
Scritto da Mauro G. Celli
Piana
16 Novembre 2024
L’interesse e le conseguenze polemiche dell’impianto di riciclaggio e gestione dei panni pannolini non mostrano alcun segno di sosta, e l’opposizione dei residenti, che non desiderano un ulteriore fonte possibile di inquinamento in una Piana di Lucca già deteriorata, si sta intensificando. A Porcari, il contrasto tra i gruppi minoritari e i cittadini da un lato, e il sindaco Fornaciari e il consiglio comunale dall’altro, si è acutizzato dopo la riunione che si è tenuta lo scorso martedì a Porcari. Nonostante Fornaciari sia pubblicamente contrario all’impianto, le opposizioni non hanno tempo da perdere: secondo Barbara Pisani e Riccardo Giannoni, il sindaco e il consiglio erano a conoscenza in anticipo e sono rimasti in silenzio senza informare i cittadini. A loro parere, questo è un fatto abbastanza grave. I due consiglieri di Porcari sostengono che il comune di Porcari era consapevole del progetto di costruire quest’impianto nell’area di Salanetti dall’agosto 2023, quando ha ricevuto una richiesta specifica dalla Regione Toscana, tra le altre, che chiedeva al comune di Porcari di esprimere la loro opinione. Ma questo non è l’unico problema.
“Il sindaco e il consiglio, in quel periodo – ci dicono Pisani e Giannoni del gruppo ‘La Porcari Che Vogliamo’ – e nei mesi successivi, non hanno informato né il consiglio comunale né i cittadini riguardo a questa comunicazione ricevuta. Inoltre, il comune non ha intrapreso nessuna azione amministrativa per bloccare il procedimento per la costruzione dell’impianto.
Secondo Pisani e Giannoni, ci sono prove chiare che non possono essere ignorate. “L’impianto si trova vicino al centro abitato del comune di Porcari. Per essere precisi, si trova a meno di 200 metri dal centro abitato. La legge attuale – continuano i due consiglieri di ‘La Porcari Che Vogliamo’ – proibisce la costruzione di impianti di trattamento dei rifiuti che si trovano a meno di duecento metri dal centro abitato. Sfortunatamente, nel rapporto che il comune ha inviato alla regione all’inizio del 2024 riguardante l’impianto e in risposta alla richiesta menzionata, non è stato segnalato che il centro abitato, come è effettivamente, si trova a meno di 200 metri di distanza da dove si intende costruire l’impianto. Se l’avessero fatto, il procedimento si sarebbe immediatamente fermato e non saremmo qui a parlarne. Quindi è chiaro che il comune ha avuto un’opportunità decisiva e non l’ha sfruttata”.
“Il centro abitato di Porcari – continuano Barbara Pisani e Riccardo Giannoni – si estende già fino alla fine di via Ciarpi. Non ci sono interpretazioni estreme da fare. Il sindaco e il consiglio dovrebbero prendere carta e penna e confermare ciò che il Consiglio Comunale di Porcari ha già deliberato più volte. Se non procedono in tal senso, si assumeranno la responsabilità di non averlo fermato. Ci sono molti documenti che il Consiglio Comunale ha votato (con i prescritti pareri dei tecnici) in cui si indica che il centro abitato include già tutta via Ciarpi. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’adozione del Piano strutturale intercomunale, avvenuto alla fine del 2023″.
“Quindi Porcari (ma anche tutti gli altri comuni ndr) hanno approvato una mappa che riconosce il centro abitato di Porcari come tale. Di conseguenza, l’impianto – insistono Pisani e Giannoni – non può essere costruito lì. Non c’è quindi bisogno di modificare nessuna mappa ne di fare nessuna interpretazione forzata. Al Comune basta scrivere alla Regione specificando che l’impianto non rispetta i requisiti minimi di legge in termini di distanza dal centro abitato, allegando forse una decisione del consiglio comunale che semplicemente richiama e conferma tutti gli atti che in questi anni sono stati approvati dal Consiglio Comunale e nei quali il perimetro del centro abitato è stato definito, ovviamente allegando tutti i pareri tecnici necessari a sostegno”.
2024-11-17 06:51:00