
La situazione economica che stiamo attualmente affrontando, caratterizzata da rallentamenti e tensioni internazionali che hanno conseguenze differenziate su vari settori, rende particolarmente complessa l’operatività dei centri studi. Nel terzo trimestre (da luglio a settembre), la produzione industriale nella provincia di Lucca è aumentata dell’1,6%, grazie al settore chimico, plastico e farmaceutico; quella di Pistoia, invece, ha registrato una diminuzione del 3,7%, principalmente a causa delle difficoltà riscontrate nel settore calzaturiero; la produzione industriale a Prato è diminuita dell’8,8% rispetto allo stesso trimestre del 2023, a causa dei problemi affrontati nel settore tessile, che rappresenta il principale settore industriale della città (il settore tessile ha registrato un calo dell’8,3%, l’abbigliamento e la maglieria del 13,8%), oltre al settore meccanico (-9,9%).
A livello tessile, ci sono alti e bassi
Confindustria Toscana Nord, che include aziende dalle tre province e che ha prodotto il consueto report congiunturale, evidenzia notevoli differenze nelle risposte offerte dalle imprese, descrivendo una situazione piuttosto eterogenea. Infatti, alcune aziende prosperano, nonostante le difficoltà presso il mercato della moda, altre aziende segnalano significative riduzioni della produzione, mentre altre ancora mantengono stabilità. Che cosa determina queste variazioni? Gli industriali indicano come fattore decisivo non tanto il tipo di prodotto, ma piuttosto selezionano come eccezione il settore dei tessuti pesanti, che pare soffrire di più, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici. “Questi risultati mostrano quanto sia complessa e difficile da interpretare la situazione attuale”, affermano gli industriali.
I tessuti di lana pesanti non sono più popolari
“L’unico aspetto chiaro che emerge dall’indagine – aggiunge Francesco Marini, presidente della sezione Sistema Moda dell’associazione degli industriali – è la difficoltà dei tessuti di lana pesanti. Fortunatamente, Prato, con la sua specializzazione in lana per tessuti invernali pesanti, è riuscita a reinventarsi nel tempo, ampliando la sua offerta di prodotti in termini di fibre e pesantezze.”
Tre incontri con esperti per capire le tendenze della moda
Negli ultimi tre anni, l’industria tessile di Prato ha segnato un aumento dell’8,7% nel 2022, una diminuzione del 7,8% nel 2023 e un ulteriore calo significativo quest’anno (i primi tre trimestri hanno registrato variazioni tendenziali del -9,8%, -7,5% e -8,3%). A queste statistiche preoccupanti, si aggiunge la difficoltà degli imprenditori nel decifrare le tendenze del mercato della moda e i cambiamenti nei comportamenti dei consumatori: per questo motivo, la sezione Sistema Moda ha organizzato tre incontri con altrettanti esperti (il consulente strategico Luca Bettale, il sociologo Francesco Morace, il docente universitario di Informatica Daniele Mazzei). “E’ un momento difficile – conclude Marini – e come associazione sentiamo l’obbligo di mettere a disposizione delle nostre aziende affiliate tutti gli strumenti possibili per aiutarli a pianificare le loro strategie”.
L’insediamento di Trump alimenta la paura delle tariffe doganali
Infine, Confindustria Toscana Nord teme che sia “difficile prevedere cosa accadrà con il cambiamento di leadership negli Stati Uniti”, secondo le parole del presidente Daniele Matteini, che esprime preoccupazione per potenziali dazi in entrata che potrebbero danneggiare l’export verso gli Stati Uniti, attualmente pari a 800 milioni di euro dall’area di Lucca, Prato e Pistoia (l’8% del totale), trainato dai settori della meccanica e della moda. “In ogni caso, il nostro Paese deve sforzarsi di essere più competitivo: c’è bisogno di più coraggio nel fare investimenti pubblici e nel favorire quelli privati. Non possiamo solo giocare in difesa per contenere i danni”.
2024-11-08 22:23:00