

Anche il Forum Acqua pubblica e Si-Cura, con Tommaso Panigada, è intervenuto nel consiglio comunale aperto sul servizio idrico
“Facciamo subito chiarezza su una colossale assurdità detta da troppi a Lucca e tra noi, pure da molti amministratori pubblici e
politici di professione – dice Panigada – quella della cosiddetta acqua dei Lucchesi: vogliamo prendere atto o no che le reti e gli impianti sono del Comune ma l’acqua è dello Stato? Vogliamo riconoscere come chi la utilizza lo fa sempre attraverso una concessione con tanto di scadenza Geal Spa compresa? Vogliamo renderci conto che le tariffe più o meno alte sono figlie di una legge che basa la copertura degli investimenti per il servizio idrico proprio sulle tariffe e non dalla fiscalità generale come per sanità ed istruzione?”.
“È evidente quindi che tariffe basse e utili con pochi investimenti non generano grandi volumi di affari per chi vuole lucrare sul servizio come fanno da decenni anche il Comune di Lucca ed il suo socio – continua – Tuttavia, la città non ha solo i suoi abitanti come fonte di produzione dal servizio idrico, c’è l’acqua che da grossista vende in milioni di metri cubi a Pisa e Livorno ogni anno, producendo utili con poca spesa grazie ad un’acqua eccellente (a meno di sorprese), senza costi industriali di potabilizzazione, se fossimo in un bar diremmo che è proprio una bella cosa… Del resto siamo in Toscana ed abbiamo un modello basato sul partenariato pubblico privatocon le tariffe fra le più alte d’Italia, Lucca detiene il primato di essere la meno cara fra le più care… quindi, basta con le semplificazioni e le narrazioni menzognere”.
“Ricordiamo anche che nella nostra Regione, applicando la legge Galli – continua Panigada – è nata una sola società con capitale al 100% pubblico nei 6 ambiti originali, cioè Gaia Ppa, mentre nel resto è Geal spa, gestore in deroga, ad avere la maggior quota di capitale del socio privato con il 48% a fronte del 52% in mano pubblica. Oggi ci troviamo ad un decisivo punto di svolta politico/istituzionale e la scelta di puntare sulla proroga per una gestione in deroga di Geal, basandola sulla installazione di misuratori di portata intelligenti mentre si dovrebbe organizzare il futuro del servizio, non è stata una scelta assolutamente in linea con l’intelligenza dei contatori stessi. A fine concessione è ora di fare bilanci complessivi e dovrebbero essere già da tempo sul tavolo i conti economici di questa operazione che ha trasformato i cittadini e le cittadine di Lucca in utenti/clienti, possiamo chiederci o no quanto fosse valsa Geal quando è nata e quanto vale adesso dato che dovrà essere liquidata? Quanti profitti sono stati incassati dai due soci e iscritti a bilancio negli esercizi del privato ma anche dal Comune per poi quasi sempre impiegarli per altre partite invece di aumentare reti ed efficienza del servizio? Per dirla in linea con le nostre migliori tradizioni commerciali quanto profitto complessivo è stato generato e chi ne ha beneficiato? Quanto si divideranno Comune ed Acea a fine anno? Quello che sappiamo dall’ultima relazione dell’autorità idrica Toscana è che il valore residuo di Geal, al 31 dicembre 2023, era di 26.029.326 euro e quello a scadenza sarà di 27.943.961 rispetto ad un capitale complessivo versato di 1.450.000, sappiamo anche che la proprietà degli immobili e degli strumenti di Geal è sempre rimasta in carico al Comune e ora dovranno essere passati in uso ad altri”.
“Formulare un giudizio complessivo sul modello scelto alla luce delle opere realizzate e del risultato economico è secondo noi il minimo sindacale – spiega Panigada – Partiamo dalla copertura del servizio ante 2002 e quella attuale, rispetto ai 89mila abitanti del Comune di Lucca, attualmente ci sono poco più di 35mila utenze fognarie con una parte di esse, circa 640mila metri cubi complessivi, che escono dal Comune e attraverso le fognature di Capannori vengono depurate a Porcari con il relativo scarico delle acque nel padule di Bientina e non più nell’Ozzeri come avviene a Pontetetto. Considerando 180 litri pro capite giornalieri per abitante, sono circa 11mila persone, di cui 4mila reali mentre il resto proviene da alcuni scarichi industriali. Va sottolineato come anche la copertura dell’acquedotto non sia stata raggiunta e ci siano purtroppo evidenti problemi di sicurezza per la qualità delle acque in rete in alcune zone, come evidenziato dai dati Arpat per San Filippo relativi alla falda. Ricordiamo che in data 11 luglio chi parla fu ascoltato dalla commissione lavori pubblici sul tema ed il presidente di Geal ci garantì che era tutto ok, avrebbe reso noti i risultati delle analisi delle acque immesse in rete dopo il trattamento a carboni attivi in giornata… ma siamo ancora qui in attesa, nel frattempo Greenpeace è tornata a prelevare un campione e la situazione che avevamo denunciato è rimasta invariata”.
