L’uomo riceve il sussidio sociale nel 2019 e ottiene anche il reddito di cittadinanza. Gioca tutti i soldi, prima vincendo grosse somme (che non dichiara) e poi perdendo tutto
Vince 378 mila euro in 3 anni ma poi l’anno successivo li perde tutti e ora dovrà restituire all’Inps anche 39 mila euro di benefici non meritati, tra reddito di cittadinanza e assegno sociale, per non aver dichiarato le vincite. Le storie di dipendenza dal gioco finiscono quasi tutte allo stesso modo, con perdite economiche, oltre ogni ragionevolezza, e con diverse conseguenze negative nella vita di chi ne soffre, e l’ennesima testimonianza della gravità di questa insidiosa patologia arriva questa volta da Lucca.
Un signore di 65 anni che riceve il sussidio sociale nel 2019 richiede anche il reddito di cittadinanza e lo ottiene, perché sono benefici cumulabili, a condizione che il reddito annuale non superi una certa soglia. Ma l’uomo è dipendente dal gioco e decide di aprire un conto online, negli anni che cavalcano la pandemia, per giocare d’azzardo comodamente da casa sua, e tra il 2019 e il 2021 la fortuna gli sorride e vince ben 378 mila euro: nel 2019 vince 21 mila euro, nel 2020 ne vince 27 mila, e nel 2021 fa il colpo grosso e ne vince addirittura 330 mila.
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In poche parole, aveva fatto un colpo che poteva “risolvere” la sua situazione, vista la sua condizione e la sua età, ma il gioco d’azzardo, quando è compulsivo, non perdona. In poco più di un anno, infatti, l’uomo perde tutti i soldi che aveva vinto più altri 4 mila dei suoi personali, precipitando nel più classico abisso del giocatore compulsivo. La dipendenza dal gioco non permette molta razionalità e si pensa solo a giocare, e non realmente a vincere, e ora oltre al danno è arrivata la beffa per il pensionato lucchese.
Il Tribunale di Lucca, giorni fa, lo ha condannato a restituire all’Inps 27 mila euro di reddito di cittadinanza non meritato, più 12 mila euro, sempre all’Inps, per una parte del sussidio sociale non meritato, sempre in quei 3 anni: in entrambi i casi per non aver dichiarato le vincite che se dichiarate gli avrebbero fatto superare «il limite di reddito previsto per accedere ai benefici».
Per il giudice, il fatto che nei mesi successivi abbia perso le cifre che aveva vinto non cambia niente: «Erano in suo possesso all’epoca e doveva dichiararle come reddito extra». L’uomo vive solo con la pensione sociale quindi ora si aprirà una procedura separata per il recupero delle somme dovute all’Inps, che in caso di redditi bassi vengono recuperate a rate mensili (deduzioni).
Era stata la Guardia di Finanza a fare i controlli e segnalare le vincite non dichiarate. I giudici del Tribunale lucchese, nella sentenza pubblicata nei giorni scorsi, si sono ispirati ad alcune decisioni della Cassazione e soprattutto ad una recente pronuncia della Corte Costituzionale che era stata chiamata in causa per eventuali violazioni del principio di eguaglianza sociale, del secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione, in un caso simile.
«L’eventuale situazione di povertà in cui la persona si è venuta a trovare nonostante le vincite è comunque quella di chi avendo una disponibilità economica l’ha sprecata giocando. Pensando diversamente, non solo si rischierebbe di alimentare la dipendenza dal gioco in chi ne soffre ancora, ma anche di creare, in ogni caso, una rete di sicurezza che si risolverebbe in un incentivo irresponsabile al gioco d’azzardo».
Nessun dubbio quindi da parte del Tribunale di Lucca sul rigetto del ricorso che l’uomo aveva fatto contro le richieste dell’Inps di restituzione delle somme percepite ma non dovute in quei 3 anni. Il caso giudiziario è chiuso, quello umano e personale deve essere affrontato con esperti del settore.
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2024-10-28 07:30:00