale San Luca e non ha niente a che vedere con il tanto decantato progetto strategico originario. Oggi questo progetto appare scellerato e obsoleto, estremamente impattante sul territorio della Piana lucchese con conseguenze devastanti per la fragile e delicata situazione idraulica, insistendo in gran parte sul paleoalveo del fiume Serchio, dove la falda freatica affiora in superficie (vedi i laghetti di Lammari, considerati scandalosamente dall’Anas come semplici laghi sportivi), a causa di una enorme colata di cemento e asfalto che impermeabilizzerebbe irrimediabilmente altro territorio agricolo attuale; devastante per l’aspetto paesaggistico, insistendo tra l’altro sulle aree verdi residue rimaste indenni dalla maniacale e compulsiva urbanizzazione diffusa, avvenuta negli ultimi venticinque anni; devastante dal punto di vista urbanistico in quanto aggraverebbe in modo esponenziale la caotica situazione edilizia e infrastrutturale che si è sedimentata nella Piana e nelle vicinanze della città, sedimentazione ancora in evoluzione, che non mostra segni di ripensamento e che vede codificati nella pianificazione urbanistica, recentemente approvata, nefasti programmi di ulteriore cementificazione e impermeabilizzazione con un indice di consumo di suolo tra i più alti d’Italia”.

“Questo progetto fu oggetto, nel 2014, di un’indagine pubblica – ricorda Pardini Cattani – che ne evidenziò le criticità le quali, a distanza di 10 anni, sono aumentate esponenzialmente, in relazione all’accelerazione dei cambiamenti climatici che stanno causando disastri sempre più frequenti ovunque, e in relazione alle nuove norme sul consumo del suolo (vedi anche l’approvazione delle norme europee del provvedimento Nature Restoration Law) norme che richiedono la necessità di un cambiamento di paradigma per quanto riguarda la mobilità e il consumo del suolo. Alla luce di questi importanti cambiamenti è indispensabile programmare una nuova indagine pubblica per aggiornare i dati, le conoscenze, in modo da allineare le scelte da fare ai nuovi tempi che si avvicinano.

“Sul progetto i Comuni di Capannori e Lucca dovranno esprimersi in sede di commissione paesaggistica e rilasciare o negare l’autorizzazione paesaggistica – ricorda Pardini Cattani – Negare l’autorizzazione paesaggistica sarebbe un atto di buon senso e di coraggio che può contribuire a respingere il disastroso progetto in questione. Su questo progetto dovrebbe anche pronunciarsi la conferenza dei servizi, a fine novembre, conferenza che dovrebbe assolutamente essere rinviata dato che il commissario, nominato dal ministero per questo lavoro, risulta indagato dalla magistratura in relazione a gare d’appalto che hanno fatto emergere ipotesi di corruzione e tangenti per l’assegnazione di opere”.

“Anche alla luce dei cambiamenti climatici, che stanno mettendo e metteranno sempre più a rischio i nostri territori, dobbiamo pensare e attuare scelte alternative che prevedono di potenziare la ferrovia, migliorando le tratte esistenti con un secondo binario ed elettrificando quelle tratte che ancora non lo sono, realizzando raccordi ferroviari per le industrie esistenti per fare in modo che le loro produzioni possano essere direttamente trasferite su rotaia; realizzare un tram di superficie che collega la città a tutta la Piana lucchese e oltre, e ai sobborghi posti a ovest, sud, nord della città; potenziare e incentivare i trasporti pubblici locali; realizzare una mobilità lenta con percorsi ciclabili, sicuri e protetti, e contestualmente percorsi pedonali”.

“Cambiando il paradigma di mobilità – commenta l’architetto – sarà possibile valorizzare l’intera area urbana, anche attraverso il ridisegno delle strade che la attraversano, con il recupero della loro funzione trasversale; sarà possibile abbattere l’inquinamento e quindi migliorare la salute delle persone, si potrà migliorare l’accessibilità urbana, in molti casi sarà possibile procedere a una depavimentazione e recuperare la permeabilità del terreno e incentivare una riforestazione urbana per mitigare l’effetto del surriscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici. L’abbandono di questo progetto di semiasse nord-sud, a favore di una scelta di un paradigma diverso, alternativo alla mobilità privata su pneumatici, aiuterà ad evitare i disastri sempre più comuni, che purtroppo si preannunciano per il futuro“.

“Gli slogan del tipo “ci sono bisogno di più strade per decongestionare il traffico” o “ci sono i soldi bisogna approfittarne” – conclude il comunicato – sono solo pubblicità ingannevole perché, continuando con questo modello di mobilità, dati alla mano, è dimostrato che più strade attirano più traffico e quindi congestione e inquinamento, e che è meglio che le risorse siano impiegate per opere veramente necessarie e sostenibili, piuttosto che in lavori che causerebbero danni enormi e irreparabili e quindi costi enormi per la collettività, come è stato chiaramente evidenziato nell’assemblea dai partecipanti al dibattito”.

2024-10-20 12:10:10