Press ESC to close

Porcari, i costi per il depuratore aumentano: ora servono 23,3 milioni

PORCARI. Un considerevole incremento dei costi, cresciuti notevolmente dall’inizio del progetto per migliorare l’impianto di depurazione di Casa del Lupo, il cui primo lotto è quasi completato. E un’estensione della concessione fino almeno 2045.

I costi per modernizzare il depuratore che gestisce le acque reflue civili e industriali sono rilevanti. Dall’assunto iniziale di un investimento di 19 milioni e 621mila euro, la cifra richiesta ora è di 23 milioni e 300mila euro.

I termini della vicenda, che ha dietro di sé il potenziale di una lotta legale con la società che sta eseguendo i lavori, sono stati stabiliti dal comune con una delibera che verrà inviata alla regione.

Il Comune «ritiene necessario che si garantisca anche la continuità dell’attuale struttura societaria di tipo misto pubblico-privato, e che comunque i soci pubblici rappresentino la maggioranza dell’assetto sociale».

Il gestore dell’impianto è Aquapur Multiservizi Spa, in cui Capannori detiene il 34,9%. La maggior parte delle azioni è posseduta dai Comuni di Capannori, Porcari, Altopascio e Montecarlo (in totale circa il 60%), mentre il restante 40% è di proprietà di Confindustria Toscana Nord, del Cid (Consorzio Industriale Depurazione Acque) e delle aziende utilizzatrici.

La Regione ha previsto il trasferimento gratuito dell’impianto di depurazione di “Casa del Lupo”, da patrimonio regionale a demanio del Comune di Porcari. Le acque trattate finiscono nel rio Frizzone. Questa è la situazione attuale. Il progetto, in ritardo per varie circostanze tra cui l’emergenza Covid, prevede un radicale cambiamento strutturale.

La realizzazione del primo lotto (linea acque) garantirà il trattamento dei carichi in ingresso attuali, permettendo di disattivare l’impianto esistente in attesa di un futuro adeguamento con la realizzazione delle fasi successive e un aumento della portata massima trattabile da 1.670 m3/h a 2.300 m3/h. Il primo lotto è quasi terminato. Alla fine dell’opera complessiva, saranno drasticamente ridotti «i rischi di fuoriuscita di fanghi e/o altro dalle vasche e notevolmente migliorate le condizioni di abbattimento degli odori nell’ambiente circostante, aspetto quest’ultimo non trascurabile considerando l’importanza che l’inquinamento ambientale, anche odorigeno, ha assunto negli ultimi anni» spiegano da Capannori.

A seguito del fallimento del capogruppo mandatario dell’associazione di imprese, la pandemia di Covid-19 e l’aumento dei costi delle materie prime, le spese sono aumentate esponenzialmente. Adesso si stanno cercando risorse per concludere l’ampliamento dell’impianto in termini di estensione e contenuto di trattamento avanzato.

L’obiettivo è quello di arrivare a trattare 4.900 m3 di acque all’ora. Il triplo del servizio garantito fino ad ora. Il Comune invierà alla Regione un report sulla situazione, tra spese e tempi di gestione, firmato da Aquapur, chiedendo un aggiornamento dell’investimento, portandolo a 23,3 milioni di euro, e un’estensione della concessione per permettere la riduzione dei costi di ammortamento, fissando la scadenza al 2045.

 

2025-05-16 18:39:00