
12 aprile 2025 | 18:50

Il consigliere di Capannori traccia l’itinerario: “La procedura di risoluzione della crisi aziendale avrebbe fornito più tempo”
“Il consiglio comunale di Capannori ha fatto bene a fare appello a chiunque possibile di fare il possibile per salvare la Lucchese e permettere ai calciatori di ottenere una meritata salvezza sul campo evitando alla città l’umiliazione del quarto fallimento della propria squadra di calcio nell’arco di 15 anni”. Così si esprime il consigliere comunale di Capannori Domenico Caruso, secondo il quale il fallimento può essere evitato separando i debiti commerciali da quelli sportivi, che devono essere pagati in ogni caso. Da questo punto di vista, spiega Caruso, la richiesta di fallimento presentata dai giocatori potrebbe rappresentare un punto di svolta per risolvere la grave crisi che affligge la Pantera e angustia i tifosi, che meriterebbero molto di più per la passione e l’attaccamento ai colori rossoneri.
Ma cosa significa punto di svolta per quanto riguarda l’iniziativa dei giocatori?
“Bisogna comprendere – spiega Caruso – che le società di calcio sono soggette sia alla legge sulla crisi d’impresa, a causa della loro natura commerciale, sia alle norme dell’ordinamento sportivo, a causa dell’affiliazione alla FIGC, che contiene norme speciali rispetto a quelle ordinarie. Infatti, il fallimento di una società calcistica comporta la revoca dell’affiliazione e la perdita del titolo sportivo, con conseguente liberazione dei giocatori. Tuttavia, con l’esercizio provvisorio è possibile conservare il valore complessivo dell’azienda, incluso i diritti pluriennali sulle prestazioni dei giocatori e i diritti televisivi, affinché i creditori ne traggano beneficio fino alla data di scadenza della presentazione della domanda di iscrizione al campionato successivo, con la conseguente possibilità di mantenere, fino a tale data, il diritto a partecipare al campionato e i diritti alle prestazioni dei tesserati. Inoltre, è possibile conservare il titolo sportivo, che può essere assegnato ad un’altra società dotata di patrimonio e risorse finanziarie sufficienti che acquisti dalla procedura la società in crisi, assumendosi i debiti sportivi, cioè quelli nei confronti della Lega di Serie C e nei confronti dei tesserati. Sono esclusi da questa assunzione i debiti nei confronti degli agenti e i debiti commerciali, per i quali risponderebbero le precedenti gestioni”.
“Questo meccanismo, con il solo pagamento dei debiti sportivi che ammontano a poco meno di 1 milione di euro, consentirebbe alla Lucchese di evitare la distruzione del patrimonio aziendale – prosegue Caruso – la perdita del titolo sportivo, con conseguente esclusione dal campionato di competenza, la perdita degli asset patrimoniali, in particolare i diritti televisivi e i diritti sulle prestazioni sportive dei giocatori e soprattutto eviterebbe un grave danno all’immagine della città. Ecco perché bisogna fare il possibile per consentire ai giocatori di concludere il campionato in corso, anche se sarebbe stato necessario intervenire fin dai primi segnali di insolvenza e, in particolare, al momento del mancato pagamento degli stipendi nell’ottobre 2024 e quando la squadra giovanile è stata smembrata con l’addio di mister Morgia”.
“È ancora possibile evitare l’irreparabile pagando gli stipendi dovuti ai giocatori, che sono lavoratori subordinati, ma il grande rammarico è che se la procedura di risoluzione della crisi di impresa fosse stata presentata da un qualsiasi creditore, anche dal Comune che ha crediti, ci sarebbe stato più tempo per intervenire, evitando così la certa penalizzazione di 12 punti nel prossimo campionato, vista la scadenza del 16 aprile che non sarà rispettata. Purtroppo non siamo riusciti a tenere lontani acquirenti poco credibili – conclude Caruso – ma sicuramente non è un’impresa impossibile trovare poco meno di 1 milione di euro per salvare una società di calcio con una storia rispettabile, essendo stata la squadra di personaggi eccezionali come Erno Erbstein, l’allenatore del Grande Torino scomparso a Superga, del campione del mondo Aldo Olivieri e di Libero Marchini, campione olimpico alle Olimpiadi di Berlino 1936”.
2025-04-12 18:50:00