“Aver assegnato il ruolo di vicesindaco a un partito di estrema destra (non mi riferisco agli individui, ma alla politica) dovrebbe essere interpretato non come un’azione richiesta dal risultato elettorale due anni e mezzo fa, ma come una decisione strategica in vista delle elezioni municipali del 2027”. A sostenerlo è l’ex sindaco e presidente del consiglio comunale di Capannori e consigliere provinciale, Luca Menesini.
“Un sindaco, a metà del proprio mandato, prende decisioni pensando al futuro, in funzione della sua rielezione – afferma Menesini – e questo ci dice che l’alleanza con l’estrema destra è fondamentale, strategica, solida. Proprio pensando al 2027. Il sindaco di Lucca è consapevole che non sta riuscendo a conquistare l’elettorato moderato e quindi sta scommettendo tutto – per evitare il ballottaggio – sull’estrema destra. Ovviamente, non condivido la strategia che sta adottando, perché dimostra poco coraggio e scarsa visione per la città di Lucca, che merita un primo cittadino capace di interpretare l’identità lucchese, tra cui il moderatismo che la connota dalla liberazione in poi, e di proiettarla verso le nuove sfide che una città capoluogo, in una regione come la Toscana, si trova a dover affrontare”.
“Affidarsi completamente ai voti dell’estrema destra – spiega Menesini – significa tradire la maggioranza dei lucchesi, che pensavano che il sindaco avrebbe difeso i valori di Lucca, tra cui la libertà, la solidarietà, il pluralismo. Oggi Lucca ha bisogno di risposte concrete su quale tipo di città vuole essere e come intende evolvere nei prossimi anni, altrimenti rischia di assumere un’identità dettata ‘da chi viene da fuori’, quando sappiamo che i lucchesi hanno qualcosa da dire”.
“Vedo Lucca – è la visione dell’esponente Pd – come il centro del volontariato e del terzo settore, sostenuto e valorizzato dal comune con progetti pilota per combattere la solitudine, aiutare gli anziani, i giovani, lo sport, l’ambiente, per accrescere il senso di comunità che arricchisce una comunità. Vedo Lucca come la capitale della bellezza, non solo intesa come storia e monumenti, o gli eventi internazionali che la portano alla ribalta, ma anche come stile di vita incentrato sul benessere individuale, che valorizza le aree verdi e trova un equilibrio tra cultura e ambiente, che attrae arte e cultura di qualità. Una città che gestisce i flussi turistici senza subirli. Vedo Lucca come la capitale del made in Toscany, grazie alla laboriosità e creatività dei nostri settori produttivi, industriali, artigianali e commerciali, che richiedono una guida nell’amministrazione pubblica per affrontare il cambiamento in atto (transizione digitale ed ecologica) e vincere le sfide future”.
“La presenza di questa destra – conclude – è un ostacolo all’estensione alla parte più moderata dell’elettorato e della politica. Abbiamo avuto il primo esempio nelle elezioni provinciali. È stato tentato un intervento politico, ma è fallito proprio per questo. Una parte dell’elettorato moderato ha difficoltà con Fratelli d’Italia, figuriamoci con Casapound e Difendere Lucca. Qui è necessario coraggio. Il coraggio di fare scelte. Sono sorpreso che l’amministrazione di Lucca non si renda conto del danno d’immagine che la nostra città sta subendo. Stiamo delineando un’immagine diversa da quella della società civile lucchese e questo deve fare riflettere tutti. Ci sono molte energie che oggi sono soffocate e inespresse, che dobbiamo liberare”.
“Serve un patto tra la politica e la società silenziosa – conclude – ma che osserva e valuta, per far riemergere, con le elezioni del 2027, il cuore e l’anima di Lucca e proiettarle in quel futuro di speranza, sogno e crescita sostenibile che la città e i cittadini meritano”.
2024-11-09 13:14:42