Lucca, 10 novembre 2024 – Comprendere i cambiamenti che si verificano nell’artigianato per trasformarli in opportunità. Molte persone hanno partecipato ieri all’assemblea pubblica organizzata presso la sede di Confartigianato Imprese Lucca, alla quale, oltre alla presidente Michela Fucile e al direttore Roberto Favilla, hanno partecipato anche personalità di rilievo nel mondo accademico, politico e sindacale tra cui il sindaco di Lucca Mario Pardini; Daniele Nicolai della Cgia di Mestre, Lucio Poma, professore dell’università di Ferrara, Tiziana Nisini, vicepresidente della Commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati, l’assessore regionale Stefano Baccelli, Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio Toscana Nord Ovest e Alessandro Corrieri, vicepresidente di Confartigianato Toscana.
Prima del dibattito, l’attenzione si è concentrata sui dati raccolti dalla Cgia di Mestre secondo cui Lucca è la città toscana (e terza in Italia) con il maggior numero di attività cessate. Per valutare la composizione del Pil di Lucca, in attesa dei nuovi dati, è necessario guardare al periodo pre-pandemico: i servizi rappresentano quasi il 70%, mentre l’industria si aggiudica il 25%. Nel 2022, secondo i dati Istat, il valore aggiunto totale dell’economia di Lucca ha raggiunto i 12 miliardi di euro. Secondo le previsioni i servizi continueranno a crescere rapidamente, mentre l’industria probabilmente ripartirà solo dal prossimo anno. Nonostante un lieve calo dell’export (-3,5% nel 2023), il saldo commerciale si è rafforzato. Secondo i dati della Cgia di Mestre, Lucca si classifica al quarto posto per l’export tra le 10 province toscane.
Due settori prevalgono: senza sorprese, il settore cartario (26%) e quello delle imbarcazioni (20%). Le calzature sono invece al dodicesimo posto. Nella Provincia di Lucca, più di un’impresa su quattro (26,2%) è artigianale: il totale per la provincia oggi è di 10.966. Nel 2014, invece, le imprese lucchesi erano 12.257, si sono quindi perse 1376 unità, ovvero un -11,2%, in soli dieci anni. Le aziende edili (-836 siti artigiani) e le manifatture (-420) hanno registrato la maggior flessione del 15%. Anche i servizi sono in calo, ma solo del 3%. Anche la diminuzione demografica ha avuto un impatto significativo su questi dati: rispetto al 2014, la popolazione della provincia di Lucca è diminuita del 3%, una flessione addirittura superiore alla media nazionale.
La nostra provincia conta quindi 20mila persone in meno, di cui 27 su 100 sono “over”: si può quindi dire che la popolazione definita “più produttiva” sia crollata e che anche l’assunzione sia diventata decisamente più complessa. E secondo le previsioni, il calo aumenterà persino nei prossimi vent’anni. Ma ci sono anche dati confortanti: nel 2023 il 38% delle imprese lucchesi ha registrato un notevole aumento del fatturato. Il saldo tra aumenti e diminuzioni ha quindi raggiunto un positivo +10 punti, il miglior risultato in tutta l’area della Toscana nord ovest.
2024-11-10 05:11:00