“Vogliamo ritornare sul tema delle fognature – continua – perché c’è da dire che il nostro sistema idrico e fognario, insieme a quello depurativo, è effettivamente integrato con il resto della Piana, sebbene in modo pessimo come accenneremo tra poco. Sappiamo come alcune zone siano prive di fognature, l’Oltreserchio e la Brancoleria ad esempio. A proposito di quest’ultima vorremmo chiedere all’attuale amministrazione ma anche a chi siede nei banchi del Consiglio e a chi era sindaco e presidente di Geal prima perché Lucca non è inclusa nell’accordo di programma regionale stipulato nel 2021 che prevedeva la copertura fognaria e depurativa per frazioni da 200 a 2000 abitanti come la Brancoleria, prevedendo particolari finanziamenti. L’accordo stipulato nel 2021 scadeva nel 2025 ma è stato prorogato al 31 dicembre 2026. Trovate sul sito del consiglio regionale il testo e l’elenco delle opere realizzate o non completate e scoprirete che tutti i gestori toscani hanno firmato quell’accordo tranne uno: Geal Spa. Ci chiediamo se ciò sia accaduto a causa della volontà del socio privato in vista della fine della concessione, dell’incapacità del Comune o per una scelta politico/amministrativa”.
“Ma c’è dell’altro, facciamo notare come sia in vigore un nuovo regolamento europeo per gli scarichi delle acque reflue – spiega – che ci riguarda molto da vicino perché impone interventi per la completa copertura fognaria e parametri delle acque depurate, molto più restrittivi ottenibili solo con investimenti significativi, un tema decisivo per il futuro gestore del servizio idrico a Lucca e non solo. Questi investimenti saranno tutti coperti in tariffa? Con sostegno regionale o nazionale? Non ci è dato di capirlo ed il silenzio totale che c’è nella nostra discussione accesa suona male indipendentemente dall’argomentare pro o contro questo o quel gestore. Nel regolamento si prevede l’autonomia energetica totale degli impianti, la rimozione totale del carico organico, l’eliminazione dei micro inquinanti, con la possibilità di riutilizzare in sicurezza in agricoltura i fanghi, eliminando la pratica di discariche ed inceneritori, in questa partita ci sono anche i Pfas… che vengono utilizzati nella produzione di carta e non solo, come è emerso in un prezioso convegno che ha segnato la nascita del nostro forum”.
“Entro il 2028 i governi dovranno presentare i piani integrati di bacino – continua – per rispettare questa direttiva e francamente sentire gente in giro che parla ancora di una gestione del servizio idrico per il solo Comune di Lucca ci sembra indigesto e ci fa dubitare che questo obbligo di legge potrà essere rispettato senza un commissariamento totale dell’intera questione, con il rischio di un disastro totale e multe pesantissime da Bruxelles per il nostro paese. Dovete sapere cari consiglieri e consigliere che gli impianti da oltre 150mila abitanti avranno l’obbligo di rimozione totale dei micro inquinanti e Pontetetto teoricamente non potrà mai trattare reflui per più di 90mila abitanti senza la sua inclusione in un sistema integrato in grado di operare come un’entità unica con il depuratore di Porcari che ne tratta oltre 400mila euro. Potrebbe addirittura succedere che i cittadini di Ponte a Moriano, scaricando su Marlia verso Porcari i loro rifiuti come avviene ora, avranno una migliore qualità di depurazione rispetto al resto dell’intero Comune, un’assurdità totale se si pensa che contemporaneamente esiste la necessità di conciliare il diritto di accesso all’acqua di buona qualità, con quello delle attività produttive. Tutto ciò ovviamente nei limiti che il bilancio idrico permetterà in relazione ai cambiamenti climatici in corso, così come continuare a garantire l’approvvigionamento idrico necessario a Pisa e Livorno. Vale la pena sottolineare come esista da oltre 20 anni un accordo di programma da attuare, rivisto nel 2013, una solida base su cui lavorare per costruire questo sistema integrato. Riusciremo a farlo solo attraverso una gestione più forte e in grado di coprire l’intera area della Lucchesia, Versilia, Garfagnana e l’intera Provincia di Massa Carrara a condizione che nessuno ragioni con mentalità predatrici e d’affari. Riunire l’intera piana è quindi un’urgenza vitale e la legge lo consente già ora perché basta che Lucca chieda da oggi ai Comuni di Capannori, Porcari, Montecarlo ed Altopascio di seguirla in Gaia attraverso una richiesta specifica alla giunta regionale toscana dopo che essa sarà votata dai consigli comunali”.
