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“Da Paolo” dice stop. Dopo mezzo secolo Lucca perde il suo storico panificio

Lucca, 22 gennaio 2025 – Per tutti era conosciuto come “Da Paolo”, non solo un alimentari, un panificio o una gastronomia. Un’impresa che ha resistito a numerosi cambiamenti, che ha saputo anticipare i tempi e combattere con successo la crescita esponenziale della grande distribuzione, grazie alla qualità e a un duro lavoro. Ma ora ha deciso di fermarsi, un segnale dei tempi, delle crescenti difficoltà del commercio e, non da ultimo, dell’invecchiamento della nostra popolazione.

È stato il primo maggio del 1968, ossia 55 anni fa, quando al numero 857 di via Pisana, allora circondata da molte meno costruzioni di quelle che vediamo ora, venne aperto un panificio. I suoi fondatori erano tre giovani – Santucci, Papeschi e Ricci – con una grande voglia di lavorare e di crearsi qualcosa, tra un sogno professionale e un’attività per sopravvivere. Dei tre, solo Paolo Ricci è rimasto, che nel corso del tempo ha accolto tutti i suoi figli per poi, all’inizio di questo 2025, decidere di chiudere un’attività simbolo del quartiere, ma conosciuta in tutta la città e ben oltre, visto che molti clienti, soprattutto per i prodotti gastronomici, arrivavano anche da fuori luogo.

“Le ragioni non possono essere più le stesse – spiega Ricci – il lavoro diminuisce, i clienti invecchiano e si rischia di non coprire più nemmeno le spese. Avevamo pensato di ampliare il locale aggiungendo qualche tavolo per servire qualche cliente a pranzo e aumentare le entrate, ma non era possibile. Inoltre, io ho 77 anni ed è doloroso dover venire a lavorare anche quando non sto bene. Uno dei miei figli ha intrapreso una carriera professionale diversa e gli altri due da soli non possono farcela: trovare qualcuno disposto a lavorare 12 ore e più al giorno non è facile, così abbiamo deciso di fermarci qui, dopo 55 anni”.

La storia del negozio è la storia dell’efficiente piccola imprenditoria cittadina, ma potrebbe anche essere quella dell’Italia, fatta di sacrifici, di buone intuizioni, di lotta per restare attivi, di grande impegno lavorativo, merce quest’ultima sempre più rara.

“Siamo partiti in tre – ricorda Ricci – all’inizio come panetteria, producendo un quintale e mezzo di pane al giorno, un numero oggi impensabile, per poi espanderci all’offerta alimentare e poi alla gastronomia. A partire dalla metà degli anni ’70, la concorrenza della grande distribuzione è diventata molto forte e come diceva il mio cognato, abbiamo risposto con la qualità.

“La qualità paga sempre”, diceva. Sono parole sagge a cui ho sempre aderito quando sono rimasto da solo, altrimenti saremmo stati inglobati dalla grande distribuzione. Oltre alla qualità delle materie prime di alta qualità, abbiamo presentato piatti gastronomici dalle zuppe al farro, ai tortelli e molto altro: tanto lavoro, ma siamo riusciti a specializzarci e a restare al passo, con clienti che venivano da ogni parte e che hanno continuato a preferirci fino ad oggi. Anche in questi giorni sono venuti due medici tedeschi in vacanza e ogni volta che sono in zona, ci fanno visita”.

E ora? A 77 anni può cominciare la vita da pensionato (ma non troppo). “Dopo quasi 70 anni di vita attiva, in cui ho dato tutto me stesso, posso rallentare – dice ancora Paolo – ma non mi fermerò di certo. Farò più passeggiate, mi prenderò cura del giardino e farò volontariato: non mi mancheranno certo le cose da fare”. Al numero civico 857, a partire da ora, mancherà ciò che è stato più di un negozio, un punto di riferimento per intere generazioni.

Fabrizio Vincenti

2025-01-22 05:10:00