La sentenza del processo Open Arms contro il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è prevista per venerdì (20 dicembre). Salvini rischia una pena fino a sei anni di reclusione per il presunto reato di sequestro di persona.
“Per esprimere la mia solidarietà e vicinanza al leader della Lega, ho presentato una mozione intitolata Difendere i confini è un atto legittimo – afferma Domenico Caruso, capogruppo della Lega nel Consiglio di Capannori – La mozione è stata respinta dalla maggioranza di sinistra perché alcuni esponenti politici hanno l’abitudine biasimevole di eliminare attraverso l’uso giudiziario i loro avversari politici che non riescono a sconfiggere negli scrutinii elettorali con metodi democratici.”
Secondo Caruso, “solo in Italia un uomo di istituzioni viene processato e trattato come un carceriere dell’hotel Supramonte semplicemente per aver svolto il suo dovere da Ministro degli Interni, ordinando il respingimento ai confini di coloro che non avevano il diritto di entrare legalmente in Italia come stabilito dal testo unico sull’immigrazione, e in attuazione di una precisa linea politica di contrasto all’immigrazione irregolare. Infatti, come stabilito dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo nella sentenza 57433 del 14 febbraio 2019, nessuno straniero ha il diritto di entrare e risiedere sul territorio di un altro Stato, in quanto i governi hanno il dovere di contrastare l’immigrazione irregolare con i mezzi che ritengono più efficaci”.
“Il processo accusatorio nei confronti di Salvini ha una natura politica, lo si può dedurre da quattro considerazioni – sostiene Caruso – Nessun trafficante di esseri umani è mai stato processato nonostante lo sbarco incessante sulle coste italiane; se le azioni di Salvini avessero veramente configurato il reato di sequestro di persona, anche il presidente del Consiglio dell’epoca avrebbe dovuto rispondere in quanto responsabile della politica del governo, così come tutti coloro che, dalla catena di comando del Viminale fino a Lampedusa, hanno eseguito le direttive di Salvini e avrebbero dovuto rifiutarle se fossero illegali; altri ministri dell’interno hanno ritardato lo sbarco dei migranti senza mai affrontare conseguenze giudiziarie; e infine, l’elemento soggettivo, ossia l’intenzione, non è presente perché Salvini non ha mai mostrato in alcun modo l’intento di commettere i reati relativi al sequestro di persona, privando chiunque della sua libertà personale, che semmai è stata la conseguenza inevitabile dell’adempimento dei doveri imposti dalla legge a tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dello Stato”.
“La mozione che ho presentato, parla non a caso di confini – spiega Caruso – Questo potrebbe sembrare uno slogan pubblicitario ideato dal team di comunicazione del Ministro, ma non è così. A parlare di confini e della necessità di difenderli, è stata la Corte Costituzionale con la sentenza 353 del 21 novembre 1997. È facile comprendere il perché: i confini esistono perché esiste il territorio, che è un elemento costitutivo dello Stato insieme al popolo e all’ordinamento giuridico. Senza confini non ci sarebbe territorio, e senza territorio, non ci sarebbe Stato. Difendendo i confini nazionali, Matteo Salvini ha difeso l’esistenza e l’integrità dello Stato, rendendo così un enorme servizio al popolo italiano”.
“Assolverlo con la formula piena perché il fatto non sussiste – conclude Caruso – è un atto doveroso per rendere onore alla giustizia e a un uomo che ha posto gli interessi dello Stato al primo posto, affrontando con grande dignità un processo ingiusto che rappresenta già di per sé una pena doppia per un innocente come il leader della Lega”.
2024-12-17 21:00:24