“Una richiesta impossibile da respingere e che, secondo la legge, non potrebbe essere soggetta ad alcun veto da parte di uno o più sindaci o dalla politica regionale perché si baserebbe su troppe ragioni valide, la prima delle quali è la tutela delle acque interne e costiere, superficiali e sotterranee, fondamentali per un turismo integrato tra costa e interno, così come per la produzione industriale e agricola di qualità – è la posizione del Forum – La nostra proposta di ricomposizione della piana di Lucca è fondamentale anche alla luce dei 400 litri al secondo di acqua del Serchio previsti dall’accordo di programma di cui sopra per essere prelevati da Saltocchio nel Comune di Lucca, per potabilizzarli a Porcari e immetterli in rete a Paganico e anche al Pollino ad Altopascio. Non vi sfuggirà quindi che non appena oltre 10 milioni di metri cubi annui di quest’acqua entreranno in una conduttura, il loro valore economico cambierà in maniera esponenziale. In questi 400 litri al secondo ci sono anche 120 litri al secondo desiderati dalle cartiere, che sanno bene come i cambiamenti climatici mettano a rischio i tempi di ricarica della falda e il flusso minimo vitale del Serchio con ripercussioni decisive sulla produzione di carta. Alla luce di quanto sopra, non crediamo che possano esserci dubbi sulle ragioni che hanno guidato e stanno guidando le scelte fatte da alcuni, così come sui tentativi falliti di trasferire il Serchio nell’Arno ancora in corso, unendo Lucca e Piana con Pisa nella gestione del servizio. Questi 400 litri al secondo saranno prelevati dal Serchio che ovviamente… non è dei lucchesi ma è un patrimonio inalienabile di tutti garantito dallo Stato. La trasparenza su questa questione e la capacità di avere una visione globale dei problemi non c’è stata fino ad ora perché altrimenti non si spiegano troppe cose, le divisioni trasversali delle settimane passate sul futuro di Geal ma anche i silenzi che sono sempre più pericolosi dei botti di Carnevale, a proposito lunga vita a Viareggio, ma… anche ai lucchesi che offrono da bere…”.
“Siamo convinti della validità delle nostre ragioni quando affermiamo che solo una gestione su base sovracomunale relativa a un bacino naturale, interamente pubblica e non a rilevanza economica, sarà in grado di raggiungere gli obiettivi che dobbiamo raggiungere per necessità o per volontà – conclude la nota – Lucca non perda dunque altro tempo, affronti i problemi di organizzazione aziendale del gestore naturale del servizio che è Gaia perché la gestione in deroga di Geal è finita e la qualità standard degli impianti e delle reti di Gaia deve migliorare, garantendo anche il mantenimento di quella presente a Lucca per i fortunati che ne beneficiano. La questione degli appalti e dei fornitori in Gaia dovrà essere improntata alla massima qualità e non al modello dei prezzi più bassi come accaduto per anni a causa di problematiche economiche di varia natura. A Lucca sappiamo bene che ciò che costa meno all’acquisto lo si paga sempre di più in manutenzione e dura molto meno e alla fine paga Pantalone. Confidiamo nella vostra responsabilità e capacità decisionale sul tema ma dovete mettere al primo posto il bene comune e non i piccoli guadagni di bottega. La nostra storia ha avuto alti e bassi ma intorno all’acqua ci dice che abbiamo fatto più cose buone che negative, almeno fino a pochi decenni fa”.
2025-03-19 18:27:00